Capitolo Undici. Il ragazzo incontra la ragazza e non sa cosa fare.

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"Allora, com'è andata?" mi chiese Tom. No, non trovavo divertente il fatto che lui già sapesse com'era andato il mio appuntamento.

L'unico motivo per il quale me l'avrà chiesto è perché sono entrata in casa con l'espressione più infastidita possibile in viso.

"Sapete come ai ragazzi piaccia vantarsi dei propri muscoli?" gli dissi, e Bill uscì dalla cucina con in mano una tazza di caffè nero. I capelli biondi gli stavano così bene, era il look che aveva adottato appena trasferiti qui a LA.

"Ugh, ti stai lamentando con la persona sbagliata..." commentò Bill prendendo un sorso di caffè prima di darmi un bacio sulla guancia ed allontanarsi.

L'unico motivo per il quale avevo chiesto al ragazzo di accompagnarmi a casa dei ragazzi era perché avevo scritto a Tom di tirarmi fuori da questo appuntamento terribile, qualcosa che era abituato a fare a questo punto, quindi quando mi chiamò io finsi che il mio migliore amico aveva avuto un'emergenza e che dovevo andarmene. Non salutai nemmeno il ragazzo nel scendere dalla sua auto.

"Mi dispiace che il mio corpo muscoloso ti renda geloso" disse Tom con un sorriso arrogante in viso.

"Quindi, da uno a dieci?" mi gettai sul divano di fianco a Bill e mi coprii il viso con una delle mani e con l'altra gli mostrai il pugno. "Così..."

Tom andò su facebook mentre parlavamo. Questi due stavano sempre al computer, non avevano altro da fare che stare su internet e non fare nulla tutto il giorno. Era fastidioso perché io mi sarei dovuto alzare presto il giorno dopo.

"Vado a casa" annunciai.

"No, stai ancora un po'!" disse Tom alzando lo sguardo dal pc. "Ho avuto un pessimo pranzo prima, vuoi sentire la storia?"

"Sei andato ad un appuntamento?" ero incredula.

"Si Jo, per quanto sorprendente possa sembrarti. Sono andato ad un appuntamento e non ci andrò più"

Bill alzò lo sguardo e gli tolse il computer dalle ginocchia. Mi mostrò una foto che aveva caricato sul suo instagram del giorno in cui gli avevo fatto il trucco qualche settimana prima.

Quattro anni di università e lavoravo come make up artist. Pagava meglio di quanto mi aspettassi...ed il lato positivo era che rendeva l'uomo di fianco a me felice. Bill rise, poi mi guardò e mi toccò la guancia con il dito.

"A volte mi dimentico di quanto sei diventata splendida" disse, e stavo indossando il minimo di make up quella sera.

Per lavoro dovevo indossare sempre molto make up, era come un biglietto da visita. Ma ciò che mi rendeva felice era dipingere sulla tela, non sul mio viso – ma avevo raramente tempo per farlo.

Bill distolse lo sguardo da me e fece passare qualche video sul suo computer. La TV di fronte a noi era accesa ma nessuno la stava guardando.

"Allora, dimmi com'è andata" mi sistemai la gonna e mi sedette bene per guardarlo. Tom chiuse il pc e mi guardò negli occhi.

Stette in silenzio per un momento poi, quando Bill gli lanciò un cuscino, sbatté gli occhi ed iniziò a parlarmi di questa ragazza castana con la quale voleva uscire da un po' e che apparentemente continuava ad obbligare Tom a dirle che era bellissima. Mentre Tom parlava divenne ovvio che stava esagerando i fatti.

"Ne sei sicuro?" chiesi e Bill alzò lo sguardo dal pc.

"Si!" rispose Tom. "E continuava a piegarsi in avanti in modo che io le guardassi nella maglietta. Voglio dire...era messa bene, Jo. Ma non è ciò che ogni ragazza dovrebbe fare"

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