Viaggio in treno (50)

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Giulia
Il paesaggio dal finestrino scorre svelto, la mia città scompare in fretta.
Credo, oltre ad Ilaria, di aver lasciato anche una parte di me lì, con lei.
Mi sento estranea da tutto questo. Guardo i miei genitori, seduti davanti nei sedili, chiacchierano. Ora, più che mai, sono dei perfetti sconosciuti.
Non mi hanno neanche permesso di salutarla bene. Bastava un abbraccio e un 'ci rivredemo' e invece no, per loro l'importante era andarsene da tutto questo.
Siena più di 400 km da Milano. Più di 400 km fottuti kilometri di distanza da lei. Probabilmente pensano pure sia poco, ma per noi è tantissimo. Non abbiamo la macchina... loro ci impediranno in qualunque modo di incontrarci.. stanno rendendo la nostra vita un inferno... ma so quello che voglio. E se dovrò aspettare, aspetterò. Un giorno tornerò da lei. Glielo promesso. È solo questione di tempo.
...

Giulia
Sono passate 4 ore e siamo arrivati.
Papá apre la porta della nuova casa e l'odore di chiuso mi travolge. É un piccolo alloggio in affitto. Mi ricorda quando sono entrata in quella casa con Ilaria, mi vengono gli occhi lucidi. Birba, ora, non è qui con noi. Non potevamo portarla in treno. È con mia zia. Mio padre l'andrá a prendere, appena ci saremo sistemati.
Vorrei poter tornare indietro e restare lì. Con lei lontano da tutti, invece sono qui.. e sono da sola. Non so cosa sia peggio.

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