Capitolo 23

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Pov Daniel:

« Io fuggirò perché tu continui ad allontanarmi »

Iniziai a sfogare la mia rabbia sul volante, mentre mi odiavo profondamente per la piega che aveva preso il discorso.
«Maledizione! Vaffanculo» urlai, accelerando con la macchina.
Non volevo che andasse a finire così, avevo delle cose da sbrigare a Las Vegas, per poi andare fino a New York. Potevo andare e tornare in giornata, ma avrei approfittato per stare da solo, nutrirmi meglio. Con lei al mio fianco è sempre più difficile resisterle.
Parcheggiai la macchina decidendo di andare a modo mio, ero nervoso e avevo bisogno di sfogarmi.

Arrivai in clinica carico di rabbia.
«Buongiorno a te Daniel. Ogni tanto dovresti bussare, sai è una clinica questa.» disse Louis ridendo.
-Io me ne vado, sparisco. Ma prima la ammazzo. No, la lascio andare dopo quello che mi ha detto. Prima bevo il suo sangue e poi la lascio andare. Ah dannazione!- urlai, dando un calcio al tavolo in vetro spaccandolo.
Louis si alzò avvicinandosi cautamente a me, ma come non dargli torto? Era la prima volta che mi vedeva in quello stato.

-Se iniziassi dall'inizio senza spaccare tutta la clinica, sarebbe preferibile.- Disse, mentre i miei occhi diventavano rossi.
-Mi sfida! Continua a sfidarmi, a sputare sentenze senza sapere un cazzo. Pensa che... quella ragazzina mi manderà all'inferno!- risposi cercando di calmarmi.
-Che tu vada all'inferno è sicuro- emisi un suono dalla mia bocca, per fargli capire che non era il momento di scherzare. -Va bene ho capito, allora se ho compreso bene; una ragazzina di diciassette anni sta sfidando un vampiro di 1.500 anni, e per curiosità, potrei sapere come?- chiese incrociando le mani al petto.
-Non fare il sarcastico, non è il momento. Comunque non mi lascia spiegare! Si offende ad ogni cosa che le dico. Mi provoca. Oh sì che mi provoca! Mi ha perfino "sputato" il latte sul viso perché mi ha visto a petto nudo nella mia cucina. In casa mia ti rendi conto?-
-Oh, oh, fermo! Aspetta un attimo: hai detto cucina? Di quale casa stai parlando?- chiese avvicinandosi a me.
- Casa mia, quella che ho acquistato in quella città sperduta.- Risposi ricordandomi che non l'avevo informato. Non che dovessi farlo.
-Quindi, mi stai dicendo che lei è entrata nella tua casa?-
-È già entrata qui a Las Vegas- sbuffai sedendomi
-No, no. Lì è diverso. È la tua casa e tue le regole. Ti dice niente questa parola: REGOLE?  Oh mio Dio sei cotto! Puoi dirmi tutto quello che vuoi, ma tu, amico moi, sei cotto marcio. E non sei qui perché lei ti ha sfidato. No, tu sei qui perché l'hai delusa e non sai come rimediare. Puoi dirmi quello che vuoi ma è così. E non usare la tua corazza da vampiro senza cuore, perché non ci casco!-disse, sedendosi di fronte a me sorridendo. Rimasi in silenzio pensando a quello che è successo poche ore prima.
- Daniel, posso farti una domanda?- lo guardai senza rispondere, tanto lo conoscevo abbastanza da sapere che non sarebbe rimasto in silenzio, e non mi andava nemmeno di leggere nella sua mente per anticipare la risposta.
-In 1.500 anni di vita avrai conosciuto milioni, ma che dico, miliardi di donne, mai qualcuna si è avvicinata così tanto a te?-chiese, e la mia mente iniziò a pensare ai miei quattordici anni.
La prima ragazza, i primi baci, il primo sangue. La mente mi mostrò tutti i ricordi che avevo con le diverse donne.
-No!- risposi secco, mentre lui mi guardava pronto ad incominciare con il suo interrogatorio, che sicuramente mi avrebbe portato ad una soluzione.
-Quando sei con lei, il tempo si ferma? Dimentichi di essere un vampiro?-
Pensai al primo bacio che le avevo rubato,la forte scossa che sento ogni volta con lei, al fatto che lei riuscisse a portarmi in un mondo mai visto fino ad ora.
-Sì- sussurrai con timore.
-Pensi che per lei potresti uccidere, o addirittura morire?- chiese alzandosi, e poi sedendosi a fianco a me.
Uccidere, se non avessi avuto il potere di manipolare gli altri, avrei ucciso quel giorno quegli stupidi che hanno provato a portarla via da me. Morire che senso ha? La mia vita non ha scopo se lei se ne va via da me.
-Sì- dissi debolmente, sentendomi vuoto senza di lei.
La mano di Louis si appoggiò sulla mia spalla, ma non osai voltarmi verso di lui.
- Daniel, non so se un vampiro può amare, ma quello che provi è amore. Sei disposto a morire per vederla felice, e se questo non è amore, non so cos'altro possa essere- aggiunse dolcemente, mentre la mia mente confermava le sue parole.

ETKEN - l'ultimo Principe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora