OCEAN DESTINY

CAPITOLO 2 (III, prosegue...)

   L'oceano sotto lo scafo continuò pigro nel suo incedere, mosso da chissà quali correnti nascoste. Ne era affascinato. Qualsiasi cosa riguardasse il mare e la navigazione lo affascinava.

   Rievocò quei brevi istanti di un passato che ora gli sembrava allo stesso tempo molto lontano ed ancora troppo vicino, e li sovrappose all'immagine di Sandra in costume da bagno, che in quel momento probabilmente giaceva nel letto della suite, fatta al punto da non ricordare neppure dove si trovasse. Il formicolio di poco prima si trasformò in un'erezione difficile da domare. Peccato solo che per l'occasione non avesse ricordato alla bella biondina di portare qualche sua amichetta.

   Sam doveva essere in sala comandi e prima di congedarsi aveva bisogno di parlargli, giusto per ricordargli di mantenersi alla larga da qualsiasi cosa stesse guastando il pomeriggio più a nord. C'era poi da assicurarsi che tutto fosse rimesso in ordine per tempo, dal momento che il giorno dopo sarebbero arrivati dalla Spagna un paio di potenziali clienti che meritavano un'accoglienza dignitosa. Dopotutto, a bordo di Ocean Destiny si parlava soprattutto di affari.

   Aprì la porta ed entrò nel locale che su quello strabiliante yacht unico nel suo genere più gli trasmetteva adrenalina, senso di potere. Qualsiasi altro posto di Ocean Destiny non arrivava a tanto nelle sue personali considerazioni. Da lì, un solo uomo poteva avere duemila tonnellate di scafo, distribuite su una lunghezza paragonabile a quella di un campo da calcio, completamente sotto controllo. Poche manovre precise permettevano di comandare i due motori diesel, capaci di far scivolare quella specie di resort galleggiante sul pelo dell'acqua ad una velocità di crociera di quattordici nodi, con punte che potevano sfiorare i venti nodi. A pensarci, pareva incredibile, eppure era proprio così. Lì dentro, tutto rispondeva ad un preciso ordine e nulla era lasciato al caso, assolutamente nulla.