CAPITOLO 2 (V, prosegue...)

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   Non disse nulla e si fermò dall'altro lato della poltrona, lanciando un'occhiata distratta all'indicatore di vento. Lasciò che Sam finisse con le annotazioni e quando lo vide sollevare la tazza di caffè e spostare lo sguardo nella sua direzione, lo anticipò:

   <<Tutto bene Sam?>>

   Non c'era dubbio, Sam Mitchell gli avrebbe confessato che tutto era sotto il suo controllo, che non c'era nulla di cui preoccuparsi, che poteva tranquillamente scendere a sbrigare le sue faccende, quali che esse fossero. Era proprio questo ciò che si aspettava dai suoi collaboratori più stretti: ad ognuno il proprio compito, e con esso la responsabilità che quel compito fosse svolto in modo tale che tutto filasse per il verso giusto.

   Era un concetto piuttosto semplice dopotutto, eppure trovare uomini come quel nero tutto d'un pezzo non era così facile.

   <<Se devo essere sincero, c'è qualcosa che mi preoccupa.>>, rilanciò Sam.

   <<Dimmi tutto.>>, lo invitò a proseguire Lucas.

   Qualcosa che ti preoccupa, amico. Qualcosa che ti preoccupa... questo non è certo ciò che mi aspettavo di sentire, fu il primo pensiero di Lucas Oronowsky mentre cercava di dimostrarsi paziente e disponibile all'ascolto. La certezza che non ci sarebbe stato nulla di cui preoccuparsi era data per scontata e la piccola preoccupazione del suo ufficiale non era altro che un qualche eccesso di zelo. Tutto lì insomma.

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