Capitolo 20 pt.1 -Aroma

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«Eccoci.» - mi comunica Riccardo.
Ho sentito molto parlare di questo ristorante, ma non ho mai avuto l'occasione di venire. Adesso che finalmente l'ho avuta, non vedo nulla.
«Io mi esibisco alle 23:00, quasi a fine serata, con le coppiette che ballano.»
Annuisco e mi sento a disagio in un luogo nuovo in cui non so nemmeno dove metter piede.
Sento una leggera musica di sottofondo, rumore di posate, voci che chiacchierano e profumo di cucina.
«Vieni, questo è il nostro tavolo.»
Mi prende per mano, mi conduce da qualche parte alla mia sinistra e mi fa sedere.
«Adoro questo ristorante perché le pareti sono fatte di vetrate.
Di fronte a te c'è proprio il Colosseo.
La vista è mozzafiato all'imbrunire del cielo. Tutto sembra più tranquillo, più pacifico, sereno.
Il cielo assume il meraviglioso colore dei tuoi occhi...»
«Non sai quanto desidero poter vedere.» - mi scappa.
Riccardo mi prende per mano e me la stringe.
Il calore che mi infonde sulla mano pian piano raggiunge tutto il mio corpo e non capisco quale forza chimica o fisica mi faccia riempire di brividi.
Intreccio la sua mano alla sua e non riesco a trattenere un sorriso.
«Hai fame?» - mi chiede.
«Ehm, sì.» - rispondo cercando di riprendermi.
Riccardo chiama il cameriere che ci chiede le ordinazioni.
«Il menu a base di pesce per entrambi .» - dice Riccardo.
«Da bere?»
«Acqua e vino bianco, grazie.» - risponde.
Il cameriere si allontana e io guardo male Riccardo.
«Che c'è?» - mi chiede facendo il finto tonto.
«Come che c'è?! Hai ordinato per entrambi senza chiedermi!»
«Non ti lamentare! So che ami il pesce, ho il mio uccellino. E poi dovevo vendicarmi per l'ultima volta, quando hai pagato tu!»
«Perché, dovresti pagare tu stavolta?»
«Ma ovviamente!»
«Scordatelo.»
«Zitta.»
«Paghiamo ognuno per entrambi e pace. Infondo siamo solo degli amici qui per festeggiare, non è mica ... che ne so! ... un appuntamento!» - dico ridendo.
«Chi ti dice che non lo è?» - mi chiede serio.
Sto arrossendo?
Ovvio che sto arrossendo.
Sì, sto arrossendo.
No, sto proprio avendo una metamorfosi in un peperone.
E sto sorridendo come un'ebete per nascondere lo stupore, oh sì!
Potrebbe essere un appuntamento?!
Calma.
Calma!
«Cosa!» - chiedo con voce stridula.
Devo imparare a non parlare in questi momenti!
Riccardo ride.
Ride?!
Io sto per avere una crisi isterica e lui ride?!
«Dovresti vedere la tua faccia!» - mi dice continuando a ridere.
Mi faccio seria e lui smette.
«E se fosse un appuntamento cosa ci sarebbe di male?» - mi chiede.
«Sarebbe la prima volta per me...» - ammetto in un sussurro.
«Aspetta, aspetta ... cosa intendi dire?»
«Sono rimasta cieca a 14 anni e da allora non ho più avuto rapporti con nessuno, lo sai. E a 14 anni non mi interessavano di certo i ragazzi!»
«Quindi, nessun ragazzo... mai...» - dice Riccardo più a se stesso che a me.
Arrivano gli antipasti di pesce e, a differenza del mio solito, mangio lenta, persa nei miei pensieri.
«Tu invece? La ragazza?»
Oddio.
L'ho detto sul serio.
L'ho detto sul serio?!
«Non ce l'ho.» - risponde dopo qualche attimo di silenzio.
«Ma tu le hai avute, giusto?»
«Sì.»
Diamine, che vago!
«Il solito bad boy che va con una ragazza diversa a notte?»
Ride e poi resta in silenzio.
Intanto abbiamo finito la prima portata e il cameriere ci porta altri piatti.
«No, non sono quel tipo che cerca quel tipo di ragazze... Ho avuto abbastanza ragazze, ma le amavo, o almeno così credevo. In realtà confondevo le sensazioni che provavo con l'amore.
Poi quando finiva una storia incontravo una ragazza con cui la sensazione che provavo era migliore e allora mi rendevo conto che non avevo davvero amato nessuna delle precedenti e così via. Nessuna mi ha mai dato quell'amore di cui scrivono e cantano. Hai presente quelle frasi che ti emozionano, no? Beh, ogni volta che le leggevo o le cantavo non mi veniva in mente nessuna ragazza, solo l'idea di un'ipotetico vero amore...
Ha senso quello che sto dicendo?
Nella mia testa ha senso, giuro!»
Ride e io sorrido.
Ho sempre sognato quell'amore che leggevo sui libri, sottolineando intere pagine.
Finiamo di mangiare in silenzio, ma ogni tanto ci sfioriamo le braccia e le mani per prendere l'acqua o il vino o semplicemente di proposito.
«Tra poco é il mio turno.» - mi informa e sento un filo di ansia nella voce.
Gli stringo la mano per confortarlo e gli rivolgo un sorriso sincero.
«Andrai benissimo.» - dico timida.
Si alza dalla sedia, mi prende la mano, mi fa alzare e mi abbraccia stretta.
Resto immobile per qualche secondo, poi ricambio l'abbraccio in modo meno intenso.
Riccardo mi stampa un bacio sulla guancia e mi sussurra all'orecchio:
«Devo andare, tu resta qui seduta che non voglio che ti guardino più di quanto non lo facciano già.
Staserà canterò solo per te, mia Alba.»

SPAZIO AUTRICE
Resuscitata!
Scusate ancora una volta per il ritardo, ho aggiornato questa prima parte nonostante la febbre, AMATEMI!

Aspetto TANTI COMMENTI e STELLINE per aggiornare!
Li apprezzo tantissimo!
Grazie di essere arrivate/i qua, grazie di cuore!❤❤❤

Alba Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora