La fotografia seguente è molto famosa e molti di voi l’avranno vista sui giornali, pur non essendo affatto recente. La morte di questa ragazza è diventata famosa come ” il suicidio più bello del mondo”: di certo è un affermazione paradossale perchè la morte non è mai bella, ma c’è un valido motivo per cui venne coniata.
Evelyn Francis McHale fu protagonista della tragedia che si consumò il 1° maggio 1947, quando si gettò dall’ 86° piano dell’ Empire State Building, morendo ovviamente sul colpo ma rimanendo praticamente intatta.
Evelyn nacque nel 1923 in California, sesta di sette figli. Vincent, il padre di Evelyn, lavorava in banca e si trasferì con tutta la famiglia diverse volte, destabilizzando l’equilibrio familiare. Giunsero a Washington e poco dopo Helen, la madre, in preda ad una profonda depressione, chiese il divorzio e lasciò il padre con sette bambini da accudire.
E lui reagì nell’unico modo che conosceva, con l’ennesimo trasferimento: tutti a Tuckahoe, New York, dove Evelyn riuscì a finire la high school. Dopo entrò nei Women’s Army Corps che la portarono a nuovi vagabondaggi, questa volta in solitaria. L’esperienza non deve essere delle più fortunate, dato che a termine servizio Evelyn bruciò la divisa.
Tornata nella Grande Mela trovò lavoro e un ragazzo, con cui progettò il matrimonio per il giugno del 1947. Il 30 aprile Evelyn andò a Easton per festeggiare il compleanno del suo fidanzato e il giorno dopo, il primo maggio, tornò a New York.
Evelyn quel giorno entrò nell’Empire State Building, salì all’86° piano e scrisse alcune righe su un foglio di carta. Alle 10.30 di sera piegò con cura il soprabito e lo lasciò in un angolo insieme a una borsetta per il trucco, alcune foto di famiglia e un taccuino nero.
Pochi istanti dopo Evelyn McHale, 23enne, si buttò nel vuoto e in pochi secondi raggiunse il suolo ponendo fine alla sua vita. Robert Wiles, un giovane fotografo, pochi minuti dopo la morte della giovane scattò una foto che entrò nella storia: il corpo della ragazza era caduto sopra una limousine delle Nazioni Unite, parcheggiata al lato della strada. , ma incredibilmente era intatto dopo un volo di 86 piani.
La compostezza della morte violenta di Evelyn lasciò tutti stupefatti: l’ impatto del suo corpo sull’automobile aveva sfondato il tetto, mandando in frantumi i finestrini. Al contrario il corpo, appena sgualcito, sembra coricato in un sonno senza respiro, sulle lamiere sfondate e contorte della limousine.
L’addio di Evelyn fu questo:
( per il fidanzato ) <<Vivrai meglio senza di me, non sarei una brava moglie per nessuno…>>
( per chiunque avesse recuperato il corpo) <<Non voglio che nessuno, della mia famiglia o meno, veda alcuna parte di me. Potete distruggere il mio corpo cremandolo? Prego voi e la mia famiglia: non voglio nessun funerale o commemorazione. Il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo in giugno. Starà molto meglio senza di me. Dite a mio padre che ho preso troppe tendenze da mia madre…>>
STAI LEGGENDO
Storie vere, leggende inquietanti e misteri
CasualePer gli appassionati dell'horror, del mistero e del paranormale, ecco a voi una raccolta di storie realmente accadute, leggende e misteri. Spero vi possa risultare interessante. Contenuti non adatti ai più piccoli o ai più suscettibili. Buona lettu...