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Un vociferio congiunto giungeva da un lato dalla grande stanza male illuminata. Al centro, un grande letto a baldacchino con le tende tirate che coprivano un uomo. Era giovane, ma la malattia l'aveva invecchiato di almeno dieci anni. Tremava, brividi non solo di freddo; sussurrava, perché non riusciva più a parlare; e respirava a fatica, come il moribondo qual era. Aveva tre figli, e li amava tutti.

Aveva chiesto al più grande, Toby, di prendersi cura della donna che li aveva abituati a chiamare madre e dei suoi fratelli, perché lui sarebbe diventato l'uomo di casa. Al secondogenito, James, chiese, in un sussurro strozzato, di non piangere, e di proteggere Piper, la sorellina acquisita di soli due anni.

«Portatemi... Rox» sussurrò quando il secondogenito fu uscito dalla stanza buia. Una donna scappò fuori per prendere l'ultima figlia di Robert Dawson, mentre l'attuale moglie, nonché madre di Piper, Lola, si avvicinava al suo capezzale per tentare di fargli cambiare idea e non fargli vedere la sua piccola.

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora