Lugete, o Veneres Cupidinesque,
et quantum est hominum venustiorum:
passer mortuus est meae puellae,
passer, deliciae meae puellae,
quem plus illa oculis suis amabat.
nam mellitus erat suamque norat
ipsam tam bene quam puella matrem,
nec sese a gremio illius movebat,
sed circumsiliens modo huc modo illuc
ad solam dominam usque pipiabat.
qui nunc it per iter tenebricosum
illuc, unde negant redire quemquam.
at vobis male sit, malae tenebrae
Orci, quae omnia bella devoratis:
tam bellum mihi passerem abstulistis
o factum male! o miselle passer!
tua nunc opera meae puellae
flendo turgiduli rubent ocelli.
Piangi, Venere, e piangi tu, Cupìdo,
piangete tutti, uomini gentili:
il passero che lei, la mia ragazza,
amava più degli occhi, non c'è più!
E' morto l'uccellino del mio amore!
Come un bambino la riconosceva,
le saltellava intorno e non voleva
allontanarsi mai. Solo per lei
cinguettava. Ora cammina in silenzio
lungo la via oscura da cui nessuno
fa mai ritorno. Sia maledetta
la morte senza cuore che divora
tutte le cose belle! Il passerotto,
il povero uccellino, non c'è più!
Piange la mia ragazza e i suoi occhi,
si gonfiano e s'arrossano di lacrime.
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Liber- Gaio Valerio Catullo
ClassicsLa raccolta di tutte le poesie di Catullo: in latino e tradotte, introdotte da una piccola biografia dell'artista. I CARMEN IN QUESTO LIBRO SONO 95 NEL LIBRO DI CATULLO PROIBITO CHE TROVATE TRA LE MIE OPERE.