Capitolo Quindici. Non più Indovina Chi

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Feci fatica a dormire nella stanza degli ospiti che i gemelli tenevano per quando li venivano a trovare i loro genitori. Era grande e tranquilla, ed in qualche modo avevo freddo senza le coperte e caldo se le tenevo addosso. Non riuscii ad addormentarmi nemmeno durante le due ore seguenti, quindi ad un certo punto mi sedetti sul letto e mi guardai intorno. Sul piccolo divano c'era la borsa con i vestiti che Tom aveva preso da casa mia per farmi cambiare.

Mi coprii il viso con le mani e mi diressi in bagno. Accesi la luce e mi risciacquai la faccia, ma notai solo in seguito che mi si stava formando un livido sulla guancia sinistra. Sulle gambe notai alcuni segni blu ed uno più grande sul braccio. Spensi la luce e tornai a letto. Non mi ricordavo di aver fatto così tanta fatica ad addormentarmi a casa dai gemelli; a volte mi addormento anche sul divano insieme a Tom mentre guardiamo un film o quando abbiamo bevuto troppo a cena ed insistono perché resti da loro invece che guidare fino a casa ubriaca.

Mi rigirai a letto. Forse se avessi bevuto un goccio d'acqua?

Mi girai dall'altro lato e lanciai le coperte. No, non dovevo bere niente.

Mi girai un'altra volta mettendomi a faccia in giù e coprendomi nuovamente. Un bicchiere di latte non mi sarebbe dispiaciuto.

Mi girai a pancia in su. Dovevo dormire.

Mi diressi in cucina in punta di piedi cercando di non fare rumore, poi presi il latte dal frigorifero e me ne versai un bicchiere. Ripensai ai pessimi baci forzati dallo sconosciuto pazzo e mi vennero i brividi. Riposi il latte e presi un sorso dal bicchiere. Mi aveva anche coperto la bocca in modo che non urlassi mentre cercava di divaricarmi le gambe. Dio, è stato orribile. Realizzai solamente in quel momento che se non fosse stato per i miei amici impazienti sarei stata stuprata.

Mi feci violenza per bere il latte ma mi venne la nausea, quindi posai il bicchiere sul lavandino e mi ci appoggiai sopra nel caso in cui il mio stomaco avesse deciso di rovesciare il proprio contenuto. In quel momento la mia mente mi ripropose il momento in cui avevo colpito il muro freddo e poi le sue mani erano su di me. In quel momento sentii delle braccia attorno a me e sussultai e quasi saltai dallo spavento sentendo il grande corpo dietro di me.

Vidi le sue mani sul bancone attorno a me e riconobbi la sua voce nel terribile silenzio della grande casa.

"Cosa stai facendo? Vai a dormire" disse a bassa voce. Sapevo che Tom dormiva solamente in boxer, ma notai che aveva addosso dei pantaloni larghi. Io alzai lo sguardo su di lui, e dovevo essere visibilmente spaventata perché lui mi chiese. "Stai bene?"

Poi si tirò su con la schiena e mi guardò negli occhi prima di prendermi le mani. Io annuii e poi scossi il capo, poi annuii ancora.

"Non ne sono sicura" sussurrai. Lui mi accolse in un abbraccio e mi accarezzò i capelli per confortarmi mentre io abbracciavo il suo torso nudo.

"Vuoi un po' di compagnia?" sussurrò ed io annuii, il mio cuore accelerò quando lui mi baciò la fronte e mi prese per mano guidandomi nella sua camera.

Oltrepassammo la stanza degli ospiti in cui ero stata ed entrammo in quella organizzata di Tom, era di fronte alla camera di Bill. La sua stanza aveva una grande finestra che dava sul giardino posteriore e sulla scrivania vi era un grande schermo con una tastiera e delle cuffie. C'ero stata prima ma non in questa ora della notte. Ciò che faceva contrasto con l'ordine circostante era il letto, le coperte erano ribaltate e spinte di lato. L'armadio si trovava sul muro di fronte alla porta, e lui lo chiuse prima di sospirare, rimettersi a letto e controllare l'orario sul suo telefono.

Mi guardai attorno per un secondo. Non ero mai stata in questa stanza di notte, e notai che la luna la illuminava in modo speciale. Mi diressi verso la finestra e guardai fuori abbracciandomi come se avessi freddo. Mi voltai verso Tom, il quale era in piedi di fianco a me.

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