Capitolo 13

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Se conoscessi un solo metodo, un solo incantesimo, o qualsiasi cosa per permettere alla terra di aprirsi e inghiottirmi... Lo vorrei usare! Dentro di me c'è una tempesta di emozioni.

All'inizio, come sempre, ero spaventata. Urlavo con tutte le forze che avevo, urlavo contro quel destino che aveva deciso di salvare me, condannando gli altri a una morte certa. Fino a ché non ho sentito quel brivido. Le sue mani fredde, che assieme alla mia pelle, si trasformarono in un calore così forte da farmi sentire protetta. Chiusi gli occhi, sentendo la sua mano che scendeva sul mio corpo nudo, mentre le sue parole di conforto si imprimevano sulla mia pelle. Quel gesto fu la cosa più intima che avessi mai avuto con un altro uomo. Un gesto pieno di speranza, di affetto, una cosa che non doveva succedere, un qualcosa che dovevo tenere nascosto per me. Non avrei dovuto lasciarmi prendere dalla paura, dall'ansia. Non avrei dovuto mostrarmi così debole davanti a lui.
Ma quel gesto ha scacciato le mie tenebre, i miei fantasmi e le urla il dolore.
La sua mano che asciuga le gocce del mio corpo bagnato, è stata così premurosa. Sì, è questo l'aggettivo giustgo per descrivere quel momento. E poi i suoi occhi...hanno quel potere di portarti in un mondo dove non ci sono demoni, dove non ci sono le "voci."
È il suo modo di guardarmi. Non posso averlo immaginato! Non posso aver sognato che in quel momento, ànche lui sperasse che il tempo si fermasse, lasciandoci rinchiusi in una bolla dove ne siamo i protagonisti. Il problema è il dopo... quanto avrei voluto sprofondare! Quanto mi sto maledicendo per la mia ingenuità. E di certo, lui non mi aiuta. Dai, chi non vorrebbe ricevere una proposta come quella?
Sì, beh, non teniamo conto che ho solo diciassette anni, e che lui è un uomo con un miliardo di donne attorno, che sicuramente avrà più esperienza di un bacio dato senza lingua, e di una sola notte di sesso per colpa dell'alcool. Oddio, non voglio pensare a questa storia! Dico tra me, cacciando via quel ricordo.

Poi, chi risponderebbe in quella maniera? "Forse."
Su, andiamo, chi non si farebbe un film, come in quei romanzi rosa dove la ragazza sfigata si innamora del bel principe, che le salva la vita sposandola, e vissero felici e contenti fino alla morte?
-Tu- rispose la mia vocina. -Eh già, io- dissi, mentre scendeva dalle scale.

Scientificamente, gli angeli non esistono. Forse, la scienza non ha avuto casi chiamati "Daniel", perché è impossibile che lui non sia un angelo sceso sulla terra.

-Pronta?- chiese, indossando una giacca di pelle. Presi il mio cappotto, affiancandomi a lui.
-Sì- dissi, prima di entrare in ascensore. Cercai di guardare in qualche punto, mentre con la coda dell'occhio vedevo i suoi occhi su di me. Cercai di respirare normalmente, ànche se era impossibile.
Non avevamo parlato di quello che era successo in bagno, e ringrazio Dio! Non avrei avuto il coraggio di affrontare quel discorso. Spiegargli che non era una pazza diciassettenne, con complessi di perseguitamento, non era una cosa che volevo affrontare con lui. Uscimmo fuori, dirigendoci verso la macchina.

-N-non è la tua!- mi affrettai a dire.
-Sì, è mia. Oggi cambiamo.- Rispose, aprendo la portiera per farmi salire.
Okay, mi rimangio tutto! Ora sono sicura che lui non avrebbe nemmeno fantasticato neppure un attimo su di me. Diciassettenne senza esperienza, senza un soldo, senza fascino.

Addio sogni di matrimonio....
-A che pensi?-
-Al matrimonio.- Misi una mano sulla bocca, iniziando a insultarmi da sola. -Nel senso: c'è un matrimonio, hai visto?- cercai di guardarmi in giro, notando la fila di macchine parcheggiate, mentre lui alzò un sopracciglio prima di guardarsi in giro, non capendo dove io stessi indicando. La macchina partì, per mia fortuna, senza che rispondesse. Ero salva, sia io che le mie figuracce.
Si fermò allo stop per far passare una macchina, e iniziò a ridere. Mi voltai verso di lui, per capire cosa lo facesse ridere.

-Un matrimonio in un parcheggio privato?- provò a dire.
Oddio, sta pensando ancóra alle mie parole.
-Beh, sì. C'era un fiocco; hai presente quelli che mettono sulle macchine?- aggiunsi, mostrando la mia finta sicurezza che non avevo mai avuto.
-Peccato che il palazzo sia mio, e che tutte le macchine mi appartengono.- Aggiunse, facendomi l'occhiolino. Oh santo cielo, non posso crederci!
Che cavolo, sono fottuta, letteralmente fottuta! Per rendervi l'idea di quanto io sia in uno stato di "figura di merda", vi ricordate l'ultimo film di Twilight la fine della saga, quando c'e la battaglia?
Bene,tutti noi abbiamo urlato per la morte di Carlilse, la morte di Jasper, e la folle corsa di Jacob per salvare la piccola Renesmee? Ecco, avete presente quando tutto scompare, lasciando metà cinema a bocca aperta per la grande presa in giro? Bene, io sono così!
Iniziai a pregare tutti i santi, tutti i profeti in tutte le lingue che conoscevo. Ho provato perfino in spagnolo, cercando di dire qualcosa senza senso, solo ed unicamente per aprire un piccolo varco sulla terra, e rinchiudermi dentro per il resto della mia vita. -Sei un caso perso!-
Grazie! Ci mancava solo lei a ricordarmi che genere di esistenza mi aspettava.

ETKEN - l'ultimo Principe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora