Capitolo 15

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Rae

Lo so che mi odiate, mi odio anche io se proprio volete saperlo.
Avevo qualcuno al mio fianco prima che lo tradissi, avevo anche la felicità in pugno.
Ma io a volte agisco con rabbia ed eccomi qua: la Rae Bailey distrutta e sola che viene toccata ripetutamente sulla schiena da William Jones, ragazzo non affidabile e pieno di tatuaggi.
Sono di nuovo la ragazza americana di un tempo, dovrei essere così felice!
Dovrei...
Non lo sono però.
Sorrido alle stupidaggini che sta dicendo William e poi sposto lo sguardo su quel tavolo. Spero di trovarlo con la sua solita mela e la sua felpa scura ma oggi sembra esser diventato invisibile.
È passato un mese da quando abbiamo completamente chiuso e adesso è sempre la stessa commedia di sempre: esco con Sophia e Jackson per poi andare a limonare con William Jones in qualche festa piena di alcool.
È divertente.
Certo! Ovviamente se non si ripete ogni venerdì.
Sto odiando i venerdì come se fossero l'acqua santa e io il vampiro. Prima erano l'unica possibilità per svagarsi, ora non sono altro che quotidianità.
"Allora andiamo alla festa di Noose questo venerdì?" Chiede William.
Dentro di me vorrei spaccargli la testa in due ma è troppo pericoloso.
"Non ci siamo già andati lo scorso venerdì?" Chiedo continuando a sorridergli.
È così preso dale mie gambe scoperte dalla gonna da non rendersi conto che potrei far di tutto pur di non sorridere oggi.
Mi mancano gli sguardi che toccano solo gli occhi. Mi mancano gli occhi grigi e i sorrisi imbarazzati.
Ma la me che non vuole cambiare si ostina a farmi credere che Chris Tolman non è quello che mi porterà felicità.
"No, lo scorso venerdì eravamo da Riley." Dice.
"Ah, giusto." Dico annoiata. Guardo l'ora nel telefono e mi accorgo che sta per suonare la campanella. "Ehi Will, io adesso vado perché devo prendere la mia roba dagli armadietti, okay? Ci vediamo dopo." Gli sorrido prima di lasciargli un bacio sulle labbra veloce.
Nessuna scintilla, solo... vuoto.
Corro fuori dalla mensa mentre sento tutta la folla studentesca che mi guarda. Cioè, che guarda sotto la mia gonna.
Esco fuori con fiatone e sono sollevata che non ci sia nessuno nei corridoi.
Vado nella toilette femminile e mi chiudo dentro uno dei piccoli bagni. Mi raggomitolo sentendomi completamente sopraffatta dalla solitudine che un mese fa sentivo così lontana.
Due porte si aprono e poi successivamente si chiudono.
"Rae Bailey è una troia. Una vera troia. È così puttana che William Jones sta preparando una scommessa a chi se la farà prima tra lui e i fratelli Noose." Ride. La voce è così famigliare che due lacrime cadono sulle mie guance.
Sophia...
"Sophia, perché cazzo non rompi i coglioni ad altra gente? Dio... sembri quasi gelosa di Rae Bailey. E comunque le ragazze si dovrebbero supportare non prendere a ceffoni l'una con l'altra." Resto senza fiato alle parole di Lory Jeremiah.
Non l'ho più vista dopo la nostra chiacchierata nella mensa due mesi fa e adesso mi difende pure. Ho sbagliato completamente le amicizie, sono una stupida.
"Tu sei una rompi coglioni, Lory. Fattelo dire." Sento la porta della toilette aprirsi e poi chiudersi.
"Vaffanculo." La voce di Lory mi fa sospirare di sollievo. Mi metto apposto la gonna e la maglietta prima di uscire dal bagno. Mi sono dimenticata di sistemarmi il trucco, ma sono troppo presa dal guardare Lory Jeremiah.
I suoi occhi diventano sempre più grandi quando mi guarda nello specchio. Do un'occhiata al mio stato per vedere che il mio mascara è sciolto e la mia maglietta è tutta stropicciata.
"Non ascoltarla." Dice dopo qualche minuto di silenzio. "È solo gelosa di non essere sempre al centro di ogni chiacchiera."
Annuisco e la guardo sorridendo dolcemente. "Grazie, per tutto." Dico singhiozzando.
"Oh... vieni qui, forza." Afferma allargando le braccia. Mi stringe nel suo abbraccio mentre piango.
"Forse ha ragione a chiamarmi troia." Dico.
"Forse tu hai torto a dire questo. Non sei una troia, Rae. Come se dovessimo chiamare troia ogni singola ragazza che è bella e che esce con un ragazzo. Dio, quanto generalizziamo a volte. Sophia è una che odia pure se stessa quando è da sola ed è per questo che quando è in compagnia da' il peggio di sé." Afferma Lory cercando di rassicurarmi.
"Ma ho sbagliato un sacco di cose. Ho tradito una persona a cui tengo più di me stessa." Dico staccandomi da lei.
"Ma per questo non ti devi chiamare troia, intesi? Hai sbagliato, tutti sbagliano. Solo che adesso devi dar prova a quella persona che si può fidare di nuovo di te."
"E come faccio? Io non sono brava con queste cose." Ammetto.
"Tutti non lo siamo eppure bastano pochi gesti per ritornare a parlare. Magari trova un modo per dire a quella persona quanto ci tieni. Glielo hai mai detto?" Chiede.
"No. Sono troppo orgogliosa per dirglielo."
"Be', d'ora in poi glielo dirai ogni giorno fin quando non capirà che stai dicendo il vero."
Sono disperata, distrutta e finalmente la vecchia Rae.
Da oggi in poi cambia tutto. Lo prometto.

•••

A novembre fa sempre freddo che sia in America o in Australia. Non cambia poi così tanto, anche la società è molto simile, noiosa in certi punti.
Aspetto stringendo le braccia sul mio petto fuori dalla scuola, vogliosa di ritornare ad essere la Rae che solo mio padre conosce.
Finalmente lo vedo tra la folla e sospiro di sollievo. Lo aspetto fino a che non è di fronte a me.
"Ehi Will, puoi parlare?" Chiedo. I suoi occhi scuri mi guardano con sospetto.
"Sì, certo." Dice. "Vuoi parlare qui?" Chiede.
"Sì, forse è meglio." Gli sorrido dolcemente.
"Okay, bene."
Sembra nervoso, non l'ho mai visto così. Forse pensa che abbia scoperto della scommessa ma non sono qui per parlare delle stupidaggini che fanno i ragazzi a questa età.
La maggior parte dei ragazzi, tranne uno.
"Te lo dico in poche parole così tolto il dente poi sentirò un piccolissimo dolore." Affermo sistemandomi i capelli lisci che stanno finendo sulla mia faccia a causa del vento. "Noi due non ci attiriamo. E no. Aspetta. Non voglio dire che tu sei brutto o altre cose che pensate voi maschi, sto semplicemente dicendo che non potremmo mai essere una coppia né adesso né in futuro. Ci serve qualcuno che ci dia felicità e dei due il più felice tra noi è il mio braccialetto super colorato. Quindi, sì ti mollo. O mi molli. Fa come vuoi." Dico velocemente.
"Quindi chi è dei due che ha mollato l'altro?" Chiede fissandomi. Sembra quasi divertito.
"In realtà sono stata io, ma se vuoi continuare ad essere William Jones allora tu. Non mi cambia poi granché la vita." Affermo alzando le spalle.
"Okay. Va bene. Devi dirmi altro?" Chiede.
Glielo dico? Sì? No?
"Giusto perché ci siamo: ad una ragazza non piacciono le scommesse. Odia quando si parla della sua vagina e non le piace neanche quella cosa che fai con le mani in pubblico. Le donne vogliono stabilità, okay?" Gli do una pacca sulla spalla prima di sorridergli dolcemente. "Buona vita, Will."
Me ne vado sorridendo felice. Adesso mi tocca fare una bella doccia e togliermi queste stupide lenti.
"Rae!" La voce di William mi ferma. Mi giro per fissarlo. "Scusa per la scommessa!"
Sorrido prima di rigirarmi.
È ora di prendere a calci in culo la società e di ritornare ad essere colei che mia madre aveva amato nei suoi ultimi anni di vita.

Spazio Autrice
Eccolo, tutto per voi.
Spero che ci sia piaciuto e...
Oggi c'è troppo caldo!😒

Sober Boy (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora