Incontri notturni-Parte II

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But I'm a creep
(Ma io sono un verme)
I'm a weirdo
(Sono uno strano)
What the hell am I doing here?
(Che diavolo ci faccio qui?)
I don't belong here
(Io non appartengo a questo posto)




La serata si stava prolungando più del previsto, e Rou con malcelata rabbia si passò una mano sul viso abbronzato, pregando che quella giornata si potesse concludere il più in fretta possibile.
In quel frangente Rou si era ritrovato a camminare per i corridoi deserti, con le tasche piene di Nydolor, sfidando con presunzione la fortuna.
Se non fosse stato per l'ottimo tempismo che aveva, a quell'ora si sarebbe sicuramente ritrovato faccia a faccia con la preside, che gongolante, gli avrebbe dichiarato felicemente la sua espulsione.
La vecchia megera ci sarebbe andata a nozze con quella situazione di illegalità pura.
Doveva ringraziare Aidan per quella seccatura, ma anche Damon aveva fatto la sua buona parte, scappando come un vile codardo e lasciando il lavoro in più a lui e a Xavier.
Sperò con tutto il cuore, che in quel momento, il biondo emerald stesse patendo le pene dell'inferno, e che qualche disgrazia si fosse abbattuta su di lui.
Imbronciò le labbra, e con un ultima smorfia desolata tornò a controllare il foglietto su cui aveva scritto i nomi dei clienti.
Aidan conosceva troppa, troppissima gente per i suoi gusti.
Con un gesto brusco se lo rimise in tasca e con passi pesanti, che rasentavano la sua ira, si avviò per quella lunga distesa di mattonelle.
I corridoi erano deserti, e la luce leggera delle fiaccole illuminava tetramente gli affreschi sui muri di pietra.
Rou pensò per un attimo di lasciare perdere e tornarsene nella sua stanza, ma un rumore di passi affrettati lo fece desistere, e come un animale braccato si nascose dietro la prima statua lì vicino.
Si sporse leggermente, pronto per essere assalito da quella psicopatica della preside, o da qualche professore che viaggiava per quei polverosi corridoi, pensando forse di stanare qualche ragazzino o coppietta.
Era pronto a scappare a gambe levate, ma si acquattò soltanto ancora di più contro la parete quando il rumore di passi si fece più vicino.
Sentì uno strano borbottio, che lentamente era andato a riempire il silenzio di quel corridoio desertico.
Aveva afferrato le parole "maledetta", o frasi come "come diavolo ha fatto a fuggire?", ma Rou non sapeva molto bene come collegarle tra loro.
Si affacciò appena, e la visione di una chioma rosso fuoco lo fece desistere da abbandonare il suo nascondiglio.
Rose Howthone camminava spedita puntando lo sguardo elettrico su ogni superficie, forse sperando di trovare qualche cosa che sfuggiva alla sua vista.
Rou si accigliò, non capendo cosa diavolo ci faceva la migliore amica di sua sorella, fuori dal proprio letto a quell'ora indegna.
Con passo calcolato emerse dall'ombra in cui si era rifugiato, e con gesti lenti si posizionò alle spalle della ragazza, che imperterrita, stava continuando a cercare tra le vecchie statue di marmo.
Trovò estremamente buffo il modo in cui si muoveva, e la miriade di parolacce che stava uscendo dalla sua bocca, snocciolando i più improbabili insulti.
A chi fossero rivolti, Rou, non lo aveva ancora capito.
-Problemi con gli incubi?- chiese con voce divertita.
Rose saltò in aria, e con l'aria di chi aveva appena visto un fantasma, si girò e puntò gli occhi spalancati sulla figura alta di Rou.
Ci mise un attimo a realizzare chi era, e dopo meno di un secondo le guance le si imporporarono leggermente di rosso, mentre la mente di Rou correva per capire quella strana reazione.
Che gli avesse veramente fatto così tanta paura?
-Io... ecco...cosa diavolo ci fai qui?- sbottò alla fine, guardandolo con espressione seria.
Rou sarebbe scoppiato a ridere per quel giro di parole, se non fosse stato per l'espressione estremamente seria e crucciata della ragazza.
-Consegne per Aidan- disse sbrigativo grattandosi il retro del collo.
-E tu? Qualche problema irrisolto?-
Rose sospirò affranta scuotendo il capo, e facendo sobbalzare la chioma ribelle sulle spalle.
-Non riesco più a trovare Eva. Mi sono distratta un attimo, e "puff" lei era sparita- disse gesticolando con le mani.
Rou aggrottò la fronte, per poi far sprofondare le mani nelle tasche dei vecchi jeans.
-È sparita? Strano, Eva difficilmente esce la notte, non è proprio il tipo da bravate notturne- disse ironico, ma l'espressione tediata della rossa lo stroncò sul nascere.
-Se mi avesse dato ascolto, e fosse stata zitta e buona non sarei dovuta uscire a notte inoltrata per cercarla- borbottò tra se e se, con la bocca imbronciata.
-Zitta e buona? Quali oscuri segreti nascondi Bloody-Rose?- celiò divertito il ragazzo bruno.
L'espressione della rossa amethyst passò dallo sconcertato all'imbarazzo più puro, e Rou si chiese cosa diavolo avesse detto di sbagliato.
Forse non aveva apprezzato quel nomignolo.
-Io...no...voglio dire... sono sicura che Eva starà benissimo, che ne dici se ce ne andiamo da qui?- sbottò lei, sorpresa forse dalle sue stesse parole.
Rou la guardò disorientato, e trovò estremamente interessante come il colore delle sue guance diventasse nuovamente di un rosso scarlatto.
Prendendo la palla al balzo si fece avanti, sferrando il suo sorriso più accattivante.
-Conosco un posto perfetto-


Amethyst eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora