Capitolo 25

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Lory

Se adesso non la smette di farsi male da sola, giuro che la prendo, la butto giù dal letto e le faccio fare una maratona di Scary Movie.
Anche se non potrò andare alla festa di Warren. Sempre meglio di vederla in queste condizioni.
"Non muoio! Voglio solo dormire." Dice Rae.
Sapete cosa vuol dire? Che è emotivamente depressa.
"Vieni alla festa! Ti svagherai! Qui è tutto così stupido e noioso." Dico cercando di trascinarla fuori dal letto. Le mie mani sulla sua gamba e i miei piedi ancorati al pavimento vecchio di cento anni.
Non so neanche come i miei nonni siano riusciti a trovare una sfumatura così chiara, per le mattonelle, da sembrare quasi trasparente.
"Io ci sto bene in questa casa! Dai, non te la metto in disordine. Ti prego, posso restarci? Non voglio neanche vedere Warren, Sophia o Jackson..." Afferma svogliata coprendosi ancora di più.
Non posso darle torto su questo. Neanche io voglio vedere Sophia e Jackson. Sono snob, viziati e antipatici.
"Okay." Affermo esasperata. "Ma appena rientro stiamo insieme. Non voglio sentire scuse!" Lei sorride e si butta su di me abbracciandomi.
"Grazie Lory." Sussurra prima di ributtarsi sul letto completamente rivoltato da lei e la sua mania di rotolarci sopra.
Stanotte mi sono dovuta spostare sul divano per non prendere colpi di gambe e braccia.
"Io vado." Affermo e lei fissa il mio maglioncino e i jeans skinny.
"Ma se ti mettessi qualcosa di più provocante?" Chiede. Alzo gli occhi al cielo.
È la solita Rae Bailey, l'americana.
Sempre alla moda, sempre lei.
"Guarda che non mi metto un vestito corto per morire dal freddo. Non devo fare colpo su nessuno se non su me stessa. E poi... siamo in inverno Rae!" Dico critica.
Lei fa un sorriso sornione.
E adesso che cosa pensa questa? Non vorrà mica dirmi...
"Nessuno su cui fare colpo?" Ridacchia.
"Senti, vatti a fare una bella dormita. Che tanto poi ti torturo." Dico sorridendo cattiva.
Lei sbuffa.
La saluto e poi esco.
Il vento freddo mi arriva in faccia in pochi secondi e impreco vedendo che il mare sta diventando sempre più impetuoso.
Se oggi Rae muore per annegamento, è colpa mia.

Io
Ritorna a casa se vedi che c'è molto vento. Il mare non sembra molto simpatico, oggi.

