18.P.S. I love you

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Maria è andata via solo stamani ma già mi manca,dopo una settimana in sua compagnia mi ero abituata ad averla per casa,soprattutto visto il forte legame tra di noi.La verità è che ogni tanto in questa grande città mi sento sola,mi farebbe piacere avere qualcuno che mi aspetti a casa anche solo per darmi un abbraccio o farmi compagnia nel sedersi sul divano in pantofole.

Della serata al Byblos di ieri non ho più alcun ricordo,l'ultimo frammento nella mia mente è quel tizio misterioso che mi porta fuori dalla pista,dopodiché il vuoto totale.L'unico regalino lasciatomi dalla nottata è stato l'atroce mal di testa post-sbornia con cui mi sono risvegliata qui a casa.
Maria mi ha raccontato di avermi accudita amorevolmente dopo che sono stata accompagnata a casa da quello sconosciuto,e che ho rimesso un paio di volte prima di addormentarmi sudata e stremata.Ho dimenticato pure questo,ma credo proprio sia meglio così.
Povera,l’ultima notte prima di ripartire non l’ho neanche fatta dormire per bene perché doveva assistermi,sono proprio un danno!
Lei è stata chiamata da mio fratello ed ha preferito tornare a casa con la mia auto,ed anche Andrea ha confermato questa versione.Sinceramente questa parte della vicenda non mi convince affatto:la conosco abbastanza bene da essere certa che non mi avrebbe mai lasciata lì sola,mezza ubriaca ed insieme ad un estraneo.Ma dopo aver insistito un po' questa mattina ho capito che non ne avrei ricavato niente e,visto che non credo affatto di aver subito nulla di male perché non ho alcun segno in tal senso,ho deciso di lasciar correre.Se vorrà prima o poi me lo dirà lei stessa.

Trascorro un lungo pomeriggio  a terminare dei bozzetti,perché nonostante qualche residuo dell'intontimento persista avendoli in arretrato dovevo assolutamente finirli.Credo sinceramente che siano orribili e che nessuno indosserebbe mai questi abiti,ma visto che la mia testa al momento non riesce a produrre nulla di più decente spero che siano almeno sufficienti a farmi passare la mia prova in itinere.

Finito di svolgere la mia passione,che però oggi vedevo decisamente solo come un dovere,mi preparo un pasto veloce e poi mi butto sul divano esausta:solo un film può farmi riposare un po’ la mente prima di andare a letto e concedermi un buon sonno restauratore.
Adoro il cinema,oltre alla musica è l’unica cosa che ti trasporta in un altro mondo e ti regala sogni che nella vita quotidiana sono spesso irrealizzabili.Quando ho tempo mi piace molto andare al cinema,ma anche in questo caso vale la mia teoria per cui condividere la visione di un film è un atto di relax e complicità,e se non ho la compagnia giusta preferisco di gran lunga fare il lupo solitario in fondo alla sala all'ultimo spettacolo della sera.
Guardando un film sul divano di casa mia ho però il vantaggio di potermi distendere comodamente,abbracciare un cuscino e,se proprio la visione non mi appassionasse,cambiare canale o direttamente dormire.Cose non da poco,insomma.

Impiego un quarto d'ora circa a trovare un film che mi aggradi,alla fine opto per P.s.: I Love You,tratto dall’omonimo libro e visto mille volte. Ma per me non sono mai troppe perché lo amo da matti.Mi sistemo nella posizione ideale ed inizio a seguirlo,con i fazzoletti accanto perché mi conosco bene e so che piangerò per l'ennesima volta.

Un paio d'ore dopo il film è ai titoli di coda,io so quasi a memoria le battute e soprattutto la parte conclusiva della lettera del finale,che adoro:

<<E allora ecco il mio consiglio, il più importante: non avere paura di innamorarti ancora,cerca quel segnale per sentire che lui ti cambierà la vita.
P.S.: ti amerò per sempre.>>

Nonostante ciò,come volevasi dimostrare,le lacrime mi scendono copiose lungo le guance.Mentre mi alzo alla ricerca del telecomando perduto da qualche parte sottobi cuscini suonano al campanello,e vista l’ora mi allarmo un po’.Asciugo il pianto con un fazzoletto e subito dopo vado a guardare dallo spioncino, scorgendovi il ciuffo imponente e le sopracciglia folte di Ignazio.
Non so perché,ma nonostante fosse l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere in questo istante,non sono poi troppo stupita.Certo,dopo più di un mese di distanza speravo ormai di non vederlo più per rendere le cose tra noi più semplici,ma forse dentro di me sapevo benissimo che il momento del confronto prima o poi sarebbe arrivato,anche se non sono realmente pronta ad affrontarlo.

Apro la porta e ci guardiamo negli occhi per un lungo istante,poi mi scosto per farlo entrare,sempre in silenzio.

“Ciao,scusa l’ora.Ma non potevo più aspettare.”

“Vieni a sederti qui sul divano.”

Finalmente scovo il telecomando e spengo la tv,accoccolandomi a gambe incrociate di fronte a lui.

“Allora,che ci fai qui? Cosa devi dirmi?”

“In realtà dovresti essere tu a dirmi qualcosa,è passato un mese dalla nostra ultima conversazione.”

“Hai ragione,non mi sono comportata bene con te,sparendo in quel modo.Però prima di intraprendere qualsiasi discorso chiariscimi un dubbio:eri tu ieri sera al Byblos? Ti prego,ho bisogno di saperlo.Poi parleremo di ciò che vuoi.”

Lo vedo guardarmi con stupore per poi annuire con la testa senza dire una parola,facendosi timido tutt'a un tratto.
In realtà non avevo messo insieme i pezzi del puzzle fino ad un minuto fa,quando me lo sono trovata davanti.Ma sentivo che in fondo il mio istinto non poteva essersi sbagliato così tanto nell'arrendersi senza opporre resistenza ad un corpo estraneo.Seppur quasi ubriaca stavo troppo bene tra le sue braccia perchè
non fosse una persona da me conosciuta,perché non fosse...Semplicemente Ignazio.

All’improvviso questa banale risposta gestuale apre un cassetto nascosto della mia mente e soprattutto del mio cuore,che sembra scattare con la molla:il profumo della sua pelle,le sue mani che mi stringono e la sensazione di pace che mi pervadeva in quegli attimi:eccolo qui,dev'essere esattamente questo il segnale che aspettavo,quello di cui parlava Gerry nel film.Ne sono convinta perché,non so se a ragione o meno,ho sempre creduto nell'idea che prima o poi il destino ci mostri i suoi piani per noi modificando l'andamento del nostro vivere con accadimenti,magari anche piccoli ma significativi,che possano indirizzarci sulla via giusta.

Adesso sono pronta ad innamorarmi ancora,ancora e sempre di lui,l’unico che mi ha rubato il cuore quando ero una bambina e non lo ha più lasciato nonostante mi sia illusa del contrario per tutto questo tempo,nonostante mi sia sforzata di vestirmi di una corazza di menefreghismo ed indifferenza che in fondo non mi ha mai protetta come avrei voluto.È l'unico di cui vorrei l’abbraccio quando torno a casa,come quando da ragazzina avevo paura dei temporali e mi nascondevo nella sua spalla.
Come uno schiaffo in pieno volto mi sferza la consapevolezza che allontanarlo in questo mese per paura di farlo soffrire e soffrire io stessa sia stata una scelta sbagliata,egoista,perché a lui,che un po’ si è esposto su quella panchina al parco senza la paura di farsi vedere vulnerabile che invece ha bloccato me,non ho dato modo di dire la sua,visto che non gli ho confessato ciò che in quel momento mi frullava per
la testa.Ma ora è arrivato il momento di parlare,di dirgli tutto ciò che mi tengo dentro e che ha il diritto di sapere.

In realtà non so neppure io cosa sto per dire,ma per la prima volta dopo tanto tempo mi lascerò guidare dal cuore.


E finalmente la presa di coscienza è arrivata anche per Selene.Adesso non ci resta che vedere cosa gli dirà.Siete un po' curiose? Lo saprete presto!
Buon sabato,
MissR.

Non sono come tu mi vuoi [Il Volo/I.B.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora