Che il gioco abbia inizio-Parte II

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Oh what do you say girl?
(Oh, che ne dici ragazza?)
Yeah, you don't know my mind
(Sì, non conosci il mio pensiero)
You don't know my kind
(Non conosci quelli come me)


Come ogni anno si erano seduti allo stesso tavolo, pronti per un altra tumultuosa esperienza scolastica, all'insegna della disperazione.
Damon se ne stava seduto, pigro, ad osservare l'antica stanza, dove tutti i giorni gli studenti si sedevano, ed iniziavano a chiacchierare del più e del meno.
Damon sapeva per esperienza che quella sala era micidiale per i pettegolezzi.
Ogni sussurro, diceria, o supposizione passava prima per quei tavoli, per poi propagarsi per quelle mura come una malattia molesta.
Silenziosa per quanto letale.
Osservò attento la figura di Aidan, che tranquillo continuava a lanciare sguardi all'entrata.
Qualcosa gli diceva che il gemello stava tramando qualcosa, come d'altronde era solito fare.
Scosse la testa, e sbuffando cercò di rimettere insieme i suoi pensieri, che però, prontamente, vennero incasinati ancora di più da quel maledetto chiacchiericcio.
Ed eccola lì, quella pestilenziale malattia, che lentamente si stava alzando, e stava prendendo forma.
Si ingigantiva e si spargeva per i tavoli come fottuta peste.
Damon scoccò la lingua al palato e puntò gli occhi scuri sulla causa di quel vociare molesto.
Eva Worren e Rose Howthone avevano appena varcato la soglia, dando inizio al più grande pettegolezzo di quell'anno.
Osservò circospetto la rossa amethyst, e si disse che sì, quella avrebbe avuto un futuro in quella struttura, e si sarebbe fatta sicuramente un nome. La sua bellezza sarebbe stata fatale per la fauna maschile.
Poi ricordandosi del mostriciattolo che lo aveva fatto incazzare come pochi, si costrinse a spostare lo sguardo sul volto latteo di Eva Worren, che con passo cadenzato, e l'espressione di chi avrebbe preferito trovarsi all'inferno si stava avvicinando al loro tavolo.
Trovò particolarmente intrigante come quella ragazzina riuscisse ad avere un alone di fascino soltanto dall'espressione del viso, e come riuscisse al contempo a spaventare chiunque posasse lo sguardo su di lei, solo grazie ad uno sguardo di fuoco.
Appena si sedettero al loro tavolo, un ghigno incorniciò il volto del biondo emerald, che in un istante aveva sentito il chiacchiericcio finire, per poi ricominciare molto più forte e più grande di prima.
Quelle due, sedendosi al loro tavolo, si erano appena create dei nuovi nemici.
-Come è andata con la megera?- chiese Rou con una smorfia, forse ricordandosi le costanti e prolungate visite all'ufficio della preside.
Eva si appoggiò allo schienale della sedia, valutando le parole da utilizzare.
-Ha ribadito per quasi dieci volte che tu sei una disgrazie, e testuali parole, non vuole che io diventi come te, quindi mi ha iscritto alle gare dei quarti- disse molto diretta.
A qualcuno andò di traverso l'acqua, a qualcun altro cadde la forchetta, Damon invece, semplicemente strabuzzo gli occhi soppesando quella rivelazione.
Osservò anche Aidan, costatando che un piccolo ghigno si era formato sulle labbra lattee; a quanto pareva a lui quella situazione poteva ritornare utile.
-Cosa? Ma è impazzita? Ti farai ammazzare!- esclamò adirato Rouvin pronto a scattare nella direzione dell'ufficio della preside per protestare.
-Siediti idiota, nessuno si farà ammazzare. Ho la situazione sotto controllo- espose Eva con sguardo piatto, afferrando per una manica il fratello, per farlo rimettere a sedere.
Damon non sapeva se credere alla ragazza, e dallo sguardo della Howthone si disse che forse era meglio non farsi domande.
-Ne sei sicura? Voglio dire, è una competizione abbastanza cruenta- disse incerto Rou, ma la sorella non sembrava demordere.
-Sono sicura Rou, quando mai mi sono fatta trovare impreparata-
Il fratello finalmente annuì, forse convinto da quelle parole.
Damon assottigliò lo sguardo guardando attento l'espressione della Worren, ma dovette ammettere con rammarico che non c'era niente che potesse ricondurlo a qualche sentimento di paura a dubbio. Quella ragazza era estremamente brava a nascondere quello che provava.
-Ma come farai a non rimanere ferita? È una competizione suicida, e tu fai il primo- costatò con ovvietà Anne, accavallando le lunghe gambe.
-Ho i miei assi nella manica- fu la sola risposta che ottenne da Eva, che fece un mezzo sorriso traballante.
Anne la scrutò per qualche secondo per poi annuire convinta.
-Capisco-
Damon sorrise internamente, Anne stava studiando attentamente la Worren, e dalla sua espressione rilassata aveva capito che le piaceva, nonostante lei odiasse tutti.
Con calma le ragazze iniziarono a mangiare, e Damon osservò interessato cosa Eva si stava servendo.
Quella ragazza era una specie di mistero, con quello sguardo perso nel vuoto e le leggere espressioni che nascondevano molto di più a suo parere.
Le poche parole che si erano scambiati contenevano per lo più frecciatine e insulti, che gli avevano fatto ribollire il sangue nelle vene.
Era fottutamente irritante, ma trovò intrigante studiarla, e valutare cosa potesse nascondere.
-Comunque visto che siete appena arrivate e siete amiche di Rou, direi che potreste venire al Primo con noi- se ne scappò Aidan, facendo ammutolire tutti.
Damon si chiese se si fosse bevuto in cervello, ma sapeva che il fratello non faceva mai niente senza un preciso motivo, che gli portasse qualcosa indietro. Quindi quale era il suo piano?
-Ma sei impazzito? Fanno il primo, non possono partecipare!- fu l'acido commento della O'Donnald oltraggiata da quell'invito.
-Ha ragione Anne, Aidan, potrebbero farsi male- disse Aicha appoggiando l'amica.
-Non farò partecipare Eva al Primo- decretò in fine Rou, mettendo fine a quella conversazione.
-Oh, ma io insisto- sibilò con voce suadente, e Damon capì che per lui era essenziale che loro venissero al Primo, ma lui non sapeva comunque il perché.
-Non fare il bambino Dan, lo sai anche tu che non possono partecipare- commentò serio Xavier cercando di far ragionare l'amico, senza comunque successo.
Eva che fino a quel momento se ne era stata zitta, guardò disgustata Aidan, facendogli capire quanto poco ci tenesse a partecipare; dall'altra parte Rose non stava più nella pelle.
-Non parteciperò ad un orgia che vogliono spacciare per festa- rispose sarcastica all'indirizzo del fratello moro, che indurì i lineamenti per quel commento poco apprezzato. Damon ridacchiò stupefatto dalla lingua biforcuta e senza peli della ragazza.
Per quanto fastidiosa era una buona avversaria per il fratello.
-Non è un orgia. È solo un bagno di mezzanotte, che si fa ogni inizio anno per tradizione, ci divertiremo- cercò di persuaderla, ma senza successo.
-Guarda caso nudi, preferisco far rimanere intatta la mia integrità, quindi grazie ma no- rispose lapidaria non accettando altre scuse, e ricordandosi schifata i racconti molto dettagliati di Rou.
-E ora se volete scusarmi andrei in bagno-
Senza aspettare risposta si alzò e se ne andò.
-Ev aspetta, ma quindi non ci andiamo al Primo? - gli urlò dietro Rose, che non ottenne però risposta.
Di una cosa però Damon era sicuro, la Worren non sarebbe tornata a finire la cena, lasciando il piatto completamente intatto.

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