Capitolo 10

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Ero confuso ogni notte.
Non pensavo che riuscissi a
prendermi cura di te.
           Ma mentre il tempo passava,
l’ho capito.
Mi sei mancata, ragazza.
Pensavo continuamente
al modo in cui mi guardavi.
Baby tu mi appartieni.
Mai e poi mai,
non ti lascerò andare.
Non ti lascerò andare mai più,
non preoccuparti.
Baby tu sei mia, mia, mia.
Mai e poi mai,
non ti farò mai piangere.
Non ti farò piangere di nuovo,
non preoccuparti.
Baby, sei mia, mia, mia.
Never Ever-GOT7

Lo spettacolo è finito, JaeBum e ChoSo si allontanano presto dalla folla, non possono correre il rischio che l’idol sia riconosciuto. Si fermano in una stradina adiacente poco trafficata. JaeBum per tutto il tempo dello spettacolo fino ad allora non ha lasciato andare la mano di ChoSo.
«Mi sa che adesso devo lasciarla, vero?», disse JaeBum all’improvviso.
ChoSo, il cui cervello era ancora in panne, non riuscì subito a capire a cosa egli si riferisse e lo guardò con aria confusa.
JaeBum sollevò le loro mani intrecciate.
«Intendevo che adesso dovrei lasciare la tua mano, ma non voglio», disse con leggero imbarazzo.
ChoSo, all’affermazione di JaeBum, divenne subito rossa in volto.
«Hey, arrossisci per così poco?», la stuzzicò scherzosamente JaeBum.
«Eeeh? I-io non sono rossa», disse ChoSo fingendo di mettere il broncio.
All’improvviso JaeBum divenne serio.
«Credo che noi due dovremmo seriamente parlare. Forse qui per strada non è proprio un bel posto. Potremmo andare in sala prove, di solito a quest’ora non c’è nessuno, che ne dici?», propose JaeBum. ChoSo annuì solamente. JaeBum sorrise e strinse la sua mano con quella di ChoSo ancora più forte.
«Allora questa non la lascio», disse, riferendosi alla mano e prese a fare strada per il JYP Building.

I due arrivarono in sala prove ed effettivamente quest’ultima era vuota così come aveva predetto JaeBum.
«Ammetto che non è un posto molto comodo ma sempre meglio che restare in strada», disse JaeBum.
Entrambi si accomodarono nella grande panca appoggiata al muro. Fu ChoSo a rompere il silenzio imbarazzante.
«Allora di cosa volevi parlare?», chiese ChoSo fingendo di non sapere l’argomento.
In realtà sapeva benissimo che oggi, in qualche modo, avrebbero dovuto chiarire il loro rapporto. Certo, le dispiaceva non aver prima chiuso definitamente con il sunbae, ma non poteva fare nient’altro ormai.
«Quindi, vuoi che sia io il primo a svuotare il sacco, eh?», controbatté JaeBum.
«Direi di sí», rispose astuta ChoSo.
Sul volto di JaeBum si dipinse un sorriso che subito lasciò spazio ad un’espressione più seria.
«ChoSo-ya, io…», JaeBum sembrava non riuscire a trovare le parole adatte.
«…Io…».
Ad un tratto prese il volto di ChoSo tra le sue mani e la baciò. ChoSo all’inizio sorpresa si abbandonò poi a quel dolce bacio. Bacio che esprimeva tutto ciò che JaeBum non riusciva a pronunciare a parole. JaeBum si allontanò leggermente da lei.
«… Ecco, lo sai, te l’ho detto, non sono bravo con le parole. Spero tu abbia capito ugualmente», disse imbarazzato.
«Mmmh, forse non ho ancora capito», disse ChoSo stuzzicandolo.
«Yah! Mi stai prendendo in giro?» disse JaeBum fingendosi arrabbiato.
ChoSo scoppiò a ridere e JaeBum fece lo stesso.
Ad un tratto i loro sguardi s’incrociarono, come sempre, i profondi occhi neri di JaeBum ipnotizzarono ChoSo.
«ChoSo-ya, tu… mi piaci. Proviamo ad uscire insieme. So che sarà difficile. So che sembra strano detto da una persona come me che fino a qualche giorno fa aveva detto di aver chiuso definitamente con i suoi sentimenti. So che può sembrare così poco credibile. Ma credimi, ti prego. Voglio iniziare seriamente a stare con te. In questi giorni ho provato ad autoconvincermi che non sentivo nulla nei tuoi confronti. Ma ho scoperto che non è così. Tu hai scompigliato tutta la mia esistenza in pochissimi giorni. Non so più quante volte ho perso la concentrazione pensandoti. So di non essere stato gentile con te all’inizio, so che tu credi che io viva solo di bugie ma adesso sento di poter cambiare. Di poter essere davvero me stesso se tu accettassi di uscire con me», confessò JaeBum.
«Menomale che non eri bravo con le parole», disse ChoSo commossa.
Lacrime di gioia iniziarono a rigare il volto di ChoSo. JaeBum la abbracciò.
«Non credi di dovermi dare una risposta? Io comunque mi sono sforzato a parlare. Adesso tocca a te», le disse JaeBum scherzosamente.
ChoSo si staccò dalla dolce presa di JaeBum, lo guardò dritto negli occhi, stavolta fu lei a prendere il viso di JaeBum fra le sue piccole mani e baciarlo. ChoSo, si staccò poi dalle sue labbra e gli disse.
«Ti basta come risposta? Sai neanche io sono brava con le parole».
JaeBum sorrise e la strinse di più a sé per continuare da dove ChoSo aveva interrotto.
Proprio nell’istante in cui JaeBum sfiorò le labbra di ChoSo, si aprì la porta interna della sala prove e due persone uscirono dalla stanza adiacente.
«Hyung quando fai cose immorali come questa non dovresti assicurarti che non ci sia davvero nessuno?».
ChoSo e JaeBum si girarono di scatto e all’unisono dissero:
«YuGyeom-ah?».
«SoMi-ya?».
Sì, erano proprio loro. Probabilmente anche YuGyeom sapeva che a quell’ora la sala prove era sicuramente vuota ed è così che il leader e il maknae ebbero la stessa idea quella sera. JaeBum leggermente imbarazzato si rivolse al più giovane.
«Y-YuGyeom-ah si può sapere cosa ci fai qui a quest’ora? Dovresti essere già a dormire da un pezzo!», il leader che c’era dentro di lui riuscì ad emergere nonostante la strana situazione in cui si trovava.
«Hyung…», iniziò lentamente YuGyeom a rispondere.
«… Non credo tu sia nella giusta posizione per farmi la predica. Forse dovrei essere io a chiederti dove sei stato questo pomeriggio. Non stavi male? Sembra che ultimamente tu sia diventato alquanto cagionevole. Stai sempre poco bene e salti le prove. Cerca di riguardati hyung», disse il maknae cercando di trattenere una risata.
«YuGyeom-ah mi stai forse prendendo in giro?», domandò il leader.
YuGyeom scoppiò in una risata fragorosa. Andò verso JaeBum e lo abbracciò.
«Hyung sono così contento di vederti così oggi. Sembri meno… robot», disse YuGyeom stringendo forte il proprio hyung.
«Yah! Yah! Chi ti ha detto che puoi stringermi così?!».
Intanto SoMi aveva raggiunto ChoSo alla panca.
«Deduco che ci siano delle belle novità da raccontare», disse rivolgendosi all’amica.
«Oh, be', sì… insomma… diciamo pure che qualcosa c’è», rispose ChoSo imbarazzata.
Anche le due amiche scoppiarono a ridere.
Dopo aver svuotato il sacco, i quattro restarono a parlare per un po’. Ad un tratto SoMi si rivolse a JaeBum con queste parole.
«Caro il mio bel leader, vedi di trattare bene la mia amica qui presente. Mi raccomando vacci piano, non ha mai avuto un fidanzat-».
«Yah!»? la interruppe ChoSo.
«Devi proprio dire cose assurde come questa?!», la rimproverò l’amica.
JaeBum guardò sbalordito ChoSo accanto a lui.
«Omo(*Omo: Espressione coreana che indica sorpresa e stupore, è paragonabile all’espressione di lingua inglese OMG “Oh My God”) sono davvero il tuo primo ragazzo?», le chiese con stupore.
ChoSo era troppo imbarazzata per rispondere alla domanda di JaeBum.
Quest’ultimo se ne accorse e la strinse a sé.
«Oh, kyeopta(*Kyeopta: Termine coreano utilizzato per indicare qualcosa di tenero e/o carino. Letteralmente significa “carino/carina/carini/carine”)», disse ed iniziò a scompigliarle i capelli.
«Hey!», ribatté ChoSo ancora rossa in volto e tentando di liberarsi dalla presa del ragazzo.
SoMi e YuGyeom scoppiarono a ridere. SoMi era davvero contenta per la sua amica, forse finalmente adesso poteva vivere una storia d’amore vera e come si deve.
I quattro restarono ancora insieme per un po’, dopo, gli uomini, così come da manuale, accompagnarono le donne a casa.

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