5. Ti voglio bene, mamma.

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PIPER

Saranno circa le 3:30 della notte, ma io non riesco ancora a dormire. Sarà che la paura mi sta divorando completamente. Alcune volte riesco a diventare la cosa che più mi spaventa. La mia stessa paura. Come ho potuto farlo? Ho ucciso una persona. Ho ucciso una persona e ho coinvolto in questa storia 2 persone a cui tengo più di me stessa. Più ci penso e più mi sento pervadere da una grossa sensazione d'ansia. Questo, comprometterà tutto. Lo sta già facendo. Mancano solo una ventina di giorni alla fine dello sconto della pena, io ed Alex potremmo essere finalmente libere. Ma se lo scoprissero? Io potrei rimanere qui per ancora molto tempo. E anche se uscissi di qui, vivrei con la costante paura che prima o poi quel corpo venga ritrovato, e che io potrei tornare in prigione. Sono stata una stupida, ma ero sopraffatta dagli effetti della droga. Non sapevo quello che stavo facendo. Non riuscivo a pensare con lucidità. La vedo dura, ma per ora, non riesco ancora a pensare ad una maniera migliore per uscirne. Nascondere quel corpo era l'unica cosa da poter fare, in quell'istante.

"Chapman" qualcuno richiama la mia attenzione.
"Red? Sei sveglia anche tu?" dico sussurrando in modo da non svegliare le altre.
"Si, ti vedo pensierosa, qualcosa non va?" mi domanda preoccupata.

In quel momento un sacco di dubbi mi pervasero. Avrei dovuto dirglielo? In fondo lei è come una mamma per me. Mi ha aiutata in momenti molto difficili in questo posto, perché non dovrebbe farlo anche ora? Il suo sostegno mi aiuterebbe molto.

"Ho fatto una cosa orribile, Red" confesso tenendo gli occhi fissi sul soffitto.
"Siamo in prigione, Chapman. Tutti quanti in questo posto abbiamo fatto qualcosa di orribile" risponde fraintendendo le mie parole.
"No, tu non capisci. Io ho ucciso una persona, Red!" esclamo.

Appena termino questa frase, osservo il suo sguardo, che si muta da rilassato passando ad uno stato di sconvolgimento. Sgrana gli occhi fissandomi.

"..cosa?" dice, sembra essere sconvolta.

Ed ecco che inizio a sentire le lacrime supplicarmi di farle uscire, ed è così che inizio a sentire le mie guancia umide e bagnate, mentre il mio sguardo sembra essere ancora perso nel vuoto. Non emano nessun rumore, nessun lamento. Ho lo sguardo fisso sul soffitto, serio, impassibile, mentre le lacrime continuano a scendere lentamente.

"Vieni con me" mi dice Red avvicinandosi al mio letto invitandomi a scendere.

E così faccio. Scendo e lei mi afferra la mano.

"Andiamo in bagno, così mi spieghi tutto" mi dice mentre si incammina verso di esso, ed io la seguo.

Non appena entriamo lei si assicura di aver chiuso bene la porta, per poi passarmi un piccolo fazzoletto, che passo più volte sul mio volto per asciugare le lacrime versate poco prima. Mi accovaccio a terra, stremata da tutti i pensieri che mi assillavano in quell'istante.

"Racconta" mi dice sistemandosi di fronte a me.
"Questa mattina ho ricevuto una telefonata da mio fratello, e subito dopo avergli parlato mi stavo dirigendo da Taystee e Poussey in biblioteca, ma ho incontrato Sam, che mi ha fermata chiedendomi il favore di andare a riportare un pacchetto di semi per l'orto nella serra del cortile. Ho accettato, ma proprio nell'orto ho scovato Nicky.. Stava.. Lei stava fumando Crack" dico, ma lei mi interrompe.
"Cosa?! Nicky stava fumando Crack nell'orto?!" mi chiede preoccupata.

Lei ha sempre cercato di aiutare Nicky con il suo problema con la droga. Ma invano. Nicky per lei è come una figlia, e so che si sente ferita nel vederla in queste condizioni. Annuisco alla sua domanda, e lei, anche se ancora basita da quello che le avevo appena detto, mi invitò a continuare.

"Così.. Lei ha provato a convicermi a fare un piccolo tiro assieme a lei, ed io, dopo suoi svariati tentativi, ho accettato. Vorrei non averlo fatto, perché quello che doveva essere un piccolo ed innocente tiro, si è trasformato ben presto in molti, molti altri tiri.." dico, ma lei mi interrompe nuovamente.
"Piper! Non puoi.. Non puoi averlo fatto anche tu" mi dice con gli occhi lucidi.

È strano, vedere una persona come Red piangere. L'ho sempre considerata una donna forte, una persona con gli attribuiti. Eppure ora sembra essere così vulnerabile. Ha paura, si preoccupa per coloro che considera parte della sua famiglia. Mi avvicinai a lei lentamente, appoggiando la fronte sulle sue spalle mentre accarezzo la sua schiena.

"Ti prometto che non accadrà più, Red" dico cercando di tranquillizzarla.
"Continua.. Non preoccuparti" risponde passandosi una mano sul volto nell'intento di asciugarlo.

E continuai, le raccontai tutto, dal primo all'ultimo dettaglio. Mi sfogai, perché ero spaventata. Spaventata da me stessa, e avevo bisogno di una sua parola, di un suo abbraccio o conforto, anche minimo. In quel momento mi stavo mostrando debole, e non succedeva da un pò. Ma anche i duri piangono ogni tanto.

"Il punto è che ora come ora, mi sento spaventata. Ho paura che possano essere coinvolte anche Alex e Nicky, per colpa mia. Ho paura, perché tra poco tempo potrei tornare ad essere libera, ma dopo questo, ho paura che non sarà così." confesso infine.

La vedo sospirare, sembra che lei in questo momento sia una parte di me, sembra che con poche parole io sia riuscita ad infonderle la mia stessa paura. Non volevo farlo, eppure sentirla così vicina a me mi fa stare bene.

"Hai fatto un madornale errore proprio nel momento in cui sapevi di poter essere sicura di dover uscire da questo posto. Non so dirti cosa accadrà, perché non ne ho la minima idea. Ma posso comunque dirti che io sono con te, che ti sostengo e lo farò sempre. Nel bene e nel male. Tu ed Alex avete un rapporto speciale, due esatti opposti, eppure così vicine l'un l'altra. Perciò non preoccuparti, potreste farvi tutto il male di questo mondo, ma alla fine non riuscirete mai a starvi lontane. Spero solo che non vi accadrà nulla, perché tengo a voi come figlie, e da buona «mamma», posso assicurarvi che se rimarrete qui ancora a lungo, io vi farò sentire a vostro agio, sempre" risponde lei.

Quelle parole mi rassicurano, mi sollevano enormemente, è questo che mi spinge ad avvicinarmi a lei abbracciandola, abbracciandola più che posso. È la mamma che non ho mai avuto.

"Beh, allora, sappi che ti voglio bene, mamma" dico dolcemente tornando nel dormitorio.

Rather Be [VAUSEMAN]-oitnb Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora