1500 sono gli anni che ho vissuto.
Ho assistito alla creazione di imperi che sono stati distrutti.
Ho combattuto a fianco di amici e nemici.
Ed ora vi narrerò la mia storia.
Ci sono momenti della nostra vita in cui le parole ci abbandonano. Situazioni che ci sorprendono, che arrivano all'improvviso, alla quale noi non siamo preparati. In quei momenti pensi di sognare ad occhi aperti.
Era così che mi sono sentita, ma andiamo con ordine, perché oggi parlarne dopo cinque mesi da quando è successo tutto è facile, ma non è facile gestire il dolore, le lacrime, le forti urla.
Ci sono due sere che sono impresse nella mia mente: la notte in cui ho perso la mia famiglia. E quella notte! Quella notte così dolorosa che ha lasciato la sua firma sulla mia pelle, sul mio corpo, dentro al mio cuore, perché ci sono cose nella vita che non potremmo mai cancellare, mai.
Vorrei dire che la mia vita è andata avanti, che ora frequento i corsi come se niente fosse. Che la mia vita sociale è cambiata, ma non è così. La mia vita si è fermata quel giorno. Io non credo che lui sia morto. A detta di tutti, in realtà solo di Baker, per la precisione, io non accetto la sua morte.
Ma come avrei potuto? Come? Non ho una tomba su cui piangere, e quella sensazione di essere osservata non mi abbandona mai. Mi sono trasferita nella sua casa. Quella dove ci sono rinchiusi i miei ricordi più belli. Louis pochi mesi fa è venuto a trovarmi, portandomi un foglio con tutte le case, i conti bancari che erano in possesso di Daniel, giustificando il tutto dicendo che sicuramente lui avrebbe voluto che fossero lasciati a me. Ecco, anche lui è strano. Conosceva Dan da dieci anni, e sembrava che non avesse perso un amico. O forse sono io, che con il mio dolore, non riesco a capire come si possa andare avanti.
Stavo chiudendo lo zaino con dentro gli abiti che avevo deciso di portarmi per partire. Ero diretta in Norvegia al Monte Fleyen per l'esattezza. Mi fermai quando sentii qualcuno bussare. Scesi di corsa le scale correndo in direzione della porta.
«Arrivo Baker!» «Posso?» chiese e gli feci segno di sì. Baker è stata l'unica persona in questo tempo con cui io abbia parlato. Il nostro rapporto all'inizio era difficile. Lui non capiva! Non capiva come un amore come quello tra me e Daniel fosse così forte, che io senza di lui non vivevo più. Ha provato a farmi uscire, ma gli unici posti dove volevo andare erano alla sua ricerca. Sapevo dentro di me che lui non era morto, lo sentivo. «Che fai?» chiese Baker guardandosi intorno. So che gli dava fastidio che io abitassi qui, per lui io dovevo tornare a casa mia, ritornare a vivere come se niente fosse. Ma non posso! Non ora che mi manca l'ultimo luogo dove cercarlo. «Parto!» risposi, e lui sbuffò prima di sedersi. «Ju, ne abbiamo parlato! Devi smetterla di tormentarti. La vita va avanti! Lui non c'è, se n'è andato! È morto.» Rispose. «Non pronunciare quella parola!» aggiunsi a denti stretti. Mi dava fastidio sentire la parola "morte", perché dentro di me io sapevo che non era cosi.
«Ju, lui è... se non gli fosse successo niente, non pensi che si sarebbe fatto vivo? E ora voi due... beh, hai capito.» «Non lo conosci!» risposi infastidita dal suo discorso. «È vero, ma conosco te. Non hai fatto nemmeno questo per Wil...» non pronunciò il nome del verme, visto che sapeva che mi avrebbe procurato solo rabbia. «Baker, te l'ho già detto, con lui è diverso! E ora basta parlare di questo, non cambierò idea. E poi.. lui è l'unica cosa che mi resta.» Dissi più a me stessa che a lui. Le mani di Baker si posarono sulla mia spalla, fino a scendere verso le mie braccia. «Non è vero, hai me.» «Baker...» provai a dire confusa. «Ju. non hai bisogno di sapere quanto io tenga a te. Sei importante per me, lo sei sempre stata. Ti ho lasciata pensando che Will ti avrebbe amata meglio di me, ma mi sbagliavo. Forse se avessi avuto più coraggio...» «Coraggio per cosa?» chiesi alzando gli occhi sul suo viso. «Coraggio per dirti che sono innamorato di te da quando sei caduta con la bicicletta, e io ti ho medicata. Quando giochi con i capelli per il nervoso o quando ti mordi il labbro per evitare di dire qualcosa di sbagliato, quando sorridi. E ... Coraggio per fare questo!» aggiunse, prima di posare le sue labbra sulle mie.
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«Baker!» dissi allentandomi da lui. «Lo so che è presto per te.» «Io... mi dispiace, ma non posso!» dissi sincera. «Non dire niente! Ti prego, fai quest'ultimo viaggio, e se non trovi niente torna da me! Torna da me perché io ti aspetterò Julya. Non voglio perderti, non voglio...» disse prima di darmi un bacio sulla fronte e camminare in direzione della porta, lasciandomi sola.
Rimasi ferma a pensare alle sue parole, quelle parole così sincere, ma che non avrebbero mai cambiato o distrutto quello che io provo per Daniel.
«So che sei vivo, lo so! Ti troverò a costo di cercarti per l'eternità.» Urlai rivolta al vuoto