Luci ed Ombre-Parte I

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Spiragli si aprono
tra le maglie del tempo,
ed è così strano pensare
che le abitudini muoiono

La mattina arrivò come un fastidioso presagio di disgrazie, dove tutti gli studenti uscivano dai loro dormitori rendendosi finalmente conto che la scuola era iniziata, e che un altro anno di torture aveva avuto inzio.
Eva Althea Worren stava ancora dormendo tra le accoglienti coperte, sommersa da mille vestiti di Rose, quando con disappunto venne svegliata dalle grida della sua sveglia personale, soprannominata Rose Amalia Howthone.
Con estrema pigrizia la ragazza si mise a sedere, mentre ciocche scomposte di capelli le ricadevano sugli occhi lattiginosi.
-Sei un vero spettacolo di prima mattina Ev- cinguettò felice la rossa, con una diabolica vena di sadismo nella voce.
-Ti soffocherò nel sonno, così non sarò costretta a sentirti per tutte le mattine, per quasi un anno- sibilò quella acida, mentre si alzava di malavoglia e si dirigeva in bagno già incazzata nera.
Non era riuscita a dormire bene quella notte, le parole di Mallory continuavano a vorticarle in testa, e un piccolo dubbio si era insinuato nella sua mente. Da brava amica quale era stata aveva raccontato l'accaduto a Rose, che dopo averla sfottuta si era eccitata alla sola idea di entrare nella cerchia di Rou.
Secondo lei in quel modo avrebbe avuto più chance con il ragazzo che non l'aveva mai vista per davvero.
Lei invece, a differenza dell'amica, aveva addosso un inspiegabile senso di preoccupazione, e tutti i suoi istinti di sopravvivenza le stavano dicendo di non abbassare la guardia con Aidan.
Quel ragazzo a detta sua, era pericoloso e scaltro, una combinazione alquanto letale.
Con ancora i dubbi a vorticarle nella mente si costrinse ad entrare nella doccia, e a rilassare i muscoli con l'acqua calda.
Quando uscì dal bagno, ormai con gli occhi attenti e non più assonati, notò disgustata che Rose si stava rimirando allo specchio con una tutina alquanto succinta.
-Ma cosa diavolo ti sei messa- disse burbera, costatando che stavano facendo tardi per la colazione.
-La divisa della scuola, e per tua informazione è comodissima- rispose con tono canzonatorio, mentre Eva si stava legando i lunghi capelli in una treccia.
-Io non la metto quella cosa-
-Oh, invece si che la metti, il Wakfa ti sta proprio aspettando lì- disse la rossa indicando un angolo del suo letto, dove sommerso da altrettanti vestiti c'era un piccolo pezzo di stoffa nera.
-E che sarebbe?- chiese curiosa, non capendo cosa intendesse dire l'amica.
-È una nuova invenzione degli amethyst, è una stoffa super leggera che si adatta al corpo come una seconda pelle; quest'anno l'Istituto non ha badato a spese-
E mentre Rose stava spiegano, Eva si era avvicinata, afferrando decisa il lembo di tessuto.
Quello come animato di vita propria aveva iniziato ad arrampicarsi sul braccio della ragazza, come se fosse un animaletto e non un oggetto inanimato.
In pochi secondi si era già arpionato al suo corpo modellandosi come un automa.
Eva per un primo momento era stata tentata di scappare e rinchiudere quel coso all'interno della camera con Rose, se gli fosse andata bene avrebbe ucciso la sua amica al posto suo, ma poi si era ricordata che era nel mondo degli aliens, e niente era normale.
-Gli amethyst iniziano a farmi paura- disse spaventata la bruna costatando che quel coso si era appena trasformato in una tuta aderente, provvista di stivali alti e guanti che arrivavano fino al gomito. Tutto rigorosamente nero.
Provò a fare qualche saltello, e costatò che era come se non avesse niente addosso.
-Ti sta alla perfezione, anche se mette in evidenza le due noccioline rinsecchite che hai al posto delle tette- annuì convinta Rose, e Eva pensò che comunque poteva sempre rinchiuderla in quella camera, però in compagnia di un pitone.
-A volte penso a quanto saresti più adorabile senza quel forno che ti ritrovi al posto della bocca- disse sarcastica all'indirizzo della rossa.
-Ma dopo non mi ameresti più- rispose smielata la Howthone scompigliando affettuosa i capelli dell'amica, sapendo quanto odiasse quel gesto.
-Sei morta- soffiò al suo indirizzo Eva, iniziando a rincorrerla, ma senza riuscire a prenderla, perché Rose era già uscita diretta alla sala pasti per fare colazione, lasciando lei con un diavolo per capello di prima mattina.


Amethyst eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora