Capitolo Tredici. Sogni d'oro.

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Papà e la rossa stavano dormendo, mentre io mi trovavo nella mia altra camera da letto che in avevo tramutato in Studio. Anche Jazz era sveglia, prima si era addormentata davanti alla TV per sbaglio. Io indossavo il mio grembiule beige sporco di diverse chiazze di colore e la tela di fronte a me era ancora bianca, non mi veniva in mente nulla; ultimamente era diventato sempre più difficile trovare l'ispirazione per dipingere. Il silenzio del mio appartamento mi rendeva nervosa, quindi decisi di andare a prendere il mio iPod.

Attivai la riproduzione casuale ed ascoltai qualsiasi cosa mi veniva proposta, attesi qualche secondo e mossi la testa da un lato e poi dall'altro, era in quel modo che di solito mi venivano le idee: la musica mi appariva nella mente sotto forma di colori e sagome, ciò che potevo toccare piuttosto che toccare erano più facili da illustrare.

Intinsi il pennello nel nero e lo posai sulla tela iniziando a descrivere alcune linee. Non mi piaceva iniziare con i colori, per me il nero faceva spiccare meglio gli altri colori; continuai fino a che sentii un tocco delicato sui miei pantaloni.

"Ich mochte was essen, Jo" Jazz con occhi assonnati mi chiese qualcosa da mangiare. Io guardai l'ora e posai le miei cose, lasciando il grembiule accanto alla tela.

"Und was mochtest du?" ci diressimo mano nella mano verso il bagno per lavarci le mani, prima le sue e poi le mie.

"Weiss ich noch nicht...was hast du in den Kuhlschrank?" mi chiese cosa avessi nel frigorifero per lei.

"Non lo so, Jazz"

Guardammo nel frigorifero e notai che c'era meno cibo al suo interno di quanto ricordassi; non mi avrebbe dato fastidio se fosse stato Tom a farlo sparire dato che anche io trascorro molto tempo a casa loro a mangiare ed a usare il wifi.

-

Mi buttai sul divano con Lily in braccio, non riuscivo più a muovere le gambe. Ero stata in giro due giorni con mio padre, sua moglie e le bambine ed ero così stanca che avevo deciso di portare le bambine con me mentre papà e Ulrike erano fuori a cena. Sarebbero stati qui un altro paio di giorni, ma sembrava essere passato un mese.

Lily era tranquilla la maggior parte del tempo e di solito era una bambina felice, mentre Jazz mi assomigliava molto, correva dappertutto e mi aveva prosciugata di tutte le energie riuscire a farla sedere sul sedile posteriore della mia auto per andare a lavoro il giorno prima in modo che potesse vedere cosa facevo per vivere.

Tom disse che Bill stava dormendo e non ne fu sorpresa. Quindi, dato che lui era impegnato a dare il tocco finale all'album fui lasciata da sola in salotto con Pumba visibilmente spaventato e Jazz attiva come sempre.

Chiusi gli occhi per un minuto e li riaprii per guardare Lily, era sveglia e mi implorava di metterla giù e lasciarla camminare verso la sala da pranzo. Io obbedii e la seguii tenendola per la piccola mano, dato che stava ancora imparando a stare in equilibrio correttamente. Mi soffiai via un ciocca di capelli dal viso e parlai a bassa voce con la bambina mentre Pumba guardava da lontano.

La bambina rise quando il cane più grande si sedette e la guardò. Improvvisamente sentii la voce di Bill e vidi Jazz tornare da me camminando mano a mano con lui.

"È tua?" chiese mezzo addormentato. Io alzai lo sguardo ed annuii. "Vuole il latte e non sono pronto ad avere dei bambini vicino alle mie cose" confessò passandosi la mano libera nei i capelli biondi spettinati. Jazz lo guardò e gli tirò delicatamente la mano. "Vado, vado..okay.." seguì la bambina in cucina con i vestiti stropicciati e gli occhi stanchi.

Anche io e Lily li seguimmo ed appena entrammo Pumba corse incontro a Bill mentre il cane più grande ci ignorò completamente. Jazz sedette di fronte a Bill mentre lui le versò del latte in una tazza che mise nel microonde. Lei bevve allegramente il suo Nesquik e ci guardò parlare degli ultimi giorni.

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