Le scrivo.
Lei non mi risponde, ma so che lo ha letto.
Mi metto in viaggio verso la casa di Warren, un ragazzo mingherlino di due anni più piccolo di me. Il perché organizzi feste anche per quelli dell'ultimo anno? Perché ha tanti soldi.
Troppi.
Il viaggio è pieno di rami che volano da una parte all'altra e uomini che cercano di sopravvivere al vento per prendere la posta o qualcos'altro.
La radio manda una canzone che va non stona per niente con il tempo.
It's Raining Men mi accompagna per un bel pezzo di viaggio e finisco anche per cantarlo nella mia più segreta pazzia.
Arrivo alla villa del riccone venti minuti dopo con ancora in testa questa canzone.
È pieno di macchine lussuose e la mia povera Dacia stona con esse, ma comunque trovo un piccolo spazio che nessuna Ferrari potrebbe riuscire a occupare.
Sorrido soddisfatta ed esco fuori dalla macchina. Il maglione corto si alza un po' e l'aria fredda mi entra dentro sino alle ossa.
"Cristo...!" Sussurro stringendo le braccia intorno alla mia pelle scoperta. "Prossima volta imbottita di lana dai piedi alla testa." Mi prometto.
Tolgo i ciuffi riccioluti dalla faccia e sbuffo mentre mi avvio verso la casa.
Lydia mi aspetta davanti alla porta, scherza e ride con un tipo alto e molto magro.
Capisco che è Warren solo quando gli sono davanti. Sembra l'incarnazione di un santone.
Vestito tutto di bianco e con occhi troppo azzurri.
Alzo gli occhi al cielo mentre vedo che Lydia gliela sta praticamente dando in mano.
"Ciao piccioncini!" Li prendo in giro.
Lydia si gira e mi guarda sorridendo. I suoi occhi a forma di mandorla si illuminano quando mi vede per bene.
Il suo vestito striminzito e azzurro chiaro fa cedere quanto il suo corpo sia minuto ma perfetto.
"Ciao schianto! Bel maglioncino!" Mi prende in giro Lydia. Sorrido falsamente prima di guardare Warren.
"Benvenuta alla mia festa! Io vado a vedere che combinano gli altri!" Sorride prima di correre via.
Io metto paura a tutti. Non lo so il perché.
Forse perché sono Afro australiana, forse perché sono abbastanza stronza se mi prendi nei giorni sbagliati, o forse ancora perché in testa ho un cespuglio che attira tutti gli uccelli del mondo.
"Cristo, non si staccava! Sono restata mezz'ora fuori... la mia pelle è praticamente dello stesso colore de vestito. Figlio di puttana..!" Si lamenta Lydia mentre entriamo dentro.
Il caldo c'investe e io mi sento finalmente appagata, Lydia è ancora un ghiacciolo.
L'idea di fregarmene ha avuto un grande risultato.
"Credi che oggi William mi chiederà di essere la sua fidanzata?" Chiede Lydia speranzosa.
"Lydia, tu dovresti stare lontana da lui. È stupido, razzista e... ti usa." Dico rincorrendola per la sala piena di persone.
Intravedo Sophia e Jackson che si slinguazzano a vicenda. Non so il perché. Infondo sappiamo tutti che Jackson è gay, ma a quanto pare non trovano altra soluzione di farsi piacere se non così.
"Lo so! Ma è William... e poi adesso che è libero magari ci pensa a stare con me." Afferma sicura.
William è quella specie di Bad Boy che stava con Rae. Non so neanche per quale motivo Lydia Garrett dovrebbe davvero stare con uno così.
Ma a quanto dice lei: l'amore non si comanda.
Mi passa un bicchiere pieno di punch e sicuramente alcool e poi supera un grande gruppo per poi appiccicarsi a William che sta già filtrando con un'altra ragazza.
La musica da discoteca mi fa storcere il naso.
Dovevo stare a casa con Rae, mi sarei divertita molto di più.
Sbuffo prima di girarmi ed andarmene.
Non ci voglio stare qua.
Ma qualcuno mi va addosso, il bicchiere si rovescia sul mio povero maglioncino e tutto ad un tratto il tessuto è diventato rosa.
"Merda!" Urlo. Alzo lo sguardo e c'è Sophia che sorride soddisfatta.
"Questo è perché ti sei alleata con la nuova troia di Perth." Sorride.
Stai calma Lory, è solo un oca che vorresti uccidere con tutto il tuo cuore.
"Vattene a fanculo, Sophia. E se provi a chiamare di nuovo Rae troia dico a tutti che hai i capelli lisci e le ciglia finte permanenti." Dico.
Sembra una minaccia stupida, ma so dove colpire lei e il suo amichetto.
"Oh!" Afferma sorpresa.
La supero con uno spintone e cerco un bagno.
"Warren!" Urlo vedendolo che sta servendo la stessa sostanza che ho sul maglione.
"Ciao Lory." Afferma sorridendomi mezzo ubriaco.
"Dove lo trovo il bagno?" Chiedo.
"Corridoio a destra." Dice e poi scompare.
E la porta? Magari finisco in un cinema privato e non me ne rendo conto per il buio e inciampo e...
Faccio un respiro profondo prima di avviarmi verso il corridoio che mi ha indicato quello stupido riccone a cui appartiene questa casa.
Apro la prima porta che mi trovo davanti e non c'è niente se non una grande stanza piena di trofei e attestati. La seconda è più vuota dell'altra.
Alla terza mi rendo conto che sono arrivata a quella giusta, se non fosse che il lavandino è tutto vomitato, c'è piscio sul pavimento e una tizia mora è addormentata sul water.
Inarco le sopracciglia sbalordita da quello che vedo.
È possibile che io sia così tremendamente sfigata?
Vado più avanti e cerco un altro bagno che magari Warren tiene per se. L'ultima porta all'angolo è chiusa e piena di divieti.
"Non entrare" e "Non puoi passare!" sono scritti a caratteri cubitali.
Apro la porta e sospiro di sollievo vedendo che è solo una camera da letto piena di cuscini, telescopi e mazze da golf.
Mi avvio verso la porta a destra del letto e quando la apro, trovo quello che stavo cercando.
Un bagno pulito, lucidato e disinfettato.
Ah...! I miei occhi vedono cose veramente belle.
Appena arrivo davanti al lavandino e allo specchio fisso il tessuto ormai rosso.
Mi tolgo il maglione restando con il top corto che copre il reggiseno.
Bagno il maglione nell'acqua e cerco di far andare via il liquido.
Quando noto che non se ne va facilmente, sospiro combattuta. Alzo lo sguardo verso lo specchio e i miei occhi incontrano la mia immagine.
I capelli neri sono colorati di verde sulle punte, consigliato dalla mia parrucchiera. La faccia troppo rotonda, gli occhi scuri e grandi come quelli di una giraffa, naso un po' schiacciato e labbra dannatamente grandi. Spalle larghe e corporatura differente dalle altre ragazze della mia scuola. Tutte gracili e perfettine.
Mi metto una mano sulla faccia ed essa bagna la mia pelle scura.
Non sono mai stata una ragazza desiderata e quindi sono praticamente l'opposto di Rae.
Eppure neanche io ho mai voluto avere gli occhi addosso, adesso però sento il bisogno di sentire lo sguardo di una persona in particolare su di me.
Li desidero tanto, troppo.
E non riesco a paragonale l'effetto su di me perché non c'è niente che potrebbe davvero avvicinarsi.
Strizzo il maglione e lo metto ad asciugare nel termosifone acceso. Esco dal bagno e incomincio a vagare per la stanza.
Libri che non sono mai stati aperti, altri trofei di golf, telescopi e macchine fotografiche popolano la libreria vicino alla finestra.
Sento dei passi fuori dalla porta, un borbottio sommesso.
I passi si avvicinano e io ritorno velocemente nel bagno, spengo la luce e aspetto.
La porta della camera si apre e dei passi seguiti da altri mi fanno mettere la mano davanti alla bocca.
"Sta' qua! Fottuto coglione che fa sempre casini." Riconosco la voce di Warren. "E quando ti sei ripreso vattene via. Non sei più il benvenuto." Sussurra sprezzante.
L'odio nella sua voce lo sento anche da qua.
Sento di nuovo i suoi passi e poi la porta chiudersi.
Sento un sospiro, dei passi pesanti e poi il cigolio del letto. Fisso dalla fessura che si forma tra la porta e i cardini.
Una figura è a pancia in giù su quel letto che poco prima guardavo con ripugnanza. Troppo bianco, come Warren del resto.
Sempre vestito di bianco.
Non odio il colore in se, odio il modo in cui Warren pensa di illudere la gente.
Sono puro.
È un colore a renderti puro?
No, ma Warren pensa il contrario.
Mi metto frettolosamente il maglione umido ed esco fuori dal bagno e fisso la corporatura del ragazzo sul letto. La maglietta a maniche corte grigia è in contrasto con la sua pelle olivastra e i capelli leggermente lunghi e lisci sono sparpagliati sul bianco.
I miei occhi catturano ogni dettaglio mentre silenziosamente cerco di uscire dalla camera.
Ma purtroppo Warren è anche un disordine vagante e finisco per inciampare in un trenino per bambini.
La figura si gira di scatto e i miei occhi incontrano quelli di un ragazzo che conosco bene nelle mie fantasie.
Sono occhi castano scuro quelli che vedo, profondamente belli e irresistibili per Lory Jeremiah.
"Lory...!" Afferma alzandosi di scatto e mettendosi bene la maglietta.
"Yosef! Mm..." Sento i suoi occhi su di me mentre cerco di nascondere la macchia rossa con le mie braccia.
"Sono entrata per sbaglio qua dentro." e "Warren mi ha cacciato." Diciamo insieme.
Sorrido divertita mentre lui si guarda intorno con gli occhi spalancati.
"Per quale motivo ti ha cacciato?" Chiedo guardandolo di sottecchi.
Yosef Major è splendido.
E ogni ragazza del liceo vorrebbe davvero farselo. Ma come evitarlo?
Yosef è perfetto per essere venerato. Alto, spalle larghe, muscoloso, pelle olivastra, capelli da favola e occhi che ispirano troppe cose.
Sospira prima di mettersi una mano in faccia. Si siede sul letto e mi guarda dritto negli occhi.
"Ho insultato pesantemente Jackson." Afferma sbuffando. Sorrido ancora di più mentre mi appoggio alla porta e studio i suoi lineamenti così perfetti.
"Hai insultato Jackson? Pensavo fosse il tuo amore proibito..!" Lo prendo in giro.
"Non so neanche come faccia ad essere sopportato da mezza scuola. È un coglione, gay o non gay." Dice facendomi ridere.
Mi avvicino a lui e mi siedo sul letto. La mia coscia tocca la sua e rabbrividisco.
Non mi sono mai avvicinata così tanto a lui, anche se siamo sempre stati insieme alle scuole elementari. Ho sempre trovato Yosef Major impossibile da raggiungere.
Ma adesso siamo soli, nessuno può dividerci.
Che non siamo noi, ovviamente.
"L'hai insultato perché è un coglione? Soltanto per questo?" Chiedo curiosa.
Tossisce, si guarda intorno e resta in silenzio.
Io lo guardo e resto imbambolata.
Non è per il suo nome o il suo fisico che lo guardo, è per come i suoi occhi mi parlano.

Se solo sapessi che cosa succede quando per caso a scuola mi passi affianco, mi guardi e mi sorridi. Se solo sapessi che appena mi sorpassi ritorno ad essere la solita Lory Jeremiah che odia i ricchi, ma se nessuno mi vede mi guardo intorno e spero che tu possa ripassarmi davanti.
Perché sei tu, Yosef.
Niente a che vedere con le metafore o le similitudini. Tu sei Yosef e nessuno può paragonarti ad altro che te stesso, perché sei unico.

Spazio Autrice

Sì, lo so... Non vi ho neanche avvisati!
Ma volevo che ci fosse uno spazio anche per loro. Trovo Lory e Yosef molto importanti e non regalargli questo piccolo spazio mi è sembrato crudele. Anche nel prossimo capitolo sto pensando di continuare la loro storia.
Ma state tranquilli... Rae e Chris ritornano più forti di prima 😏
Voi come state? Io sono appena naufragata in montagna e anche se c'è abbastanza caldo, riesco a sentire l'aria fresca che caratterizza il Borgo.
Pubblicherò il prossimo capitolo Venerdì! Mi raccomando fate da bravi nel frattempo!

Sober Boy (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora