Capitolo 16

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Chris

"Farò la festa più grande di tutte, lo prometto." Dice Yosef mentre guarda schifato i libri negli scaffali. "Come fai a leggere questa roba?" Chiede.
La biblioteca è aperta a tutte le ore del giorno e adesso sono appena le sei di sera. Dovrei ritornare a casa per studiare ma oggi non è giornata.
"Se la leggessi anche tu, ti piacerebbe." Dico mentre giro la pagina del libro che sto leggendo.
"Da quanto sei buttato in questo postaccio?" Chiede guardandomi con gli occhi pieni di pietà.
"Major, che vuoi?" Chiedo alzando lo sguardo verso di lui.
Si guarda intorno e appena la ragazza che sistema i libri si sposta, si accuccia vicino a me.
"Amico, sembri appena tornato dall'inferno. Che hai? Lo sai che a me puoi dire tutto, sono tuo amico anche se tu continui a dirmi di no. Quindi, parla!" Dice fissandomi serio.
Non l'ho mai visto così determinato in vita mia, è strano e divertente allo stesso tempo.
"Cosa ti devo dire?" Chiedo non capendo quello che sta dicendo. Sembra impazzito, noi non ci confidiamo mai.
"Tutto." Dice determinato.
"Mh." Ritorno a leggere il mio libro. Una mano di Yosef lo strappa dalle mie e lo poggia su uno degli scaffali.
"Non fare il coglione e parla." Dice assottigliando gli occhi.
Bene, ora anche lui sta facendo il rompi coglioni.
Sbuffo prima di sistemarmi meglio sul pavimento. "Niente di che. Ho fatto una specie di amicizia con Rae Bailey poi lei mi ha baciato e alla fine è andata a dire al mondo intero cose non vere su di me." Affermo indifferente.
In realtà tutta questa storia mi sta uccidendo pian piano, ma sono un tipo che se vuole nascondere qualcosa lo fa per bene.
Yosef mi fissa con la  bocca aperta e gli occhi sbarrati.
"Hai baciato una ragazza e non me l'hai detto?" Chiede.
"Ecco vedi? Ti fermi sempre su queste fottute cose! Sembri peggio di Harold Noose." Dico protestando.
"Okay, hai ragione." Dice sedendosi davanti a me. "Facciamo una cosa, tu mi dici come ti senti e io poi esprimo la mia opinione su tutto questo." Sorride rassicurante.
Aspetto qualche secondo prima di parlare. "Sto una merda. Mi sento come un preservativo utilizzato trentacinque volte." Dico sbuffando.
"Okay, buon paragone." Ride guardandomi. "Quel che penso? Rae Bailey è una ragazza che vuole conquistare i titoli più alti del liceo per sentirsi meglio, solo che magari ha problemi a casa e quindi è sempre incazzata. Insomma tu l'hai baciata..."
"Lei mi ha baciato." Lo interrompo.
"Okay, lei ti ha baciato perché voleva magari dimenticare qualcosa e tu, dato che ti conosco, l'hai respinta perché avevi paura di perdere la verginità co..."
"Ho già perso la verginità, Yosef. Vuoi che ti lanci i libri per convincerti?" Lo interrompo di nuovo.
"Insomma, lei si è sentita come rifiutata e si è fatta un sacco di complessi così si è vendicata. Adesso tu stai una merda e lei sta con William Jones." Riassume. "Sai che ti dico? Che lei ti piace e che anche lei prova qualcosa per te. Tutto questo casino altrimenti non sarebbe successo."
"E adesso cosa bisogna fare?" Chiedo esasperato.
"Niente. Be', devi aspettare! Le cose belle arrivano quando si aspetta, no?" Dice cercando di rassicurarmi.
Aspettare. Io non sono il tipo di persona che aspetta tanto.
"Non credo che aspetterò tanto." Ammetto.
"E io credo che lei non riuscirà mai a stare più di un mese e mezzo con William Jones. Quel tipo ha problemi di autocontrollo, ricordi?" Chiede.
"Ricordo la tua pancia piena di lividi." Dico facendo una smorfia disgustata.
"Ecco, chi vorrebbe mai stare con uno che ha fatto male a questo splendido ragazzo?" Chiede sbattendo le ciglia e facendo una faccia da papera.
"Direi che sei davvero modesto." Affermo soltanto.
"Non mi dai neanche una soddisfazione tu, odioso Chris Tolman." Sbuffa. "Ora alzati. Andiamo a prendere una pizza e delle patatine piene di maionese."
"Non ho soldi." Affermo continuando a stare seduto.
"Per una volta nella vita te lo pago io."
"Lo sai che tra i due sei tu quello ricco, vero?" Chiedo mentre lo seguo.
"Sì, che sollievo." Mi sorride.
"Stronzo." Affermo io alzando gli occhi al cielo.

•••

Odio stare fermo a non fare niente e odio che la gente possa uccidere con poche e a volte stupide parole. Odio le ragazze provocanti e sensuali che catturano i miei occhi anche quando non vorrei, odio l'attrazione che provo per certe ragazze che non c'entrano niente con me. Odio la panna sulla cioccolata e il gelato al gusto di limone.
Fisso le stelle fosforescenti attaccate sulla parete della mia stanza. È passato tanto tempo da quando le ha attaccate sul mio soffitto. È passato tanto tempo da quando mi ha tradito e se n'è andata.
Ma forse è stato un bene, nessuno potrebbe davvero essere felice con una persona che cambia umore a seconda della moda del mese.
Io non sopporto neanche la moda, figuriamoci.
Chiudo gli occhi e penso alle sere che passo a vedere le stelle sul tetto e alle cicale che cantano senza degnarsi della presenza degli uomini.
Nel silenzio sento la porta di casa aprirsi, mia madre che parla, i passi sulle scale. Non li riconosco ma so che magari è mio padre che è appena tornato dal lavoro stanco morto.
Sento la mia porta aprirsi lentamente e mi ricordo che mia madre è una che vorrebbe avere tutto sotto controllo. Poi però sento i passi avvicinarsi troppo e un corpo che si posiziona vicino al mio. Sento poi delle braccia stringermi e una testa poggiarsi sul mio petto. Tocco il corpo pensando a mia madre, ma il contatto mi manda subito in un altro mondo.
Io so chi è. So a chi appartiene questo profumo di pesca e vaniglia.
Sento il mio cuore andare in conto circuito mentre le sue braccia mi stringono ancora di più, le sue labbra sulla mia guancia dove ho fatto crescere un po' la barba.
Apro gli occhi e abbasso lo sguardo per vedere dei capelli ricci e due occhi verdi nascosti dietro degli occhiali con una montatura nera.
"Ehi, Sober Boy." Sussurra sorridendomi.
Sento che il peso dentro alla cassa toracica diminuisce e io sono completamente drogato dalla vista dei suoi occhi.
Dovrei odiarla sino alla fine dei miei giorni, ma mi manca così tanto la sua voce che finisco per stringerla più a me.
"Ehi, ragazza americana." Sussurro.
Due grosse lacrime cadono dai suoi occhi mentre io le bacio la fronte.
"Mi dispiace, Chris. Mi dispiace per tutto." Sussurra al mio orecchio.
Ma io non voglio le sue scuse, ho solo bisogno della sua vicinanza. Ho bisogno di sentirla più vicina di qualsiasi altra persona.
Le mie labbra baciano il suo naso e poi le sue guance bagnate, infine sfioro la sua bocca per tante volte prima di convincermi che andrà tutto bene.
Le mie dita passano tra i suoi capelli ricci e mi rendo conto di star sorridendo come un bambino. Sento le sue mani piccole e fredde appoggiarsi sulla mia nuca e le sue gambe stringersi ai miei fianchi mentre mi porto sopra di lei.
"Scusa." Singhiozza ancora.
Passo i pollici sulle sue guance per asciugarle e poi mi stacco per guardarla.
Gli occhi rossi come il naso, le labbra gonfie vermiglie e le guance piene di lentiggini.
È splendida.
"È tutto okay, Rae. È tutto okay perché sei qui con me." Sussurro sulle sue labbra prima di baciarla di nuovo.
Non credo che mi staccherò più da lei.

Spazio Autrice
Baaam!
Aggiornato in ritardo ma..
Meglio tardi che mai!
Spero che queso capitolo vi sia piaciuto e a Domenica 16 Luglio!
Grazie per tutto quello che fate per me, miei dolci e fantastici lettori!

Sober Boy (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora