1500 sono gli anni che ho vissuto.
Ho assistito alla creazione di imperi che sono stati distrutti.
Ho combattuto a fianco di amici e nemici.
Ed ora vi narrerò la mia storia.
Quando aveva detto che era l'inizio della giornata, non pensavo di ritrovarmi allacciata ad una cintura pronta a morire su uno di cosi dove la gente fa ore di fila. All'inizio pensavo che fosse una torre con vista, ma dovetti ricredermi: 360 metri di altezza, con dentro tutte cose le più immaginabili. Per ogni piano c'è di tutto: discoteche, chiese, casinò, ma la parte più incredibile è all'ultimo piano.Un mini parco giochi! È non stiamo parlando di un biliardo e qualche freccia da tirare al muro. Montagne russe proprio quelle dove ero seduta io, con lui dietro.
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Iniziai a sudare ancóra di più, quando quell'aggeggio iniziò a muoversi. Urlai come se la mia ora fosse arrivata, mentre sotto di me la città si faceva piccola. Avrei potuto, e dico "avrei potuto", ammirare il panorama diversamente, se non fossi seduta qui ad urlare come una matta in piena crisi. Se quell'aggeggio si fosse rotto sarei potuta cadere assicurandomi una morte certa Sentii qualcosa di freddo sfiorare il mio viso, mentre sentivo che da un momento all'altro avrei vomitato quelle caramelle che avevo mangiato poche ore fa. -Non pensare che siamo in alto. Pensa a quello che il mondo ti può offrire da questa vista- disse sentendo la sua voce così vicina. -Oh cazzo- pensai quando notai il suo viso sopra la mia testa. - Daniel siediti! Ti prego, torna a sedere- incominciai a urlare. Dopo varie preghiere, varie suppliche, lui mi ascoltò facendomi tirare un respiro sollievo anche alla gente che si era fermata a vederci. -Tu sei pazzo! Completamente pazzo- dissi una volta scesa. Un uomo si avvicinò a lui, mentre la gente cercava di capire se davvero fossimo appena scappati da un reparto di psichiatria. -Non è successo niente. Tornate a fare quello che stavate facendo- urlò lui, rivolto alla piccola folla che si era creata per colpa del suo spettacolo. L'agente che stava venendo incontro a noi, si fermò per poi ritornare indietro. Io rimasi ferma a bocca aperta, mentre guardavo la gente che iniziò a sparpagliarsi una volta che lui finì di parlare. -Cosa vuoi provare ora?- chiese, mentre io cercavo di capire se davanti a me avevo la stessa persona che avevo tutti i giorni in classe. No, non è lui! Non è il mio professore che sgrida chiunque per un semplice biglietto trovato per terra. Non è lo stesso che quando ci becca a scrivere un messaggio, urla minacciandoci di essere sospesi. -Che fine ha fatto al mio professore? Dove l'hai nascosto?- chiesi, puntandogli il dito sul suo petto. -È qui! Ma sono anche questo. Prendere o lasciare!- disse, prima di mettersi un lecca lecca in bocca. La saliva mi andò di traverso. Lui stava chiedendo a me di "prendere o lasciare." Non ci posso credere! Se sono in uno di quei sogni, vi prego non svegliatemi.
Iniziammo a girare per le varie slot, mentre scherzavamo su tutto. Avevo smesso di pensare al mio passato, lasciandomi cullare dal mio presente,anche se sapevo che una volta varcate le porte di casa mia tutto sarebbe tornato. -Vieni, andiamo- prese la mia mano per entrare in ascensore. Ci fermammo ad un piano, e sentii il cuore alla gola. Oh mio Dio!
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