Capitolo 49

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In 1.500 anni di vita ho imparato molte cose.

Sono passato a combattere diverse battaglie, ma tutte conducevano a uno solo scopo: la gloria, la ricchezza di possedere qualcosa che non era tuo.

E oggi combatto per Amore.

Quell'amore che riesce a darmi la forza di cacciare i neonati, rendendomi più forte.
Ho imparato a studiare il nemico. Tutti hanno un punto debole, tutti hanno quella parte che cercano di nascondere per paura. E Leyla aveva il suo punto debole: la sicurezza.

A volte essere sicuri è un bene, ma altre volte ti porta a fare delle cose sbagliate.
Staccai a morsi la testa di un neonato, mentre la porta si aprì facendo entrare Erman ed Enysa con altri uomini.
La battaglia iniziò, e se loro sono qui vuol dire che il resto del gruppo è arrivato, anche Jonas è entrato dal altra porta.
«Daniel vai, ci pensiamo noi qui!» urlò eccitato Erman, mentre staccava parti del corpo di un neonato che si era buttato su di lui.
Guardai Enysa per controllare che non fosse in difficoltà, ma per fortuna l'addestramento che le avevo imposto i primi anni di vita stava dando i suoi frutti.

Mi mossi in direzione delle scale, dove poco prima quel bastardo aveva preso la mia piccola ragazzina. I miei sensi erano tutti in allerta. Sa anche lei che quei pochi neonati non mi avrebbero fermato.
Mi ritrovai davanti alla grande sala: le luci soffuse, mentre attorno a me sentivo l'odore di sangue. Non era il suo, e già questo mi tranquillizzava per il momento.
Vidi una figura apparire a pochi passi da me. Avrei riconosciuto la sua presenza ad occhi chiusi. 800 anni sempre al mio fianco buttati per chissà cosa.
«Ha così paura di morire che vi manda come cavie?»
«Sempre così sicuro principe!» rispose Vincent.
«Oh no, è qui che ti sbagli! Io non sono sicuro, io sono certo che fra pochi attimi i tuoi 800 anni di vita verrano spezzati in un solo morso», iniziamo a girarci attorno, «Però toglimi una curiosità: perché?»
«Perché? Osi chiedermi il perché? Sei il principe, ma ti comporti come un semplice vampiro. Potremmo governare su tutti. Estinguere la razza umana e avere il comando, mentre tu che fai? Ti innamori di una semplice umana e lasci i tuoi simili a nascondersi nel buio. Ripudiati da tutti.»
La rabbia annebbiò tutta la mia tranquillità quando accennò il nome di Julya. In un attimo fui sopra di lui. I miei canini erano pronti a mordere e mettere fine alla sua vita. Ma Vincent non era un semplice ibrido.
Istruito a dovere da mio padre in persona, prima di morire. Aveva fatto anche di lui un'ottima macchina da guerra.
Mi ritrovai a pochi passi da lui, dopo avermi spinto. Un vampiro e un vero ibrido quando si scontrano, riescono a fare più danni di uno tsunami.
Le pareti della stanza iniziarono ad andare a pezzi per i vari colpi subiti dai nostri corpi.
Non era la prima volta che ci sfidavamo, ma stiamo parlando di allenamenti.
Quelli che sarebbero finiti tra una corsa verso una nuova preda, mentre il sangue ci avrebbe riunito, festeggiando come due amici.
Ora sembriamo essere due estranei che si sfidavano per lo stesso motivo.
Poteva dirmi tutto quello che voleva, ma sapevo che lo stava facendo per lei. Lui teneva a quell'arpia. Lo leggevo nella sua mente e questo lo condannerà a morte.
«Senti le urla di Leyla? Finalmente i miei uomini hanno vinto!» dissi sicuro di me.
«Che diavolo dici!» rispose, mentre il suo piede finì dritto nel mio stomaco, lanciandomi verso l'unica parete ancora sana.
«Menti! Conosco i tuoi stupidi trucchetti Daniel.» Aggiunse.
«Eh no, questa volta sono serio. Peccato che tu non possa leggere la mente, proprio ora che Jonas le ha staccato la testa, e il suo prediletto non sei tu, visto che sei solo una delle sue cavie. Sta urlando per i troppi morsi!» aggiunsi, mentre sul mio viso comparve un sorriso.
Cercai di restare serio, avrei potuto usare l'ipnosi con lui, ma sapeva come riuscire a non cascarci. Dovrò ricordare di non insegnare più a nessuno come non fare a illudere il mio potere.
«Sei l'ultimo.»
«Non è vero, tu menti.» In un attimo la concentrazione di Vincent si perse, dando a me il tempo di mettermi dietro di lui con le mani sul suo collo.
«Ti ha insegnato tutto quello che c'era da sapere, ti ha trattato come un figlio, e io come un fratello. Non avresti mai dovuto metterti contro di me.» Dissi, mentre cercava di togliere le mie mani dal suo collo.
«Tu non sei lui. Se lui fosse ancora vivo ti ripudierebbe e prenderebbe il comando, uccidendo quella stupida sgualdrina che tu ami.»
La mia mente andò in tilt, ogni parte del mio corpo sembrava emanare un calore mai provato prima.
Le urla di Vincent si fecero sempre più forti, fino a che nella grande sala non cadde il silenzio, mentre staccai la sua testa facendo cadere il suo corpo a terra.
In un attimo Erman ed Enysa entrarono, rimanendo sul ciglio della porta, impietriti da quella visone.
Anche per loro era difficile credere che Vincent ci avesse traditi.
«Io non sono mio padre!» pronunciai verso la testa ormai morta del mio ex amico.
«Jonas è dentro?» chiesi con rabbia, mentre i morsi si richiudevano lasciando spazio alle cicatrici. Enysa fece segno di sì con la testa.
«Bene, andiamo!» aggiunsi prima di raggiungere l'ultima sala, dove avrei trovato qualcun altro ad aspettarmi.

Quando entrai, i miei occhi vennero catturati subito da quel corpicino esile. Era ferma, gli occhi gonfi, il viso bagnato e tremava.
Leyla era dietro di lei, che mi guardava come se non aspettasse altro. Attorno a lei centinaia di neonati pronti ad attaccarci.
«Daniele vattene!» sentii le sue parole sussurrate, vedendola piangere.
«Principe, benvenuto! Mi sono permessa di prendere la ragazza come garanzia per il nostro patto.» Gridò Leyla, mentre dietro di me Jonas posò la sua mano sui miei fianchi prima di trasformarsi.
«Tu lasci il potere a me, e io per gentilezza ti lascerò vivere. Naturalmente, ti consegnerò la ragazza, o quello che ne rimane, per seppellirla.» Sogghignò.
Sentivo di nuovo quel fuoco prendere possesso del mio corpo. Notai velocemente che Erman si era messo dietro le sue spalle con gli altri ibridi. Mi guardai attorno calcolando tutte le soluzioni per arrivare in tempo. Nessuno doveva sfiorarla.
-Jonas sei pronto?- chiesi nella sua mente, e lui ululò rispondendo alla mia affermazione.
«Prova solo a toccarla e il mio volto sarà l'unica cosa che vedrai.» Non finii la frase, iniziando a correre velocemente, mentre i neonati iniziarono anche essi la loro corsa.

Ibridi, mannari, neonati.

Tutti stavano lottando, mentre io cercavo di schivare tutti per arrivare a lei.
Erman guidò gli altri uomini, mentre quell'arpia che aveva tenuto in conto anche questo, si mosse velocemente assieme a Julya e quel verme di William verso la porta.
Era ferma a guardare, convinta che i suoi neonati ci avrebbero sconfitti. Quando riuscii a raggiungerla lei mostrò i suoi canini, ma avvenne qualcosa di strano, di stupido.
Quel verme pensava davvero che Leyla ci tenesse a lui. Non aveva idea che era lui il portatore del Kirrotu. Prese Julya dalle sue mani.
«Amore scappa, la uccido io.» Disse, e Leyla iniziò a urlare per la rabbia.
«Stupido ibrido, ridammi la ragazza!»
In un attimo il mio corpo, le mie paure, la mia debolezza uscirono fuori, mentre le uniche piene di rabbia a quella scena scatenarono l'inferno.

«Julya!»

«Julya!»

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