Una luce accecante mi fa svegliare.
Non riesco a respirare, come se il mio corpo fosse schiacciato da qualcosa.
Apro gli occhi e mi ritrovo Clarissa avvinghiata come una cozza.
La sposto delicatamente, senza svegliarla, e controllo subito il telefono. Il primo pensiero la mattina va a lui.
Nessun messaggio, nessuna chiamata.Ripongo il mio orgoglio in un angolino e provo a chiamarlo. Se non mi risponde, allora prenderò davvero la mia decisione.
"Pronto?"
"Clayton?" sussurro per evitare di svegliare Clarissa.
"Amore, che bello sentirti. Come stai?"
Di merda per colpa tua, stronzo!
"Così così, dove sei?" rispondo invece.
"Inutile mentire, sono a casa di Riley ma ti giuro che tra di noi non è successo nulla."
"Devi dirmele di presenza queste cose, non per telefono. Viene da me, ti prego..." arrivo perfino a supplicarlo, cose da pazzi...
Cosa si fa per amore...
"Arrivo." Chiude la chiamata e il mio cuore fa una giravolta.
Non ho del tutto perso la speranza; anche se saperlo con Riley mi manda in bestia, non posso fare la stronza. Non adesso perlomeno.
Ieri sono stata sul punto di baciare Fred e se potessi prendermi a schiaffi da sola, lo farei.Certo che puoi. Ora ti spiego: alza le tue manine e battile sulle guancine.
Mi alzo dal letto e corro in bagno, la mia vescica rischia di scoppiare.
Decido di farmi anche una bella doccia, Clayton sarà qui da un momento all'altro e non ci tengo a farmi trovare in uno stato pietoso.Sento dei passi provenire dalle scale e, con ancora l'asciugamano avvolto in corpo, vado a sbirciare.
"Non puoi farti vedere così, amore."
Clayton è all'inizio del corridoio che mi osserva divertito. Arrossisco e rientro in bagno, senza chiedere a chiave. Non so perché ma una parte di me vuole vederlo entrare da questa porta.
I miei desideri vengono esauditi quando, effettivamente, sento la porta aprirsi e sbattere.Il biondo mi raggiunge davanti lo specchio e, dal riflesso, noto il leggero rossore dei suoi occhi. Abbasso d'istinto lo sguardo, mentre Clay inizia a tracciare linee immaginarie sul mio collo.
Mi beo della piacevole sensazione per qualche attimo, prima di voltarmi e mettere fine al suo tocco.Non può fare così, non può semplicemente ritornare e far finta che non sia successo nulla.
Ieri il livido non era particolarmente visibile ma oggi è tutta un'altra storia. In più non ho messo correttore quindi la mia guancia appare nera e violacea."Mi dispiace tantissimo per... questo." Sfiora la mia guancia con un dito. "Mi sono lasciato prendere dalla paura e ho agito d'impulso."
"Mi ha ferito il gesto che hai fatto dopo, non il pugno in sé." sussurro.
Non sarebbe dovuto andar via, mi ha ferito da morire ed è giusto che se ne renda conto.
"Lo so, ho sbagliato. Sono stato un codardo ma, ti prego, dammi la possibilità di rimediare."
Mi rigiro nuovamente verso lo specchio e guardo la sua immagine riflessa. I suoi occhi...i suoi occhi parlano.
Sono sinceri, espressivi. Vivi.
Sorrido come un'ebete e lui fa lo stesso."Cosa hai fatto a casa di Riley e perché lei era qui, quella sera?"
Lo vedo tentennare un attimo ma risponde alla mia domanda. "Mi aveva mandato un messaggio perché aveva bisogno di un amico con cui parlare e l'ho fatta venire da me. Sai benissimo che sono contrario ad ogni forma di odio."
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Un fidanzato per finta
Teen FictionSammy Douglas è una ragazza studiosa, amante dell' ordine ed estremamente timida. Non ha amici e nessuno la vuole anche se è una bellissima ragazza. Le cose cambieranno quando Clayton Roger le proporrà di essere la sua finta fidanzata, per far sta...