Capitolo Ventiquattro. Se queste lenzuola fossero Stati.

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A L.A. le cose erano più o meno le stesse, tranne per il fatto che avevo molto più da fare: dovevo trovarmi un nuovo appartamento, ed improvvisamente il mondo sapeva della mia esistenza e tutti i volevano per il loro makeup o mi interpellavano su tutte le cose inerenti il mondo della moda – come se io ne sapessi qualcosa!

I ragazzi avevano iniziato la promozione del disco ed io avevo ricominciato il mio lavoro, che non era stato molto difficile ottenere dato che la proprietaria sapeva che avrei attirato un bel po' di attenzione ed avrei fatto acquisire clienti al salone.

"Vi ho preso una cosa"

Ero di fronte ai ragazzi, i quali sedevano sul divano di un appartamento preso in affitto mentre fuori smetteva di piovere. Quel giorno li avevo accompagnati ad un servizio fotografico.

"È una tazza di caffè?" Georg non sembrava divertito.

"Non è per te" gli dissi mentre mi sedetti sul pavimento di fronte a loro; mi venne molto facile nelle mie converse e jeans.

Grazie al cielo non dovevo più essere chic. Niente tacchi alti per me quel giorno!

"Oh, grazie Jo..." Gustav mi diede una pacca sulla testa.

"Ecco!" diedi ai gemelli una chiave ciascuno. "Ho finito di trascolare ieri sera"

"Quindi adesso posso venire quando voglio?" chiese Bill.

Avevo detto loro di chiamare prima di presentarsi alla mia porta dato che era tutto un casino. Gli occhi del giovano uomo brillarono prima dei miei.

"Si Bill, puoi venire quando vuoi" gli dissi, e lui rispose sorridendo ampiamente ed abbracciandomi, sedendosi poi a terra con me.

"Perché, grazie allora" disse Tom, molto meno coinvolto.

"Non hai lasciato aperti i finestrini dell'auto?" Gustav ricordò a Tom, il quale si alzò sospirando prima di uscire a controllare.

Georg andò con lui ed il camera man li seguì; i ragazzi stavano girando video per i fan. Io venivo tagliata dalla maggior parte dei video, ma c'erano comunque momenti in cui sapevo che non sarebbero stati in grado di rimuovermi.

Udimmo una forte risata e Tom ritornò con un'espressione rassegnata.

"Non ci credo, i miei sedili sono fottutamente rovinati" si sedette nuovamente sul divano e lo stilista dei ragazzi li sollecitò per prepararsi.

Si cambiarono ed io parlai alla truccatrice, la quale mi aveva aiutata dandomi dei consigli all'inizio della mia carriera – era molto brava e non avevamo molto tempo per chiacchierare dato che lei risiedeva a Monaco.

"Oh, Josefine...Jo...la mia Joey..." canticchiò Georg facendo il suo ingresso nella stanza in canottiera nera e pantaloni grigi. Stavano per acconciargli i capelli – era diventato un compito molto più facile dopo che si era tagliato i suoi bellissimi capelli lunghi che avevo acconciato in trecce così tante volte per dargli fastidio ed allo stesso tempo assecondare i miei desideri più strani.

"Che c'è?" chiesi. Era troppo felice di essere di nuovo single, la sua ragazza lo aveva lasciato quando lui le aveva detto che sarebbe andato in tour – evidentemente a lei non piaceva l'idea.

"Balla con me!"

Mi prese per mano e ballammo come idioti nel bel mezzo della stanza facendo ridere gli altri con la nostra infantilità. I musicisti erano molto rilassati quando non lavoravano. A volte erano così anche in Studio...

La musica veniva suonata dal telefono di Georg ed era qualcosa di un DJ tedesco. Mi volevo divertire, quindi afferrai il telefono dalla sua tasca posteriore dei pantaloni.

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