Capitolo 40

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Pov Daniel:

Molto spesso dimenticavo che era umana, mi lasciavo prendere dal momento per gustare quelle labbra.
Mi allontanai da lei per darle il tempo di respirare, anche se ogni parte del mio corpo voleva di più. Lo sentivo!
Julya mi fa un effetto che nessuna donna riesce a farmi, e non parlo di sentimenti, parlo anche a livello fisico. Ogni volta che sono con lei devo cercare di resistere per non possederla. Mi alzo, senza mai smettere di guardarla.
Devo spiegarle tutto, farle presente chi sono in realtà, dirle la verità sulla morte dei suoi genitori e sull'apparizione dell'ibrido.
Non ci riesco, nonostante sappia che un giorno lei scoprirà la verità e la perderò per sempre.

"Non posso, non ora!" continuavo a ripetermi dentro.
«Dan sei strano. Non è per quello che ho ricordato? Forse pensi che sono pazza.»
«Non dirlo nemmeno. Tu non sei pazza, io ti credo è solo...»
«Cosa, perché non parli con me? Perchè sono soltanto una ragazzina? » Prova a dire prima di ritornare di nuovo sopra di lei.
«Una ragazzina non mi farebbe questo effetto, non mi farebbe battere il cuore che è morto anni fa. Una ragazzina non mi farebbe provare sensazioni bellissime, ma allo stesso tempo
paura.»
«Paura di cosa?» espose sussurrando la sua domanda, con un tono alquanto sensuale.
«P-paura di perderti.» Risposi onestamente, mentre la sua mano sfiorava il mio viso freddo.
«Perché dovresti perdermi?» chiese.
«Perché sono diverso. Perché non sono soltanto quello che vedi.» Aggiunse.
«Beh, che eri strano l'avevo capito quando hai cercato di portarmi in quel locale di spogliarelliste, ricordandoti dopo che non era il caso. Ma è per questo che mi piaci, hai il potere di portarmi in un mondo dove non sono mai stata.» Aggiunse, e il suo viso diventò tutto rosso per l'imbarazzo dovuto a quelle parole.
Mi appoggiai con i gomiti sul letto per non pesare su di lei, soffiai sulla sua fronte per allontanare un ciuffo ribelle che era sul suo volto.
«Julya, vorrei che le tue parole non cambiassero appena scoperta la verità.
Come vorrei che il mio potere funzionasse anche su di te, per poi cancellare la brutta notizia e farti rimanere con me.» Parlai senza rendermene conto. Lei mi guarda facendo un piccolo sorriso, non capendo di cosa stia parlando.
«Non c'è cosa che mi possa allontanare da te. Non ora.» Disse ridendo, incorciando le sue mani dietro al mio collo.
«A meno che tu non sia come quel mostro, ma so che non è cosi. A proposito, volevo chiederti una cosa.» Rabbrividì a quell'affermazione.
La mia mente continuò a ripetere le sue parole, come a illudersi che io non ero come lui. Io non ero Xavier. Ma in fondo ero peggio! Nonostante abbia smesso di uccidere le persone innocenti, rimango pur sempre un Vampiro. L'ultimo Principe dei Vampiri.




Pov Julya:

Lo guardai e sembrava in trance, perso in chissà quali pensieri.
«Daniel?» lo richiamai, mentre i suoi occhi tornarono su di me.
«Io volevo andare alla polizia. Forse questo particolare potrà aiutarli, e visto... Mi vengono i brividi a pensare che devo parlare con William.» Dissi ancora scossa per questa cosa.
Non l'ho affrontato, perché l'unica cosa a cui ho pensato in quel momento era scappare. Come se questo cambiasse la realtà. Lui, in un modo o nell'altro, è vivo!
Mentre a detta di Daniel, i miei genitori sono morti veramente.
«No!» urlò, prima di alzarsi da sopra di me.
«No, cosa?» chiesi alzandomi anche io.
«Tu non lo vedrai. Non parlerai con lui, e per la polizia ti accompagno io, anche se servirà a ben poco. Ma con quel Ibr... Non se ne parla!» disse duramente, con un tono arrabbiato.
«Scusa, perché? Se pensi che io provi ancora qualcosa per lui...» provai a giustificarmi alzandomi dal letto per raggiungerlo.
«No Julya, non è per quello.» Disse.
«Allora cosa?»
«Vuoi vederlo? Va bene, ma lo farai sempre in mia presenza.» Disse a denti stretti.
Appoggiai la mia mano sul suo petto e rimase fermo. Una cosa che trovavo davvero strana di Dan, a parte il suo essere sempre freddo, è che non sentivo mai il suo battito del cuore. Forse il battito era debole o forse io non ci facevo caso.
«Daniel se è per la tua paura di perdermi, devi stare tranquillo. Io non me ne andrò, non provo più niente per lui.» Certo, l'effetto di shock nel rivederlo è stato forte. Ma oggi riesco a capire la differenza fra una cotta ed essere innamorata, perché con Dan lo provo tutti i giorni.
«Non è per quello. Nessuno ti amerebbe come ti amo io Julya, ma ti prego, per una volta fidati di me. Mai e poi mai non restare da sola con lui.» Disse prima di uscire, e rimasi a bocca aperta.
Mi aveva appena confessato il suo amore. Mi aveva appena detto che mi amava.
Continuavo a ripetere dentro di me, mentre il mio cuore iniziò a battere più forte, quelle dolci parole.
Mi sedetti sul letto, ancora in fase di sorpresa per quello che aveva detto, quando il mio cellulare suonò. Lo presi per leggere chi mi aveva mandato il messaggio. Forse era Yolanda, che voleva chiedermi come stessi, visto che mi ricordai di essere svenuta al locale.

Messaggio da Baker: « Domani ti aspetto alla prima ora in aula di fisica! Devo parlarti in privato perchè è urgente. Vita o morte. »

Baker, quando doveva dirti una cosa davvero importante si firmava così: "vita o morte". Lessi più volte quel messaggio, nonostante Baker sapeva che se c'era qualcosa poteva sempre chiedere a me.

Flashback
Quella sera c'era una festa organizzata da una delle bionde ossigenate. William nei primi mesi non era il ragazzo modello. Stava con me, ogni tanto mi faceva le coccole, ma spariva per ore ed ore lasciandomi sola.
Quella sera, per sfogarmi, o per attirare la sua attenzione, avevo bevuto tanto assieme a Baker, ed era anche lui distrutto per qualcosa che non ho mai scoperto.
Avevamo quindici anni, eravamo degl' incoscenti.
Io sono stata una stupida, tradire il mio fidanzato con il suo migliore amico è la cosa di cui ancora oggi mi vergogno.
L'alcol passa e ti ritrovi in una stanza, con la consapevolezza di aver perso la propria verginità con il tuo migliore amico. Sia io che Baker non siamo riusciti a guardarci in faccia per mesi.
Avevo preso coraggio e volevo raccontare tutto a William, dicendogli cosa era successo e prendendomi tutte le colpe. Ma quella sera avvenne il dramma.
Fine flashback

Presi il telefono rispondendo al suo messaggio: "Va bene niente scherzi". Mentre la mente pensa ad alcuni ricordi con Baker.

Flashback:
« Stellina! Sono pazzamente innamorato di te, ma non posso perchè sei del mio amico! Il mio migliore amico. Quello che abbiamo tradito. »
«Baker sei ubriaco.» Gli ripetevo ad ogni sosta per farlo vomitare.
«Ti sbagli, io ti amo... ti amoooo!", urlò, "Uso gli scherzi per nascondere la mia rabbia, la mia frustrazione per non poterti avere. Lo faccio per farmi odiare e farti diventare più forte. Tu hai le palle a differenza di me.» Disse, mentre prendevo la chiave nascosta al solito posto.
«Grazie stellina!» disse prima di entrare e sparire.
Fine flashback


Fine flashback

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