CAPITOLO 2 (VIII, prosegue...)

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   Talento si direbbe, aveva confessato colui che promosse per la prima volta Sam al grado di capitano, e che diversi anni addietro mise da parte una bella cifra lasciandolo libero di prestare servizio a bordo dello yacht di Isaac Bender. Era stato un bell'affare per quel tale, ma sicuramente chi ci aveva guadagnato di più era stato proprio Lucas Oronowsky.

   Sorrise sornione a quell'ultimo ricordo. Probabilmente quello sporco e lercio rintronato, quello stupido armatore turco, stava ancora pensando che Sam Mitchell fosse davvero passato alle dipendenze di Isaac. Assolutamente no, era stato lui a scegliere Sam, era stato Lucas Oronowsky a volerlo.

   E come sempre aveva fatto centro, i fatti lo avevano dimostrato.

   Nell'unico momento della sua vita in cui si era sentito appeso ad un filo, completamente nelle mani di qualcun altro, vicinissimo ad un incredibile game over, le sue sensazioni non lo avevano tradito. Ebbene, Sam si era rivelato ciò che lui si aspettava che fosse, e se tutto era filato per il verso giusto, lo doveva anche all'intuizione di puntare forte su quell'uomo riservato, spesso distaccato e dal sangue freddo.

   <<Fino ad un paio di ore fa, nessun bollettino parlava di una qualche perturbazione nella zona. Non c'era traccia di addensamenti o di correnti di aria di alcun genere nell'arco di decine di miglia.>>, spiegò Sam, che però sembrava parlare più a se stesso che non a Lucas Oronowsky.

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