Capitolo 7

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Tu potresti non sentirti
nello stesso modo
in cui mi sento io.
Potrei non rivederti mai più,
è questo quello di cui ho paura.
Non ho il coraggio di dirtelo.
Con questa canzone lascia
che io apra il mio cuore a te.
Ti amo, baby. Io, io ti amo
(per molto tempo).
Ti amo, baby. Io, io ti amo
(è vero)
Confession Song-GOT7


ChoSo è pietrificata. Non riesce davvero a credere a quello che sente. Non può essere vero. È da dieci anni che sta al fianco del sunbae, mai un suo gesto, mai una sua parola le avevano dato l’impressione di essere ricambiata in quello che lei ormai considerava da tempo un amore a senso unico e destinato a finire come tale. Adesso questa confessione, improvvisa, arrivata come una doccia fredda in una giornata gelida.
Forse stava sognando, era l’unica soluzione possibile, pensò ChoSo.
KiKwang si avvicina a ChoSo, prende le sue mani, le stringe forte.
«ChoSo-ya, fino ad ora ho celato i miei sentimenti per te, ho frequentato tantissime donne cercando di dimenticarti. So che per me non ci sono speranze, so che mi vedi semplicemente come un fratello maggiore. Pensavo di poterlo sopportare pur di continuare a vivere tranquillamente al tuo fianco. Pensavo di riuscire ad accettare di vederti con un altro uomo che non fossi io, purché tu saresti stata felice, ma ho fallito miseramente. So che non c’è niente tra te e quel JaeBum ma vederti tra le sue braccia, il sentirvi chiamare con confidenza, mi ha fatto capire che effettivamente non ce la faccio. ChoSo-ya non mi sono mai avvicinato a te come un uomo per paura di rovinare la nostra amicizia ma oggi ho mandato tutto all’aria, perdonami se ti ho mostrato un lato di me che non avrei mai voluto mostrarti. Io non sono sempre allegro e solare come tu credi. Perdonami ChoSo-ya» confessò il sunbae.
ChoSo sentì perdere il controllo delle sue gambe e se KiKwang non l’avesse presa in tempo, avrebbe fatto un bel capitombolo. ChoSo era molto confusa. Non riusciva a spiccicare parola. Lei e il sunbae, avevano pensato in questi lunghi dieci anni alla stessa cosa, nessuno dei due voleva rovinare il loro rapporto. Lui aveva provato il suo stesso senso d’impotenza causato da un rassegnato amore a senso unico.
La dichiarazione che ChoSo sognava da una vita è arrivata ma cos’era questo magone che aveva in gola? Cos’era questo peso che sentiva nel cuore? Perché non riusciva a rispondere al suo sunbae che anche per lei era stato lo stesso e sapeva benissimo come si sentiva? Nulla da fare, le parole non uscivano. Il sunbae la fece accomodare sul divano.
«Perdonami, questa mia dichiarazione improvvisa deve averti sorpreso molto» disse dispiaciuto KiKwang.
«S-Sunbae…» riuscì infine a pronunciare ChoSo.
«Aspetta non dire niente» la interruppe il sunbae.
«Prima di pronunciare qualsiasi cosa. Dammi l’opportunità di corteggiarti a dovere. Dalla faccia che stai facendo adesso ho troppa paura di un tuo rifiuto, quindi, dammi almeno un’opportunità. Usciamo insieme per una settimana e poi mi darai una risposta. Qualunque sarà la risposta per allora dovrei essere pronto per accettarla, o perlomeno spero» disse risoluto KiKwang.
Ad un tratto si sentì bussare alla porta, KiKwang andò ad aprire, inutile dire che il tipo alla porta fosse JaeBum, alquanto arrabbiato, non solo per la sfuriata di prima ma anche perché le 20:00 erano già passate da un pezzo e bisognava proseguire con gli scatti singoli.
«Mi dispiace interrompere la vostra interessante conversazione» iniziò a dire sarcastico.
«Ma io dovrei tornare ad allenarmi dopo gli scatti, quindi, vi prego di risolvere i vostri problemi personali in fretta e tornare a lavoro» disse con tono di voce aspro.
«Hai ragione, scusaci, arriviamo subito» disse KiKwang più con aria di sfida che di scuse.
JaeBum vide lo sguardo perso di ChoSo mentre quest’ultima tentava di raggiungerli sull’uscio della porta. Attraversò i due, non disse nulla e si diresse verso lo studio dove erano previsti gli scatti.
JaeBum si rivolse a KiKwang.
«Si può sapere cosa le hai fatto?» disse con un tono di voce abbastanza duro.
«Nulla che ti riguardi» rispose con lo stesso tono.
«E invece mi riguarda eccome» continuò JaeBum.
KiKwang lo guardò fisso negli occhi con aria di sfida.
«Credo che adesso non ci sia più bisogno che tu ti preoccupi di ChoSo-ya, ci penserò io a lei d’ora in poi. Tra poco diventeremo una coppia vera e propria, quindi, non intrometterti. Non so perché la stavi abbracciando se solo due giorni fa le urlavi contro come un matto, ma sappi che se intendi prenderla in giro puoi considerati già morto. Quindi, pensa al tuo lavoro e basta».
Dette queste parole si allontanò da JaeBum. Quest’ultimo strinse i pugni, voleva davvero fare del male a quel damerino. Tutto sorridente e poi se ne esce con certi atteggiamenti, ha una doppia personalità?-pensò JaeBum. Era tutto così strano. Sembra che quel dongiovanni si sia dichiarato, ma allora ChoSo perché sta così? La testa di JaeBum ospitava mille pensieri di questo tipo.
Il lavoro proseguì senza intoppi e pressoché in silenzio, se non per qualche piccola indicazione data dai fotografi riguardante la posizione che il modello doveva tenere.
Gli scatti finirono abbastanza presto, nessuno dei tre aveva voglia di restare insieme un minuto di più in quella stessa stanza.
Dopo aver preso ognuno il proprio materiale, si ritrovarono all’uscita dell’edificio.
«ChoSo-ya sono venuto in macchina ti accompagno a casa» disse KiKwang.
ChoSo fu colta alla sprovvista dalla proposta del sunbae.
«Tranquillo, posso andare anche a piedi, abito qui a due passi, lo sai» rispose.
JaeBum guardava quella scena con rabbia, non riusciva ancora bene a capirne il perché. Dentro di lui sentiva di odiare ogni giorno di più quell’idiota di KiKwang, così come lui lo considerava.
«Bene, mentre voi perdete inutilmente il vostro tempo così, io vado, la sala prove mi aspetta. Bye» disse alzando la mano destra in segno di saluto e si allontanò.
«È un tipo proprio strano» disse KiKwang quando JaeBum fu lontano dal loro campo visivo.
ChoSo non rispose all’esclamazione del sunbae, forse era vero, JaeBum era un tipo strano, però perché adesso che se ne era andato sentiva come un vuoto dentro? Scosse la testa velocemente come per allontanare quel pensiero, si voltò verso il sunbae.
«Ok sunbae dammi un passaggio, per favore» disse.
“KiKwang sunbae è l’uomo che ami da dieci anni, non puoi perdere questa grande occasione. Non essere sciocca e non pensare a quello stupido di JaeBum” pensò ChoSo.
«Bene. Andiamo la mia macchina è per di là» disse KiKwang contento mostrando a ChoSo la strada.
Da vero galantuomo il sunbae le aprì la portiera dell’auto, aspettò che ChoSo si accomodasse, prese posto in auto anche lui e la aiutò con la cintura di sicurezza, il tutto accompagnato da uno splendido sorriso. ChoSo non aveva dubbi sulla gentilezza del sunbae, ma se anche ne avesse avuti con quei piccoli gesti, li avrebbe spazzati via subito.
“Vedi ChoSo è così che si comporta un uomo. La gentilezza è importante. Non continuare a pensare a quello scorbutico di JaeBum” continuava a ripetersi internamente.
KiKwang mise in moto.
«ChoSo-ya, in fondo è ancora presto, ti va di andare a prendere qualcosa da bere insieme?» chiese KiKwang.
ChoSo ci pensò su. Forse era la soluzione migliore restare più tempo con il sunbae per non pensare a quello stupido.
«Ok, sunbae ci sto. Però cerchiamo di bere poco, domani mattina continueremo con gli scatti singoli, rimaniamo lucidi» disse ChoSo sorridendo al sunbae.
KiKwang ricambiò il sorriso «Ok, Ok, giusto, hai ragione».
ChoSo e KiKwang passarono delle ore felici a chiacchierare del più e del meno. Il blocco di ChoSo sembrava ormai essere superato. KiKwang accompagnò ChoSo a casa. Scese dalla macchina e corse ad aprirle la portiera, ChoSo scese e si avvicinò al sunbae.
«Grazie per oggi, grazie per avermi offerto da bere» disse. «Figurati» affermò semplicemente il sunbae.
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante ChoSo decise di salutare KiKwang.
«Comunque… adesso entro dentro. Ci vediamo domani a lavoro» gli disse agitando la mano e dirigendosi verso la porta del suo appartamento.
KiKwang la tirò a sé.
«Non è un modo un po’ freddo di salutarmi?» le disse stringendola a sé.
ChoSo divenne visibilmente paonazza in viso.
«C-Come dovrei salutarti?» chiese ingenuamente.
KiKwang le prese il viso tra le mani e la baciò.
ChoSo all’inizio fu colta alla sprovvista, alla fine si abbandonò a quel dolce bacio.
KiKwang si staccò poi da lei.
«Ecco questo è un modo decisamente migliore per salutarci, non trovi?» disse ridendo.
ChoSo di scatto cercò di allontanarsi ma KiKwang non mollò la presa.
«S-sunbae, non credo che sia ancora il momento per certe…».
KiKwang non le fece completare la frase e la baciò di nuovo.
«Scusami, ma sono dieci anni che mi trattengo con te. Perdonami» le disse sempre col sorriso sulle labbra.
Accidenti come poteva arrabbiarsi con lui se poi sfoggiava quel sorriso? ChoSo riuscì a liberarsi dalla presa.
«Cr-Credo che sia meglio che vada. A domani sunbae» disse sempre più rossa in viso.
«Ok, a domani, ti lascio andare per stasera, anche se a malincuore. Passo a prenderti io domani alle 8:50 ok?».
ChoSo visibilmente scossa fece cenno con la testa di aver capito.
Stava per entrare quando.
«ChoSo-ya…» si sentì chiamare dal sunbae.
Si voltò nuovamente verso di lui.
«… Spero che alla fine di questa settimana avrò una risposta positiva da parte tua» disse, dopodiché entrò in macchina e si allontanò.
ChoSo ancora ferma sull’uscio della porta, scosse la testa ed entrò in casa. Si accasciò davanti la porta d’ingresso e pensò “Cosa diamine sta succedendo? Il sunbae mi ha baciato, per ben due volte, si è comportato come un principe, ma perché il mio cuore sta tentennando così tanto?”.
Ad un tratto le venne in mente il bacio con JaeBum, quel bacio che doveva aver dimenticato da un pezzo affiora così dal nulla nei suoi pensieri. Perché proprio adesso? La scarica di adrenalina era molto diversa rispetto a quella che aveva provato oggi, perché? Continuava a chiedersi. Con un gran mal di testa decise alla fine di andare a dormire, sperando di non pensare più a nulla per quella notte.

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