1500 sono gli anni che ho vissuto.
Ho assistito alla creazione di imperi che sono stati distrutti.
Ho combattuto a fianco di amici e nemici.
Ed ora vi narrerò la mia storia.
A volte mi perdo nei miei racconti, nei miei pensieri, specialmente quando devo ricordare un periodo brutto dei miei 1.500 anni di vita. Dicono che un vampiro non soffra, non ha quel tipo di emozioni che prova un umano quando perde qualcuno che ama. Cazzate! Ho fatto più danni io che uno tsunami. Ho visto persone care morire per colpa mia. Persone che hanno avuto fiducia in me, persone che mi hanno amato. Ma se dovessi descrivere in quale momento ho avuto più paura, posso affermare con certezza che nessuna battaglia, nessuna specie che ho combattuto, era paragonabile al momento in cui Erman mi ha mandato quel messaggio: "Lui è qui... lei è svenuta".
Mi era bastato leggere che lui era lì, per muovermi seguito da Jonas nella sua direzione. Mi ci è voluto un attimo a entrare dentro al locale dove tutti erano attorno a lei. La mia rabbia stava per esplodere, la sentivo ela percepivo. «Fuori di qui, tornatevene a casa!» urlai a denti stretti contro tutti, e in un attimo entrarono in trance eseguendo il mio ordine.
Mi avvicinai a lei appoggiando la mia mano sul suo volto. Enysa estrasse dalla sua tasca un po' di profumo mettendolo vicino al suo naso. «L'ho visto fare in un film.» Si giustificò, mentre Jonas mi richiamò. Un ragazzo fermo vicino all'entrata stava assistendo alla scena sorridendo. È lui. Sentivo il suo odore di marcio, vedevo come la guardava! «Vattene!» dissi consapevole, sapendo che il momento del nostro scontro non era ancora arrivato. «Non senza di lei.» Rispose, e in un attimo gli fui addosso, con il mio viso trasformato e i canini pronti a morderlo. «Sai, mi hanno parlato tanto di te, ma pensavo che fossi più intelligente, ma non puoi fare niente. Io la prenderò, lei mi appartiene.» «Prova ad avvicinarti ancora a lei e la prossima volta morirai.» Dissi prima di lanciarlo fuori dal locale spaccando la vetrata. Lui si rialzò; rimasi fermo a guardarlo finché non se ne andò, mimandomi prima "A presto". «La prossima volta...» «Lo so!» risposi a Jonas, prima di prenderla in braccio. «Chiamate tutti, bisogna proteggere il Kirrotu.» Ordinai, mentre Erman e Enysa guardavano nella direzione di Julya capendo tutto.
In un attimo mi ritrovai a casa, dentro la sua stanza. L'appoggiai delicatamente e iniziò a svegliarsi. Avrei voluto più tempo per spiegarle tutto. Volevo che le cose fossero andate diversamente. «W-William» provò a dire aprendo gli occhi. Rimasi in silenzio a guardarla. Non sapevo cosa dirle, da dove iniziare. «Daniel, dove sono?» si alzò di scatto, e avvicinai le mie mani a lei. «Calma, ci sono io!» le dissi prima di abbracciarla, e le sue lacrime iniziarono a scendere. «Lui, il suo fantasma mi segue! Daniel, sto impazzendo. Io l'ho visto.» Dissi con la voce spezzata e piena di paura. La strinsi più forte a me, ma non ero pronto. Cazzo, non ero pronto a raccontarle tutto, a portarla nel mio mondo. Non mi avrebbe creduto, si sarebbe allontanata da me. «Julya, dobbiamo parlare.» Dissi sentendo la paura salire. «Ti prego, non dire niente alle assistenti sociali, forse è la stanchezza o lo stress. Ti prego Daniel.» Disse mentre mi allontanavo.
Come posso portarla nel mio mondo, come posso distruggere la sua vita così? Ma ho una missione, un compito, e proteggerla rientra nei miei piani. «Quello che hai visto non è un fantasma. Quello è William, ed è vivo, se così possiamo dire.» »Ma lui è morto! Io l'ho visto. Non può essere vero.» Iniziai di nuovo ad agitarmi. «Ehi, parlarmi, raccontami cosa ricordi di quella sera. Vieni, Jonas ti aiuterà a ricordare, fidati di lui.» Dissi, sapendo che non avrei potuto fare niente per aiutarla a ricordare, ma lui sì.
La sua ipnosi l'avrebbe aiutata a ricordare meglio, sperando di non perderla per sempre.
Pov Baker:
Non può essere reale quello che ho visto, il vecchio aveva ragione su tutto. William che ritorna in vita, che poi viene scaraventato fuori rompendo la vetrina del locale e si rialza in piedi come se niente fosse. Il professore che cambia volto, per poi prendere Julya e sparire poco dopo. Le parole del vecchio, che incontrai pochi anni prima, continuavano a girarmi in testa fino a fermarmi di scatto.
«William?» «Ciao amico mio.»
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