Capitolo 28

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Chris

Le ho appena scritto che lei è la mia persona.
Non solo Yosef mi dirà che sono un coglione perché a scrivere messaggi sono bravi tutti, ma guarderà anche questa torta fatta da me e mia madre con la faccia di chi potrebbe far venire un infarto anche a un toro.
Mia madre mi guarda di sottecchi mentre fisso lo schermo del telefono imbambolato.
"Spero che questa torta sia per lei." Afferma stizzita. "Ci sto mettendo tutta la mia buona volontà mentre tu non stai facendo un bel niente."
"Per lei chi?" Chiedo allarmato.
"Per chi, secondo te? Maria Maddalena? Per la tua Rae! Chris, svegliati!" Sbuffa lei.
Credo che qui ci sia lo zampino di Yosef. Ne sono quasi certo.
Stupido australiano chiacchierone!
"Che cosa ti ha detto Yosef?" Chiedo appoggiando il telefono e osservando con gli occhi ridotti a due fessure. Lei tossicchia un po' prima di ricominciare a sistemare le fragole.
"Niente." Si guarda intorno.
"Sei proprio pessima quando dici bugie." Rido e posiziono un'altra delle tante fragole che, sottolineo, ho comprato.
Okay, forse ho sbagliato a prendere l'impasto e infatti mia madre mi ha praticamente condannato a vita, ma per il resto potrei superare anche quello strano chef che ho incontrato alla pasticceria.
"Mi ha parlato di lei e di come ti comporti tu. Sai, credevo di aver creato un figlio maschio, non una femminuccia." Dice vendicativa. "E poi questa doveva essere una serata davanti alla TV! Io che finalmente ritornavo a casa dopo una stressante giornata, ma a quanto pare non sai neanche fare le torte."
Rido vedendola in difficoltà mentre toglie una fragola posizionata male.
Lei non sa ancora che cosa ci devo scrivere sopra. Forse oggi potrebbe ammazzarmi.
Dovrei incaricare Yosef di questo compito, infondo è lui che dice cose strane a mia madre.
Un po' di odio dovrebbe buttarlo su di lui, che proprio odio non è.
Mia madre ha una regola: mai odiare il prossimo. Anche se è antipatico, anche se proprio non lo puoi vedere.
Mio padre ci scherza su ogni volta su questo e finisce per far borbottare lei.
"Tanto le puntate le registra, ma'. Lo facciamo dopo domani. Anche se sì, stasera è Capodanno." Affermo rendendomi conto che li abbandonerò.
Mio padre entra sgranocchiando una busta di pop corn. "Che fate, famiglia?" Chiede.
"Una torta per la fidanzata di Chris." Dice mia madre prima che possa rispondere.
La fisso contrario.
"Fidanzata? Mi sono perso troppe cose...!" Dice sorpreso guardandomi con gli occhi della mia stessa tonalità.
"Non è la mia fidanzata! È solo Rae Bailey." Affermo alzando gli occhi al cielo. Sento le mie guance rosse e mio padre che ride.
"Bailey? Conosco il padre! L'ho incontrato da poco mentre consegnavo un pacco nella stessa casa dove stava ristrutturando. Tipo simpatico." Afferma annuendo.
Mia madre ridacchia. "Sei destinato a stare con lei, mio pargoletto."
"Propongo di farmi odiare da tutt'e due, così non dovrò sentire i vostri vaneggi." Dico contrario alle loro frasi.
Sembrano due zie che si mettono a sparlare di tutto e di tutti.
Si sono proprio trovati.
"Ecco qua!" Urla soddisfatta mia madre mettendo l'ultima fragola. Sorride fiera e suo marito la guarda divertito.
"Prima volta che riesci a fare una torta, eh?" Scherza.
Mia madre gli da' un ceffone sulla nuca. "Ma io come ho fatto a vivere con voi due intorno fino ad adesso? Uomini!" Sbuffa prima scrollare le spalle ed andarsene.
Rido vedendo che mio padre cerca di fermarla e chiederle scusa. Ovviamente mia madre è troppo simile alle attrici Hollywoodiane per fallire subito la sua impresa di madre e moglie arrabbiata.
Mentre loro borbottano frasi incomprensibili, io prendo la lastra di cioccolato che mi sono ingegnato di far fare. Prendo il beccuccio pieno di cioccolato bianco liquido e incomincio a scrivere.
Alla fine sembra che sopra la lastra ci sia passato un tremolante bambino di due anni.
Sospiro e alzo gli occhi al cielo.
"Mamma mi uccide seriamente."

•••

"Yosef! Porca puttana, se non stai attendo a quella fottuta torta ti trancio le mani!" Urlo mentre fa lo stupido mentre cammina verso la macchina.
"Che bello avere un amico mestruato a Capodanno...! Aaaah! Ci voleva proprio." Dice continuando a dondolarsi.
"Stronzo.." Rido portandogli via dalle mani la torta. "Non mi faccio rovinare la torta da te."
Mi avvicino verso la Porsche e mi viene un infarto. "Che minchia ci fa Noose dentro la tua macchina?" Chiedo fissandolo malissimo.
Harold Noose alza gli occhi al cielo prima di mettersi più comodo nel sedile posteriore.
"Non farà il coglione, l'ha promesso sul suo cazzo." Dice serio Yosef.
Sposto lo sguardo verso il biondo riccioluto cercando spiegazioni. "Vai oltre le uova e i pugni, Tolman. Sono qui in segno di pace. E poi a quanto pare devo vedere..." Si zittisce.
"Si è invaghito di una primina." Sbuffa Yosef divertito.
Cerco di rimanere serio mentre guardo un Harold Noose completamente diverso.
Guance rosse e sguardo imbarazzato.
Il Noose coglione e ipocrita dov'è finito?
"Che cosa ci sta succedendo? Sembriamo tornati dodicenni." Afferma ridendo Yosef. "Tutti e tre presi dalle stesse ragazze. Noose, tu più di tutti sei sorprendente! Non ti sei mai fidanzato, giusto?" Chiede torturandolo.
"Fottiti coglione." Sbuffa lui. "Vi muovete o devo morire qua dietro? Il mio culo perfetto si sta appiattendo."
"Semmai è la mia povera macchina che dovrebbe lamentarsi, rinoceronte." Dice Yosef.
Litigano per dieci minuti. Tempo in cui io sistemo la torta, maledico i miei jeans troppo strappati e mi siedo. Addirittura mi allaccio la cintura. Quando mi sono sistemato li fisso annoiato.
"Dovete continuare a fare seriamente i bambini o andiamo? Sono le undici e, vi ricordo, che se non ci muoviamo Capodanno lo dobbiamo festeggiare il prossimo anno." Dico.
Yosef si mette comodo sul sedile e poi parte.
Lo minaccio per tutto il viaggio di guidare piano altrimenti Noose gli stacca davvero i suoi testicoli.
Arriviamo davanti alla casa e la fissiamo tutti e tre imbambolati.
"Che cazzo faccio se mi ride in faccia?" Chiede Noose.
"Che cazzo faccio se mi butta la torta in faccia?" Chiedo io.
Yosef sospira afflitto. "Affanculo."
"Affanculo." Diciamo io e Noose.
Lo odio ancora, ma ho applicato la formula magica di mia madre. Dovrei sopravvivere vicino a lui ancora per un po' con quella.
Scendiamo dalla macchina e il freddo ci attanaglia nella sua morsa.
Mi guardo intorno e vedo che ci sono almeno venti macchine. Sospiro prima di avviarmi deciso verso l'ingresso. Noose mi affianca seguito da Yosef.
"Cazzo... è all'entrata." Sussurra Noose.
Seguo il suo sguardo vedendo una ragazza con i capelli a caschetto lisci e rossi.
Ride con un'altra ragazza che deve essere sua amica. Ha gli occhi castano scuro ed è abbastanza bassa e mingherlina.
Io e Yosef abbiamo sempre pensato che il suo tipo fosse Sophia. Ci sbagliavamo alla grande.
"Nome?" Chiede Yosef.
"Rita." Afferma continuando a fissarla impaurito.
Sembro anche io così rincoglionito quando vedo Rae? Spero proprio di no.
"Bel nome." Dico. "Ricordo che una certa Rita aveva rifiutato quattro volte lo stesso uomo." Dico cercando di non scoppiare a ridere.
"Vaffanculo, Tolman." Ringhia dandomi una spallata.
Ci supera e Yosef se la ride mentre io sorrido. "Non è male se lo prendi quando è rincoglionito." Ammette.
"Speriamo che lo sia per sempre." Sbuffo.
Entro dentro e Yosef mi guida verso una parte della casa.
Non so a chi appartenga, so solo che è troppo grande per essere di una persona normale.
"Non fare stronzate, okay?" Chiede Yosef.
Annuisco e poi alzo lo sguardo.
Una ragazza è davanti a me.
Ride alle battute dell'altra che le sta accanto.
Potrebbe sembrare una qualsiasi persona tra tante, eppure per me non è così.
La bocca piena e perfetta, il naso che si arriccia quando è contraria su qualcosa, le guance rosse di vita, le sopracciglia folte e grandi e quei suoi occhi che potrebbero far spegnere il Sole se solo si chiudessero.
I capelli sempre arruffati, le mani che vanno da una parte all'altra, il neo sul collo che resta sempre lì pronto ad essere ammirato.
Mi perdo nei suoi gesti mentre mi avvicino.
La mia unica speranza di ritornare in superficie è lei. Così strana e incasinata.
Ho diciott'anni, ma mi sento ancora un bambino. Con lei ritorno a provare emozioni che mi ero dimenticato.
È una maga.
Con i suoi occhi troppo grandi per contenere solo l'universo.
Non la vedo da troppo tempo e forse è per questo che il mio cuore batte troppo.
Indossa un vestito verde menta corto e le sfiora la pelle chiara della coscia.
"Bellezze eccovi qua!" Sghignazza Yosef attaccandosi a Lory. Il piercing finto di lei brilla mentre gli sorride.
Rae si gira e il suo sguardo si punta su di me.
Azzurro marcio contro verde bosco.
"Ciao Sober Boy" Sussurra e i suoi occhi luccicano mentre mi guarda da capo a piedi.
"Ehi, Spice Girl." Dico io.
Sorride.
Dio quanto vorrei che lo facesse sempre.
Se sorride io mi inebrio della sua bellezza e ormai sono così fatto di lei che se non la vedessi tutti i giorni potrei davvero impazzire.
Lei è la mia persona.
Ecco tutto.

Spazio Autrice
Cos'è questa cosa che nessuno mi ha fatto gli auguri di buon compleanno, oggi? Bah! Ma guarda un po'! Antipatici proprio!
Sisi! E io che aggiorno per voi!
SCHEEEEEEEEEEEEEEERZO!
Vi amo tutti! Per come vi state comportando con me e con questi personaggi lunatici e infinitamente romantici.
Cosa ci fa Harold Noose in questo capitolo?
Chiedetelo al mio cervello che ha queste illuminazioni. Dice che anche lui doveva evolversi. Andatelo a capire....
Vi è piaciuto questo mini capitolo?
Spero di sì!
Un bacio a tutti voi e...
Aggiornerò Venerdì o Sabato!
UN SUPER BACIO A VOI!

Sober Boy (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora