Il Primo-Parte II

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I have nothing left
(Non mi è rimasto nulla)
And all I feel is this cruel wanting
(Tutto ciò che sento è questo crudele desiderio)

-Sei pronta?-
Rose si stava sistemando il mantello sulle spalle, osservando la sua immagine allo specchio.
Da dietro la porta del bagno fece capolino il viso imbronciato di Eva.
Aveva tirato su i lunghi capelli, legandoli in uno chignon scompigliato.
Con il lungo collo da cigno scoperto l'amica si chiese se non avesse sentito freddo.

-Sarà un inferno- disse la bruna.
-Sarà glaciale vorrai dire- rettificò la rossa, dando un'ultima spazzolata ai capelli.

Giusto, glaciale e freddo.

Quel bagno di ottobre sarebbe stato orribile, nonostante la loro pelle da aliens.

-Però ci potremmo riscaldare con qualche ragazzo, che ne dici Echidna?- chiese la Howthone.
-Preferisco morire assiderata- disse schifata Eva.

Con leggerezza la rossa ignorò la sua risposta, e si apprestò ad uscire dalla stanza con il cappuccio del mantello calato, seguita a ruota dalla Worren.

Si ritrovarono davanti al quadro che Aidan le aveva indicato.
La natura morta del dipinto in quel momento le sembrò veritiera, ed Eva costatò che si sentiva come quelle povere mele immortalate nella tragedia.
Senza farsi vedere Rose spostò il quadro, rivelando un buco scavato nella parete.

Eva illuminò la propria mano di una luce argentea, per poi puntare l'energia illusoria in direzione del passaggio.
Fortunatamente le lezioni in più della Flemming avevano dato il loro frutto, e sia lei che Rose avevano ormai scoperto il colore della loro energia.

-Sei sicura che sbuchi fuori dall'Istituto?- chiese la Worren scettica, costatando il corridoio buio e angusto che si apriva dalla parte opposta.

Quel passaggio non le piaceva per niente.

-Mi fido del gemello intelligente- mormorò Rose iniziando a scavalcare la parete, per poi cadere dall'altro lato.
-E Damon che gemello è?-
Si apprestò a scavalcare anche Eva, mentre Rose ghignava felice.
-Ma naturalmente il gemello tenebroso-
-E io che pensavo fosse quello idiota-
-Ammettilo che ti piace, sennò non lo punzecchieresti così spesso-

Rose si affrettò a camminare con la mano luminosa unita a quella argentea di Eva.
La luce riflessa mandava leggeri bagliori dorati mischiati al più puro dell'argento, tendente al bianco.

-Mi piace prenderlo in giro, lo ammetto-
-Sei pessima-
Eva sorrise capendo cosa intendesse l'amica.
Sì, era veramente pessima.

Percorsero il lungo corridoio, con i cuori che battevano all'unisono, e i respiri corti di chi stava infrangendo le regole godendone.
Il buio si insinuò tra i loro corpi fasciati dai pesanti mantelli, e gli occhi brillarono come stelle cadenti, eccitati per quello che stava per succedere.

Eva poteva percepire la tensione dei muscoli, e gli odori che diventavano sempre più persistenti intorno a lei.
La luce che proveniva dalle loro mani illuminava solo una piccolo spazio, ed ogni volta che questa fonte di luce si avvicinava alle viscide pareti di pietra qualche insetto scappava alla loro vista.
Si sarebbe sicuramente ricordata quel giorno, quel catastrofico giorno in cui stava mandando a puttane tutte le sue certezze e le sue sicurezze.

Era alla deriva, e la pronta mano di Aidan l'aveva arpionata promettendole una via d'uscita dritta in mare, dove sarebbe affogata.
Stava cadendo nella trappola, e questo la faceva imbestialire come non mai, con il groppo in gola che minacciava di strozzarla.

E forse sarebbe stato meglio morire in quel modo, che essere umiliata davanti al damerino da quattro soldi, che ostentava con supponenza la sua vittoria.

Amethyst eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora