Capitolo Ventidue. Spara Amore.

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In maggio, dopo aver trascorso qualche settimana a LA per prepararmi al trasloco a NY, facemmo venire qui i miei genitori per il matrimonio. Matt sarebbe partito per l'Africa in luglio per un servizio fotografico – erano cinque anni che non gli veniva assegnato un incarico del genere ed era assolutamente elettrizzato. Non riuscivo a dirgli di no, mi ero solamente arresa all'avere le cose a modo suo perché avrebbe solamente fatto più danno far valere le mie ragioni in un matrimonio che non volevo. Non riuscii ad accogliere i miei amici all'aeroporto causa i numerosi fotografi e giornalisti che si erano riuniti lì. Era così strano perché non mi immaginavo che Matt Jones fosse un personaggio così famoso, dato il fatto che era solamente un fotografo, ma evidentemente era anche un'icona di moda ed avevamo preso parte a numerosi gala e feste – per ognuna di esse un consulente dell'immagine si era preso cura di noi. Odiavo ogni istante di fronte ad una fotocamera ma mi ero messa con le mie stesse mani in questa situazione ed ora dovevo aspettare i miei amici all'hotel in cui avrebbero soggiornato. Entrambi i voli, quello di Georg e Gustav e quello di Tom e Bill sarebbero atterrati nello stesso momento; mia madre rimase con me mentre Fernando se n'era andato con Matt a vederlo lavorare nello Studio.

"Non riesco a crederci" commentò mia madre mentre ci dirigemmo all'auto circondate da flash di fotografi. "Sei famosa per non aver fatto niente...cara, questo non è ciò che pensavo per te quando sei nata"

"Mamma, non adesso, per favore?"

Mamma non era molto felice di tutto ciò, ma io non potevo farci niente – mi sentivo come se avessi un qualche tipo di obbligo morale per il quale sarebbe stato scorretto dire "Matt, sai cosa? Non mi importa se tu stai morendo. Ti lascio". No, nella mia mente anche lasciarlo senza dire quelle cose mi sembrava sbagliato – lui mi piaceva e non avrei abbandonato un amico in un tale momento di difficoltà.

E poi c'era il problema Tom. Il matrimonio mi aveva tenuta così impegnata e mi aveva fatta così preoccupare che non avevo nemmeno quasi più pensato a noi. Il comportamento di Matt era anche di grande aiuto, lui non mi aveva mai ferita come aveva fatto Tom, e quando capì che il suo criticare il divorzio dei miei mi fece arrabbiare si scusò e mi lasciò essere incazzata...era fantastico quanto un uomo come lui potesse farmi provare assolutamente niente, mentre uno più giovane, maleducato e testardo sia in grado di rendermi agitata anche solamente comparendo sullo sfondo di una delle videochiamate con Bill. Mi dava fastidio che eravamo costrette ad aspettarli, in questo modo mia madre aveva modo di parlarmi chiaramente.

"Non sono sicura di tutto questo, amor..." sedevamo ad un divano beige nella reception. "Non sei innamorata di lui"

"Non dire così mamma"

Mi sistemai la camicia nel tentativo di ignorare le sue parole. Prima di andare al college pensavo che non mi sarei sposata dato che i miei avevano divorziato, e poi mi ero quasi convinta che prima o poi l'avrei fatto – ma non avrei mai immaginato di farlo in questo modo.

"Perché? Non vuoi che la gente senta?" mia madre sapeva essere severa a volta.

"Mamma..." mi domandai se dirle la vera ragione o no. "Devo. Non posso lasciarlo"

"Che cosa c'è Jo?" mia mamma mi prese la mano e si avvicinò a me. "So che deve esserci qualcosa, ma cos'è di così importante per farti prendere una tale...decisione?"

Mi guardai attorno per un secondo e strizzai la mano di mia mamma.

"Matt ha una...cosa al cuore" non sapevo esattamente come spiegare a mia madre, quindi provai nel modo più semplice possibile. "È una malattia e...me l'ha detto suo fratello, mamma, lui non sa che io ne sono al corrente"

"Perché?" si accigliò.

"Perché – perché non posso fargli pensare che sto con lui per pietà"

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