Pov Julya:
"Sono dannatamente geloso di te"
Guardai la sua macchina allontanarsi, mentre dentro di me una sensazione continuava a prendere possesso del mio corpo: Paura.
Da quando lui si è avvicinato a me, ho sempre sentito la sensazione di perderlo da un momento all'altro. Ho sempre voluto delle dimostrazioni, per capire quanto realmente se lui tiene davvero a me. E ora, vederlo andare via per mio volere mi fa sentire vuota, persa. Ho sentito le sue parole, la sua supplica,ma non avevo scelta. Non c'è una scelta, se anche lui pensa che io sia matta, un'assassina, quando non ricordo nemmeno cosa è successo.
«Non può la sua gelosia fargli dire quelle cose. Non può comportarsi come un ragazzo in piena crisi ormonale, perché ha visto me. Non sono una ragazzina come pensa, non ho dato valore a quel bacio perché ora so cosa vuol dire dare un bacio vero. Sto perfino tremando per aver rovinato tutto. Sto tremando perché ho preferito scappare da quelle parole che tanto cercavo.
Sto tremando perché lui è l'unico di cui io mi fidi, mi ha deluso.» Dissi prima di scivolare a terra mettendo la testa tra le gambe.Non so quante ore sono passate, l'unica cosa che mi fece alzare la testa furono i piccoli dolori dovuti alla cicatrice che nascondevo sempre dopo quella notte.
Era sul mio fianco destro vicino ai miei seni, non avevo motivo di nasconderla visto che nessuno l'avrebbe mai vista, ma mi faceva senso. Mi faceva ricordare quella notte. Quella dannata notte.Mi alzai andando verso le scale per salire di sopra, quando qualcuno bussò.
Aprii la porta trovandomi davanti Baker. Cercai di chiuderla, ma lui mi spinse prima di entrare.
«Dobbiamo parlare» disse, guardandomi con aria dispiaciuta.
«Esci immediatamente da qui!» dissi a denti stretti.
«No, dobbiamo parlare. Senti, mi dispiace, ma non so cosa mi sia preso, va bene?»
«Se sei qui per dirmi di dimenticare, sappi che l'ho già fatto. Ora puoi tornare dagli altri idioti» dissi aprendo la porta, che si chiuse subito dopo.
«Mi dispiace per tutto. Cazzo, sei rimasta l'unica sopravvissuta. Non hai parlato per mesi, cosa ti aspettavi che facessi? Il mio miglior amico è morto e non si sa perché. La sua famiglia si è trasferita pur di non vederti. È normale che tutti pensiamo che c'entri anche tu.» Mi rinfacciò, mentre il mio dolore alla testa aumentava.
«Ho perso anche io la mia famiglia. Qualcuno di voi se lo ricorda questo? Cosa volevi che dicessi? Mi avete condannata ancora prima di sapere. Io sono l'unica colpevole per la gente.» Espressi il mio parere cercando di trattenere le lacrime. Non avrei mai dato soddisfazione a loro, facendomi vedere in lacrime.
«Mi dispiace.» Si scusò.
«Troppo tardi. Ormai il passato è già andato.» Risposi abbassando la testa.«Parlavo del bacio. Non ti darà mai quello che vuoi, per lui sei solo una ragazzina da portare a letto. Ha dieci anni più di te.» Aggiunse stringendo le mani a pugno.
«Vi sbagliate. Tutti voi vi sbagliate. Fra me e lui non c'è niente.» Risposi.
In parte era vero. Ormai, dopo tutto questo, lui non vorrà più vedermi. Penserà che sono una ragazzina che scappa dai problemi.
«Meglio perché lui non sa di cosa hai bisogno.» Aggiunse guardandomi.
«Nessuno lo sa.» Sussurrai più a me stessa.
«Ti mordi la lingua per non rispondere. Giochi con i capelli quando sei in imbarazzo
Mordi il labbro quando parli con la tua vocina. E poi sei coraggiosa! Tutti questi anni in silenzio, hai preso più colpi tu di Tyson, eppure non ti sei mai arresa.
Ti ho vista molte volte piangere dietro la scuola nell'ora di educazione fisica, per poi tornare come se niente fosse. Non hai bisogno di qualcuno. La persona che ti sarà al fianco avrà più bisogno, perché sei il faro di luce che ogni marinaio cerca. Sei una di quelle persone che gli altri massacrano, ma non ne possono fare a meno.» Disse, mentre io stavo sulle difensive, conoscendo gli scherzi di Baker.«Se è uno scherzo tira fuori le telecamere» risposi allontanandomi da lui.
«Vai a quel paese Julya, rovini sempre tutto. Hai così paura di amare che non ti accorgi delle cose.» Aprii la porta, sbattendola nel momento in cui se ne andò.Rimasi ferma immobile, per poi sedermi su un gradino.
« Lo so, rovino sempre tutto.» Risposi ripensando alle sue parole.
Ogni parola coincideva con il vero. Ogni mio gesto, mentre mi mordo il labbro, era veritiero.
«Nessuno può amarmi. Forse sono un'assassina, e il fatto che abbia rimosso questo ricordo lo conferma. Baker non mi ama, è uno dei suoi soliti scherzi. E Daniel... non lo so.» Mi trovai a dire ad alta voce, mentre il mio cuore e la mia mente pensavano a un'unica persona. L'unico che ho davvero ferito.
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ETKEN - l'ultimo Principe
Vampire1500 sono gli anni che ho vissuto. Ho assistito alla creazione di imperi che sono stati distrutti. Ho combattuto a fianco di amici e nemici. Ed ora vi narrerò la mia storia.