Il Primo-Parte I

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I've been believing in something so distant
(Ho creduto in qualcosa di coì lontano)
As if I was human
(Come se fossi umana)
And I've been denying this feeling of hopelessness
(E ho negato questo sentimento di perdizione)
In me, in me
(In me, in me)

Il fatidico giorno era arrivato, ed Eva, da persona irritabile qual era, stava scrutando l'intera sala principale con l'espressione disperata di chi sapeva che quella giornata si sarebbe rivelata catastrofica.
-Sei così melodrammatica- esclamò Rose, sventolandogli davanti al viso la forchetta con cui stava mangiando la sua colazione.
La Worren le fece la linguaccia, per poi sbuffare e appoggiare il viso di pesca sulle braccia distese.

Quella giornata sarebbe stata sicuramente orrenda.

-Immagino che questa sceneggiata Eva indichi la tua approvazione nel partecipare al Primo- espose chiaro Aidan con un ghigno da schiaffi.

Ed eccole lì le parole maledette, che avevano avverato il suo incubo peggiore.
Il Primo era arrivato e con lui anche la consapevolezza che lo sapphire aveva vinto, e anche alla grande.
Con la grazia di un elefante afferrò i biscotti che aveva nel piatto, spezzandoli in due, e immaginando che fossero le gambe di Mallory.

Succhiò la confettura al limone sentendosi d'un tratto meglio.
I biscotti al limone erano sempre un buon rimedio per il suo umore.

-Non montarti la testa Aidan- disse con sguardo truce.
-Quindi parteciperete al Primo- costatò interessata Anne, che si era leggermente esposta, appoggiando i gomiti al tavolo.

-Che cosa?!-
La voce di suo fratello si sovrappose a quella della bionda.
Rou emerse dalla sua vaschetta di gelato al cioccolato, come posseduto, puntando gli occhi allucinati sia su Eva che su Rose.
-Che vuol dire che parteciperete?- chiese tagliente.
Ad Eva non piacque come strinse tra le mani il cucchiaio sporco di gelato, e non le piacque neanche il colore bianco delle nocche.

-Rou sono abbastanza grande per decidere da sola cosa posso fare e cosa no- sbuffò incrociando le braccia al petto.
Rou rimase per un secondo in religioso silenzio, per poi sbottare furioso.
-Hai solo 16 anni Eva, ti proibisco di andare a quella festa!- sbraitò. - E questo vale anche per te- minacciò indicando Rose, che per tutta risposta lo guardò come si guardano i matti.
Per finire in bellezza il topaz sbattè il pugno sul tavolo, così da enfatizzare il gesto.

Eva divenne d'un tratto seria, con il corpo esile pietrificato.
-Non sei mia madre- sibilò. -E faccio quello che voglio fratellino, che questo ti sia chiaro-
Rou divenne rosso in viso, con la pelle ambrata che vibrava per il sangue che stava andando al cervello.
-Non ti conviene sfidarmi Eva- disse tagliente.

La battaglia di sguardi si protese per interminabili secondi, e il gruppo che stava assistendo a quella disputa era rimasto spiazzato.
-Non fare così Rou, Eva e Rose hanno già dimostrato di essere indipendenti no?- disse con voce gentile Aicha. - Sono sicura che se la caveranno- concluse annuendo accondiscendente.

Rou la guardò come tradito, imbronciando le labbra in una muta disapprovazione.
-Non fare l'imbecille amico, come ha detto Eva non sei sua madre- si intromise Xavier, che continuò indifferente a sfogliare il giornale che aveva davanti agli occhi.

-Le bambine sono diventate grandi- disse suadente Damon, con l'espressione beata di chi si stava prendendo una meritata rivincita.
Eva quando incrociò il suo sguardo tremò, ed arrossì leggermente allo stesso tempo.

Quel maledetto viso gli stava dannando l'anima, e pressanti quelle lentiggini comparivano nei suoi sogni, per ricordarle costantemente che qualcosa dentro di lei si era smosso.

Amethyst eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora