Capitolo 20

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Voglio volare baby, volare con te.
Hey, sei felice? Io lo sono, sì.
Quando apro gli occhi
ogni mattina,
sembra come un sogno.
Sembra come se il sole stia
risplendendo solo per me.
Di nuovo oggi, come sempre,
il mio giorno inizia con te.
Dormi bene la notte?
A volte non riesco
a credere che sia vero,
quindi, mi sveglio.
Sai che cosa significa?
A volte ho paura.
Corro senza guardare indietro
ma ora sono tornato
tra le tue braccia.
Tu sei il mio conforto,
ogni giorno prego, prego.
Tu sei il mio conforto
al di sopra del cielo.
Voglio volare in alto.
Fly-GOT7

«SoMi-ya perché stai piangendo?», le chiese ChoSo.
«ChoSo-ya… io… credo… di essere… incinta», confessò SoMi tra i singhiozzi lasciando ChoSo letteralmente a bocca aperta.
Quest’ultima si prese qualche secondo per riflettere su quello che l’amica aveva appena confessato. Chiuse gli occhi per poi riaprirli, provò a razionalizzare la situazione.
«SoMi-ya tu ne sei sicura al 100% di questa cosa che mi hai appena detto?», iniziò a domandarle ChoSo.
«Io… sì… cioè… no…», rispose SoMi in maniera confusa immersa ancora nei suoi singhiozzii.
«Ti prego SoMi-ya parla in modo chiaro, abbiamo bisogno di rimanere calme e ragionare razionalmente», le propose ChoSo.
«Io… non ho fatto un vero e proprio test di gravidanza in questi due mesi… perché ho troppa paura ChoSo-ya… non sono andata da un dottore… ho troppa paura!», confessò in lacrime SoMi.
ChoSo abbracciò l’amica.
«Ascoltami, adesso abbiamo bisogno di certezze. Devi fare tutti i controlli necessari e soprattutto devi dirlo a YuGyeom-ssi», le disse ChoSo con un tono di voce alquanto serio.
«Cosa? No, no, no, non posso dirlo a YuGyeom-ah, lui è ancora così giovane, ha una carriera davanti… no… non posso rovinargli la vita», rispose SoMi.
«SoMi-ya, non puoi prenderti da sola una responsabilità così grande. E poi cosa intendi fare? Lasciarlo senza una ragione precisa? Non credi ci starebbe ancora più male? Non capisci che lui è già preoccupato adesso per te che non sa nulla? SoMi-ya non puoi assolutamente comportarti così», le intimò ChoSo.
Spesso con la sua amica servivano delle parole dure per farla tornare in sé.
«ChoSo-ya… tu non capisci… YuGyeom-ah… io non posso fargli questo…», continuò imperterrita SoMi.
«No, quella che non capisci sei tu SoMi-ya. Un bambino, semmai dovesse esserci, non è qualcosa che dipende da un’unica persona, è qualcosa che dipende sempre da due persone, che la cosa ti piaccia o no. Cosa farai se davvero ci fosse un bambino dentro di te? Lascerai YuGyeom-ssi e lo crescerai da sola? Senza neanche dargli la possibilità di sapere tutta la verità? Tu parli di voler proteggere YuGyeom-ssi e la sua carriera… ma dovresti sapere che YuGyeom-ssi non è solo un idol e una persona come tutte le altre, ha il sacrosanto diritto di sapere se diventerà padre oppure no, poi starà a lui fare una scelta. La tua è una scelta egoistica dettata dalla paura. Sei tu che adesso hai paura. SoMi-ya non fare scelte sbagliate di cui in futuro potresti pentirtene. Ragiona, ti supplico», le chiese a cuor sincero ChoSo.
SoMi scoppiò in un pianto senza fine.
Dopo essersi sfogata, strinse a sé le mani dell’amica.
«Ok… proverò a fare come dici tu. Domani mattina chiamerò YuGyeom-ah, gli spiegherò tutto e andremo da un ginecologo», disse, infine, SoMi cercando di raccogliere quel poco coraggio che le restava.
ChoSo le sorrise.
«Bene, così si ragiona amica mia. Vuoi rimanere qui stanotte?».
«No, penso di dover andare a casa, voglio che YuGyeom-ah venga a casa mia domani mattina presto. Devo farmi trovare preparata», rispose SoMi.
«Bene, come vuoi. Fatti forza sono sicura che andrà tutto per il meglio», la incoraggiò ChoSo.
L’amica accompagnò SoMi fino alla porta d’ingresso, la salutò e tornò dentro. È vero, ChoSo aveva incoraggiato SoMi in quella triste serata, ma si domandò se lei mai ce l’avrebbe fatta a superare una cosa del genere. Credeva davvero alle parole dette all’amica ma è anche vero che la situazione non era affatto semplice. Quella sera pregò affinché tutto per l’amica si risolvesse per il meglio.

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