Minacce travestite da inviti-Parte I

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Tearing me apart with words you wouldn't say
(Mi distruggi con parole non dette)
And suddenly tomorrow's moment washed away
(E all'improvviso il domani è un momento che viene lavato via)
'Cause I don't have a reason and you don't have the
time
(Perché io non ho un motivo e tu non hai il tempo)
But we both keep on waiting for something we won't find
(Ma noi due continuiamo ad aspettare qualcosa che non troveremo)

L'aria era gelida quel giorno, e come una seconda pelle le si era attaccata addosso provocandole brividi di freddo.

Si avvolse il mantello contro il corpo, beneficando di quel tenue tepore che però non la raggiungeva del tutto.

Alzò gli occhi celesti al cielo, osservando con una punta di sdegno le nuvole scure che promettevano pioggia, e il buio della mattina che non era ancora sorta.

Odiava quelle stagioni, e odiava il freddo che si insinuava fin dentro le ossa per ricordarle che di calore per lei non ce ne era mai stato.

L'inverno stava arrivando, e con lui anche il ritorno a casa, dove avrebbe rivisto la sua famiglia.

Lo scorrere del tempo in quel frangente le sembrò come una malattia, che lenta, la stava annientando.

Si portò una sigaretta alle labbra soffici per poi aspirare, come se quel bastoncino fosse l'unico modo per sopravvivere alle intemperie che portava la vita.

Rivoli delicati incorniciarono il viso affilato, oscurando nel contempo gli occhi da sapphire.

Il profumo soffice della vaniglia si insinuò tra i capelli d'oro chiaro, che in morbide ciocche cadevano sulle spalle esili.

Anne Callista O'Donnal se ne stava seduta contro il muro di pietra che dava sull'entrata, pensando che quel tempo schifoso non avrebbe promesso nulla di buono.

Appoggiò la testa contro la superficie gelida, pensando che forse non era stata una buona idea uscire a quell'ora indegna di mattina, con quel tempo che la stava irritando come pochi.

Sbuffò, per poi alzasi in piedi e spegnere con gesti decisi la sigaretta contro il terreno.

La vaniglia e l'odore acre del fumo aleggiarono ancora attorno a lei, e si chiese quante docce avrebbe dovuto fare per rimuovere quella fragranza dalla pelle.

-Dovresti rilassarti, sei un po' troppo tesa tesoro-

La voce carezzevole del nuovo arrivato la colpì come una frusta in pieno viso.

Alzò lo sguardo, e i capelli si aprirono come un ventaglio per quella mossa affrettata.

Spalancò gli occhi quando la figura longilinea di un ragazzo si palesò di fronte a lei.

I capelli rossi si muovevano nel vento come fiamme vive, e gli occhi d'ametista promettevano guai.

Anne appoggiò la schiena contro il muro, e con lo sguardo seguì la figura del ragazzo davanti a lei, che imperterrito continuava a sorridere divertito.

-Nessuno ti ha mai insegnato a farti i cazzi tuoi Lennox?- rispose piccata lei.

Aris Lennox scoppiò a ridere, per poi uscire allo scoperto e avvicinarsi alla ragazza.

Il mantello si gonfiava intorno alle spalle, e gli occhi, di un lilla tendente al rosa antico, le ricordarono molto gli occhi di Eva.

Erano due sfumature molto simili tra di loro, anche se quelli di Eva erano molto più chiari.

Anne era quasi del tutto certa che in tutta la scuola solo due amethyst avessero un colore di occhi così chiaro; e quegli amethyst erano, appunto, Eva Worren e Aris Lennox, amethyst del quarto.

Amethyst eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora