Capitolo 26

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Yosef

Lei mi guarda come fa sempre e mi sento rinato sotto i suoi occhi cioccolato.
Non so come dirglielo che ho insultato Jackson per proteggerla.
Lei è Lory Jeremiah.
La ragazza che se ne frega se i suoi capelli sono troppo verdi e strani e che a scuola non crea piramidi sociali. Per lei tutti meritano di essere compresi.
L'ho sempre guardata da lontano e ad ogni suo sorriso, ogni sua risata o frase piena di possibilità, io tremavo, sussultavo e fremevo di gelosia.
All'inizio della terza superiore era un piccolo fastidio che potevo racchiudere nelle mie mura mentali. Era solo una ragazzina che dava il suo cuore anche per persone cone S & J.
In quarta ha incominciato ad essere sempre presente nei miei pensieri. Ricordo ancora che il primo colore dei suoi capelli è stato il rosso, ricordo che non nascondeva quanto le facessero schifo, ma li faceva vedere come se fossero una delle sue caratteristiche che non avrebbe mai potuto cambiare.
E quest'anno non riesco a staccare gli occhi da lei. Mi passa davanti e finisco per smettere di parlare con chiunque mi stia affianco, che sia la persona più odiosa al mondo o che sia Chris.
"Allora? Non mi dici perché?" Chiede ancora.
Sposto lo sguardo su di lei e i miei occhi incontrano i suoi. Vorrei spezzare tutta questa nostra distanza, ma non voglio rovinare tutto questo. Lei è vicina a me per la prima volta dopo troppi anni.
"Ti ha insultata." Dico imbarazzato.
Lei solleva le sopracciglia, spalanca gli occhi e la bocca. "Oh!" Dice soltanto.
"Ho fatto male? Non dovevo?" Chiedo smarrito non capendo cosa sta pensando.
"Cosa? No, Yosef." La sua mano finisce sulla mia e me la stringe. Il contatto mi fa perdere la concezione del tempo.
Dove sono? Paradiso? Oppure un livello ancora più alto?
"È che sono sorpresa da questo." Il cioccolato di cui sono fatti i suoi occhi brilla. È felicità quella che vedo? "Non per Jackson e tutto quello che gli esce dalla bocca, ma per..." Il suo sguardo cade sulle nostre mani. La sua pelle un po' più scura della mia, brilla alla luce della lampada. Guardo il suo profilo che da troppo tempo desideravo scorgere più da vicino. "Nessuno mi ha mai difesa." Sussurra.
"D'ora in poi ci sono io." Sorrido fiero.
Mi guarda divertita. "Vorrai scherzare, spero! Guarda che io sono una grande stronza e tutti mi odiano!"
Sorrido e mi avvicino più a lei. "Ecco! Una delle tue tante personalità! Me ne ero dimenticata una...!"
Stacca la sua mano dalla mia e si alza. Si dirige verso la libreria e guarda con trasporto le copertine dei libri.
"Sei un tipo curioso, Yosef." Dice dopo qualche minuto. Si gira e mi fa il suo sorriso grande e perfetto. La guardo in modo interrogativo, lei ridacchia. "Hai tutta la scuola ai tuoi piedi, neanche i Noose oserebbero farti un torto. Puoi comprare così tante case da acquistare una buona parte di Perth. Allora perché sei sempre così imprevedibile? Ogni giorno non fai ciò che gli altri fanno. Vivi ogni secondo della tua vita, non credo che tu riesca davvero a stare fermo più di cinque minuto." Afferma esaminandomi con il suo sguardo indagatore.
E io mi rendo conto di essere ammaliato dai suoi occhi, dalla sua bocca, dalle sue guance, dal suo naso, dalla forma del suo viso.
E poi dalla sua voce, dal modo in cui parla, da come cammina a come pensa.
Non trovo nessun difetto in lei.
È solo Lory.
"Adesso sono fermo." Dico. "E credo che i cinque minuti siano passati." Scherzo.
Lei arrossisce e mi guarda seria. "Perché?" Chiede.
Perché? "Perché qui sto bene." Dico soltanto.
Lei mi fissa e resta immobile, poi sorride. "È per la stanza gigantesca, giusto?"
"No, falso. È perché da troppo tempo non trovavo una ragazza che riuscisse a lasciarmi senza parole." Butto fuori.
Il suo respiro si spezza e mi guarda sbalordita. "È così che rimorchi le ragazze?" Chiede ridendo.
"In realtà sono loro che si buttano addosso a me. Quindi ho questa scusa per dirti che non so rimorchiare ragazze." Ammetto e lei arrossisce ancora di più. "Tu sei entrata qui per caso?"
Toglie le mani dalla sua pancia e vedo una grossa macchia rossa. "Sophia si è voluta vendicare con me e questo maglioncino è piuttosto comodo e non volevo che si rovinasse. A quanto pare il punch resta sul tessuto." Afferma dispiaciuta.
Guardo il maglione di un verde - azzurro pastello e lo esamino per bene.
"Se Warren ti scopre qua dentro ti fa a pezzettini." Affermo e lei annuisce seria.
"Sto per andarmene, infatti. A quanto pare questa festa natalizia è piuttosto noiosa."
"Già. Warren questa volta ha steccato." Rido ricordandomi delle luci a forma di renna.
"Tu che fai? Resti qua?" Chiede in un sussurro.
"Me me vado anche io. Non sono il benvenuto." Mi alzo dal letto e mi avvicino a lei.
La guardo mentre si sistema i capelli verdi.
Lei apre la porta e ci dirigiamo verso l'uscita.
"Ciao Yosef!" Sorride una delle tante ragazze che mi passano affianco. Io ho occhi solo sulle spalle di Lory, sui suoi capelli che vanno da una parte all'altra.
E forse tutto il corpo studentesco e non, lo capisce che sono completamente condizionato da quello che succede a Lory Jeremiah.
Quando siamo fuori io mi fermo sulla stradina, lei continua per qualche metro prima di girarsi.
"È successo qualcosa?" Chiede esaminandomi.
Tolgo dalla faccia il ciuffo troppo liscio e antipatico prima di avvicinarmi a lei guardando solo i miei piedi che fanno fatica a muoversi lentamente.
Vogliono tutto lo spazio che c'è tra me e lei. Lo vogliono colmare come i polmoni e il cuore.
"Sono venuto con Noose e quindi devo aspettarlo finché non finisce la festa." Dico stringendomi nel mio cappotto nero e caldo.
La felpa che ho sotto mi copre completamente dal freddo che Perth ci ha buttato addosso.
Lei ha solo il suo maglioncino.
Quando rabbrividisce, mi tolgo come per riflesso il cappotto e in poco tempo lo metto sulle sue spalle.
La grandezza del cappotto viene contrastata dalle spalle più piccole e fini e le braccia molto più corte di lei. La guardo sbalordito dal fatto che stia bene anche così.
"Grazie...!" Sussurra sistemandosi bene dentro al cappotto. "Devi aspettare qua fuori al freddo?" Chiede dopo poco.
"Sì..." Affermo guardandomi intorno. "Ma la felpa copre molto quindi non c'è probl..."
"Ti accompagno io." Afferma scuotendo la testa e guardandomi speranzosa. "Non ti lascio nelle mani di Harold Noose. Neanche per sogno."
Mi fa cenno di seguirla e io lo faccio.
"Perché odiamo così tanto Noose?" Chiedo dopo qualche minuto di camminata.
Lory sta cercando tra le macchine firmate la sua, che per essere chiamata macchina bisognerebbe modificare qualcosa.
Praticamente tutto.
"Perché è un bullo. Anche se prima era Cloe la regina di queste stronzate. Solo che anche quest'anno lui è peggiorato. Non lo so il perché, infondo se lo prendi singolarmente è simpatico e dolce. Ma... quando è in compagnia è meglio non trovarselo davanti." Spiega.
Si ferma davanti alla sua macchina mezza morta e poi si gira verso di me. "Tanto lo so che odi questa auto." Afferma. "Ma comunque Melody, ti presento Yosef."
"Melody? Perché fa un casino ogni volta che l'accendi?" Chiedo divertito.
"Ah! Che simpatico! Guarda che la mia è più silenziosa della tua." Dice ma appena apre la portiera un cigoliomi fa ridere.
"Dicevi?" Chiedo.
Alza gli occhi al cielo e sospira. "Entra dentro che fuori si gela."
Entro dentro e anziché trovarmi nel caldo della mia Porsche, il tessuto della felpa non riesce a contrastare il gelo del sedile.
"Okay, forse fa più freddo dentro." Ammette ridendo mentre accende il condizionatore. Sorrido vedendola a suo agio. "Allora quale delle tante case che possiedi è la tua vera casa?"
"Tanto lo sai qual'è!" Rido e lei sbuffa.
"Tieni il gioco, Yosef Major! Tu sei un ricco mercante e io una specie di Cenerentola con i capelli verdi!" Ride.
"Quale delle tante pazzie ti ha contagiato l'umanità?" Chiedo serio, lei ride ancora di più.
"Vaffanculo, Yosef!" Accende la macchina e poi impenna prima di ritrovarsi nella strada asfaltata. Dopo qualche minuto si gira e mi lancia un occhiata curiosa. "È strano pensare che solo ieri non ci parlavamo e ora stiamo praticamente facendo gli amici di vecchia data." Ammette.
"In realtà ci siamo sempre conosciuti. Solo che io non ho mai saputo niente di importante su di te e stessa cosa tu." Dico.
Annuisce e restiamo in silenzio. Poi lei incomincia a parlare di lei e io non riesco a fremere per la bellezza della su voce e perché la sto conoscendo. "Non sono una ragazza molto simpatica se mi conosci d'estate, odio il caldo dell'Australia e a volte scappo per non sentirlo proprio. Odio il colore bianco nei suoi significati così attaccati alla religione, invece amo i colori vivi. Mi piacciono tutti, dal viola al blu cobalto. Per Pasqua sto pensando di farmi i capelli tutti celeste pastello. Se non faccio una buona colazione la mattina finisco per non riuscire a seguire neanche un discorso serio.
Adoro i maglioni. Corti, lunghi, stretti o larghi. Se mi regali dei maglioni, stai sicuro che potrei volerti bene fino alla fine dei miei giorni. Mi piace la musica fresca, quella che prova a far dimenticare le situazioni non del tutto piacevoli. E... non mi sono mai fidanzata. Almeno non seriamente. Insomma Harold ci aveva provato con me quando eravamo alle elementari e io ho riso per tutto il tempo, quindi non mi sembra proprio un fidanzamento serio." Dice e poi mi fa un cenno con la testa. "Ora tocca a te." Ride.
"Odio la pioggia e non sopporto questo tempo. Preferisco molto di più l'estate. Fumo ma non ne sono dipendente. Potrei non fumare più per mesi e non mi creerebbe problemi. Sono entrato nella cerchia di Noose solo perché Chris mi ha praticamente obbligato ad essere popolare. Ho una dipendenza per tutti i video giochi che parlano di animali sovrannaturali. Non mi piace l'alcol ma lo bevo. Mi piacciono i colori naturali e odio i colori sintetici. Non l'ho mai detto a nessuno tranne Chris, ma ho una grande curiosità verso gli astri e ho da poco ordinato un telescopio che posso montare facilmente. La mia famiglia ha quattro origini: turca, canadese, australiana e hawaiana. Dall'età di sette anni ascolto musica Rock e odio quella pop. Mia madre è iper protettiva e mio padre è praticamente sempre fuori per lavoro. Sull'argomento delle fidanzate... io ne ho avute troppe che sono durate meno di due giorni. Erano tutti fidanzamenti ufficiali, ma in realtà non lo erano per niente. Perdo l'equilibrio facilmente e infatti odio stare dentro a un bus perché cadrei sicuramente." Dico e lei ride mentre si ferma davanti a casa mia. La frenata da a Melody una nuova scusa per fare il suo rumore metallico e fastidioso che ormai la caratterizza.
"Davvero melodiosa Melody." La prendo in giro.
"Grazie per il passaggio, Lory! La tua macchina è davvero comodissima!" Imita la mia voce e fa gli occhi al cielo.
Io la guardo con il cuore che diventa sempre più grande man mano che incamero tutti i dettagli delle sue espressioni.
"Facevo prima a comprarti una nuova macchina." Dico e lei arriccia il naso contraria.
"Neanche per sogno! Non riuscirei più a guardarti in faccia per l'imbarazzo." Afferma seria. "E poi Melody non la baratterei neanche per una macchina come la tua. Mi mettono ansia i soldi che vengono spesi così."
"Se vuoi vendo la Porsche e ne compro una più economica!" Dico facendola sorridere.
"Sei davvero strano, Yosef Major!" Ride.
Restiamo in silenzio a guardarci. "A Chris piace Rae." Affermo senza pensarci troppo.
"A Rae piace Chris." Dice lei.
Sorrido mentre lei si toglie un ciuffo verde e nero dalla fronte.
Il silenzio continua a vivere nell'abitacolo mentre le luci della mia via si fanno sempre di meno.
So che non sono il tipo per lei. Si merita la bellezza delle prime volte, ma non posso neanche immaginarla con nessun altro se non con me. Me la immagino mentre ride e mi prende in giro nelle pause delle lezioni oppure sul mio letto che adesso è troppo grande e freddo, lei che lo occupa con la sua criniera di capelli e mi stringe a se quando l'inverno si sente anche nelle ossa.
Me la immagino d'estate, mentre sbuffa per il troppo caldo e che mi convince a viaggiare via.
Ecco, Lory la vedo solo con me. Anche se sembra così stupido e banale, perché infondo lo è.
I suoi occhi mi scrutano dentro mentre si avvicina un po', con tutta la sua dolcezza.
"Come te la sei fatta quella cicatrice?" Chiede curiosa allungando la mano e toccando la cicatrice sulla mia guancia.
Sento il suo tocco e mille scariche di adrenalina mi si buttano addosso.
"La tavola da Surf mi è caduta sulla faccia mentre cadevo in acqua." Sussurro.
Lei poi punta i suoi occhi scuri e grandi sui miei e non riesco a fermarmi.
Le mie mani finiscono sui suoi fianchi mentre la stringo a me e la mia bocca finisce sulla sua, sento le mie mani cercarmi, stringere la mia felpa e poi finire per toccare la pelle della mia pancia. La mia bocca cerca la sua mentre lei scavalca la marcia e il freno e finisce su di me. Ride mentre inciampa e deve aggrapparsi a me per non cadere.
Io la stringo e sorrido divertito, quando si sistema le mie mani cercano i suoi fianchi sotto il maglione. Il contatto mi manda sempre in estasi, lei mi stringe a se mentre accarezzo la sua schiena e nascondo il mio viso tra i suoi capelli.
"Ho pensato tanto a te." Sussurro e lei si stacca un po' per guardarmi.
Sorride a pochi centimetri dal mio viso. "Non sai quanto ti ho aspettato io." Sussurra lei.
Mi bacia la fronte, il naso, la guancia e poi sospira sulle mie labbra prima di prenderle di nuovo tra le sue.
Annego nel suo profumo e il mio cuore batte all'impazzata.
È meglio di qualsiasi festa, meglio di qualsiasi macchina di lusso, meglio anche del sesso con ragazze a caso.
Ci sto bene tra le sue braccia e non riesco a immaginarmi in un altro posto se non su questa macchina che adesso mi sta un po' simpatica.
I suoi baci sono come i fiori di arancio che sbocciano in ritardo, appena li vedi davanti ai tuoi occhi un senso di euforia ti si attacca dentro.
È la sensazione che non ti lascia più, ti attanaglia il cuore e te lo ricuce.
Lory Jeremiah è la primavera dopo un inverno passato in casa a studiare.
Lei è arte.
Arte fatta di colori e dolcezza.
E io la voglio quest'arte.
Voglio che lei dipinga i miei giorni e che mi guidi verso un nuovo Paradiso, che nessun cristiano può conoscere se non quando arriva a trovare il suo posto nel mondo.
Casa.
Ecco dove sono.

Spazio Autrice
Ecco a voi la seconda parte della storia tra Yosef e Lory! Vi è piaciuta? Spero proprio di sì!
Oggi e ieri nel Borgo è piovuto! Sono così felice per questo. Dopo tutti i giorni che ho passato a sperare in un po' di fresco ora che è arrivato tutto d'un colpo, me lo sto godendo.
E da voi come si sta?
Aggiornerò il prossimo capitolo questa Domenica! Un super bacio a voi!

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