16. Al cospetto di Albus Silente

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Appoggiata al muro si tormentava la punta delle scarpe, la lezione doveva stare per finire. Nonostante tutto fosse diverso era rassicurante sapere che a Hogwarts era sempre tutto uguale, una placida routine che si susseguiva da secoli e che solo ora lei riusciva ad apprezzare, era il suo conforto sapere che almeno il castello manteneva le sue solide certezze. I ragazzi che uscivano dall'aula la distolsero bruscamente dai suoi pensieri, quando tutti furono usciti fece timidamente capolino all'interno dell'aula di trasfigurazione, la professoressa McGranitt stava scrivendo qualcosa alla lavagna, probabilmente per la lezione successiva e non si accorse di lei.
Aveva deciso di rivolgersi all'insegnante di trasfigurazione perché era la preferita di sua madre e per come la conosceva lei era una donna molto comprensiva ed altruista oltre che la sua madrina di battesimo e poi perché non sapeva da chi altro andare visto che era letteralmente terrorizzata all'idea di incontrare i suoi genitori.
"Mmmh" si schiarì la voce, l'anziana strega si voltò distrattamente ma subito tornò a scrivere mentre le diceva: "A quest'ora non ho lezione quindi devi aver sbagliato aula, controlla il tuo orario e raggiungi i tuoi compagni"; Kathryn non si mosse, a quel punto la McGranitt si voltò e la guardò più attentamente e dopo un paio di minuti di silenzio la invitò a farsi avanti.
Kathryn sentiva i suoi occhi addosso, sapeva che intuiva che qualcosa non andava, la stava studiando, quando girò intorno alla cattedra per avvicinarsi le parve fosse davvero un gatto che si muoveva in maniera circospetta nonostante in quel momento avesse sembianze umane.
"Non mi ricordo di te, eppure sei una grifondoro" toccò lo stemma sul cardigan della ragazza, aveva moltissimi studenti ma era certa di non averla mai vista eppure...eppure le ricordava qualcuno; Erano gli occhi a confonderla, non aveva mai visto occhi così, apparivano gelidi anche se guardandoli attentamente erano limpidi e buoni.
Kathryn aveva già deciso di non perdere tempo, era stanca e voleva tornare a casa perciò non indugiò: "Io..." respirò profondamente "io non sono di qui, ho avuto un incidente e non so come tornare a casa mia" allungò la mano e l'aprì svelando alla strega i resti della giratempo rotta. La donna trasalì portandosi una mano al petto, per una frazione di secondo credette che quella fosse la giratempo che aveva affidato ad Hermione Granger ma ora che la osservava con più attenzione capì che non era la stessa, guardò di nuovo la ragazza: "Vieni, posala qui". Katrhryn lasciò cadere i frantumi sulla cattedra e attese.
La strega li esaminò con interesse e quando vi passò sopra la bacchetta la distolse inorridita rendendosi conto che quell'oggetto era pregno di magia oscura, incrociò gli occhi con la giovane grifondoro che le disse grave: "E' stata fatta con la magia oscura, volevo ripararla ma non ci sono riuscita e allora ho capito. Mi puoi aiutare? Io voglio andare a casa".
La semplicità con cui parlò fece ricredere la strega che si era messa sulla difensiva, alla fine era solo una ragazzina, grifondoro per giunta e molto probabilmente era sincera: "Io non posso fare niente ora, ti devo portare dal preside Silente. Se dici la verità la situazione è molto seria e quindi è meglio che parliamo il meno possibile".
Kathryn annuì triste, la McGranitt vedendola così abbattuta accennò un sorriso e le chiese gentile: "Come ti chiami me lo puoi dire"; Vide gli occhi della giovane illuminarsi e diventare caldi ed amichevoli mentre rispondeva: "Kathryn".
"Bene Kathryn, ora non perdiamo altro tempo e andiamo subito dal preside".

Fuori dall'ufficio del preside studiava il gargoyle che celava l'ingresso e si trovò a pensare che pur avendolo sempre visto non si era mai soffermata a guardarlo davvero in quanto non aveva mai dovuto attendere per entrare in quelle stanze che per lei erano una seconda casa; Ora invece era tutto diverso, era lontana 27 anni da casa sua e dai suoi cari, avrebbe visto in quelle stanze tanto famigliari un preside che oltre a non essere suo padre non le piaceva e non stimava, per giunta dipendeva da lui il suo ritorno a casa. Si augurò che in effetti fosse l'uomo eletto di cui decantava sempre le doti lo zio Harry perché dall'idea che si era fatta lei era un arrogante che decideva della vita degli altri per scopi certo di interesse comune ma che di fatto mortificavano o addirittura distruggevano il singolo; Ricordava che fin da piccola quel fantasma la terrorizzava e poi crescendo aveva sempre evitato di essere presente quando appariva in qualche quadro, i racconti sulla guerra avevano fatto il resto per cui ora era totalmente prevenuta e completamente impreparata a quell'incontro.
Il gargoyle si mosse e la McGranitt le fece cenno di entrare, Kathryn la seguì senza esitazioni ed una volta dentro l'ufficio si guardò intorno incuriosita, appariva parecchio diverso da come era abituata a vederlo: le pareti erano ricoperte da alte librerie colme di volumi di ogni genere, c'erano quadri ovunque da dove facevano capolino fantasmi incuriositi, sparsi in giro si trovavano oggetti magici che non aveva mai visto e su un trespolo vide la Fenice. "Fanny!" esclamò con occhi sgranati mentre si avvicinava ed allungava una mano per toccarla, l'animale parve gradire e non si ritrasse anzi, produsse una breve melodia come di compiacimento e Kathryn sorrise estasiata trovandosi di fronte ad una delle creature leggendarie di cui aveva tanto sentito parlare, non si accorse neppure che tre paia d'occhi seguivano attentamente la scena.
"Bene, bene. La nostra Fanny sembra averti preso in simpatia. Questo sicuramente gioca a tuo favore" disse una voce pacata.
La giovane strega si riscosse dalla meraviglia per la vista della creatura magica e si rese conto di essere al cospetto di quello che da tutti era ritenuto il mago più potente mai esistito: Albus Percival Wulfric Brian Silente.
Il vecchio mago a differenza della giovane strega non pareva affatto impressionato, la guardò bonario prima di parlare: "La professoressa McGranitt mi ha raccontato quello che le hai detto, corrisponde tutto a verità?". Kathryn annuì. Silente si passava una mano fra la lunga barba mentre scrutava ora la giratempo davanti a lui ora la ragazza che l'aveva portata: "Raccontami cosa ti è successo signorina ma fai attenzione a non dire nulla che potrebbe compromettere il futuro, sempre che tu dica la verità ovviamente".
Kathryn si risentí per il tono di scherno che aveva usato il mago e rispose piccata: "Certo che dico la verità!"; Poi scegliendo con molta cura le parole raccontó quello che le era accaduto nelle ultime ore, quando ebbe terminato rimase in attesa.
"Interessante e al contempo grave" il vecchio mago poggiò le mani sulla scrivania: "Però signorina ti renderai conto che in questi tempi così difficili sono costretto a riflettere attentamente sul da farsi".
Kathryn si sentì perduta nell'udire quelle parole: "Ma io sto dicendo la verità, voglio andare a casa" si interruppe bruscamente portandosi una mano alla tempia, alzò gli occhi e quasi urlò: "Non mi devi leggere nella mente!".
Solo allora una figura uscì dall'ombra alle spalle del preside, lei fissò le mani bianchissime, mani che sembravano non aver mai visto il sole poi lo sguardo si spostò prima ai pantaloni neri e risalí alla giacca dello stesso colore, poi i capelli scuri e lucidi e infine si soffermò sul viso, pallido, con le labbra sottili ed un'espressione dura; la figura le vacillò per un'attimo davanti a causa delle lacrime che le avevano riempito gli occhi.

Ciao, finalmente sono riuscita ad aggiornare, grazie grazie e ancora grazie per la pazienza che dimostrate😊

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