(1 settimana dopo)
Brooklyn p.o.v.
Finalmente è arrivato il fatidico giorno, stasera infatti ci sarà questa famosa festa in discoteca, a cui non posso assolutamente mancare.
L'unico ostacolo sono i miei fratelli. Devo inventarmi qualcosa, in modo che non ci scoprano. Esatto, ho detto "ci", perché con me verranno anche Nichole e Quinn, anche se non sono ancora riuscita a convincerle del tutto. Anzi, quasi per niente. Ma abbiate fiducia in me, sono capace di fare miracoli.
Il problema sono quei 5, che adesso sono seduti in cucina, ignari di tutto quello che la sottoscritta sta progettando.
Devo cercare un diversivo, e tentare di farli uscire senza destare sospetti. Sto per esporre il mio piano malefico anche alle mie sorelle, quando Liam ci chiama dal piano di sotto:
"Ragazze, scendete un attimo per favore."
Senza rispondere, ci precipitiamo in cucina in fila indiana, prima io, poi Quinn e Nichole in braccio a quest'ultima.
Quinn: "Ehm.. abbiamo combinato qualcosa di male?"
Mi passo una mano sulla faccia, rendendomi conto che spesso Quinn parla troppo. Ma, per fortuna, i nostri fratelli sembrano non averci fatto caso.
Niall: "Allora.. come ovviamente sapete, io sono un pasticciere."
Io: "Niall, dimmi qualcosa che non so. Illuminami."
Niall: "Beh, a New York si terrà un importante concorso. E i dolci che più i giudici adorano e preferiscono, riceveranno un premio. Cioè, il pasticciere lo riceverà. E questa ricompensa.. consiste in un viaggio alle Hawai'i. Per due settimane. E ovviamente, noi tutti vogliamo andare in quelle isole paradisiache, giusto?"
Nichole: "Sii, giusto!"
Niall: "Perfetto. Il punto è che devo partire stasera, e con me devono venire anche Harry, Zayn, Louis e Liam."
Io: "E noi?"
Zayn: "Beh Brooklyn, penso sia ovvio. Tu, Nichole e Quinn resterete qui, a casa. Dopotutto saremo di ritorno domani mattina. Tutto sommato, sei una ragazza responsabile. Ribelle, disubbidiente per la maggior parte delle volte, ma responsabile. Visto che hai anche 15 anni. Quindi, voi tre resterete qui a casa, sotto responsabilità di Brooklyn."
Al termine del discorso di Zayn, i miei occhi s'illuminano e la lampadina si accende fulminea nella mia mente. Oh, perfetto.
Fratelli miei, non avete idea dell'enorme favore che mi avete appena fatto, senza nemmeno rendervene conto. Ma quanto posso amarvi?!
Io: "E quindi.. quando partite?"
Domando, cercando di non destare sospetti.
Harry: "Abbiamo il volo fra due ore, le valigie sono tutte pronte. Anche perché alloggeremo solamente per una notte in un hotel di New York. Ovviamente Brooklyn, non pensare di uscire e farla franca, sapendo che noi non siamo a casa. Possiamo sempre tornare prima, potrebbe succedere di tutto. Mi hai capito, sorellina?"
Io: "Tranquillo Harry, cosa potrei mai fare in vostra assenza?"
Dico con una voce angelica, facendo scappare una risata a Nichole.
Harry: "Brooklyn, ti tengo d'occhio. Adesso dobbiamo proprio andare, ma non scordare ciò che ti ho detto."
Zayn: "Anche perché, poi siete voi che ne risentite."
Liam: "Su, dobbiamo andare."
Louis: "Non combinate guai."
Niall: "DOLCI, ARRIVIAMO."
E sette paia d'occhi si soffermano su Niall, scrutandolo silenziosamente, per poi lasciare spazio a una risata generale.
Dopo un quarto d'ora circa, riusciamo a sbattere fuori i nostri fratelli, non prima di aver ascoltato per l'ennesima volta le loro raccomandazioni. Come sta facendo adesso Harry, per esempio.
Penso, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
Harry: "Mi raccomando, ve lo ripeto un'ultima volta. Non combinate guai, e mi riferisco principalmente a te, Brooklyn. E non alzare gli occhi al cielo!"
Mi rimprovera d'un tratto, facendomi annuire svogliatamente.
Harry: "Dunque, dicevo.. andate a dormire presto, e soprattutto prendetevi cura di Nichole, visto che è la più piccola. Non provate ad uscire e andare da qualche parte, perché ne verrò a conoscenza. Dopotutto, io so sempre tutto."
Afferma sicuro di sé, dando un bacio sulla fronte a me e Quinn, e abbracciando Nichole.
Finalmente se ne vanno, con mio grande sollievo. Non fraintendete, li adoro. Anche se mi puniscono in un modo che io non approvo per nulla al mondo, a 15 anni d'altronde, sono tutta la mia vita. Non potrei mai vivere senza nessuno di loro, escludendo nessuno. Sono troppo importanti per noi, anche perché, senza di loro, non saremmo qui, riuniti sotto lo stesso tetto, in una villa di lusso.
Io: "Finalmente se ne sono andati. Con tutti gli avvertimenti che ci hanno dato, mi si sta spappolando il cervello."
Quinn: "Meglio. Così non andresti a questa maledetta festa, e non metteresti anche me e Nichole nei guai."
Io: "Avanti Quinn, lo so che vuoi venire anche tu."
Quinn: "No Brook. Non ci pensare nemmeno. Io adesso me ne vado tranquilla a leggere un libro, stesa sul mio amato letto. E Nichole farà lo stesso."
Nichole: "Ma io non voglio leggere un libro!"
Quinn: "Va bene, farai qualcos'altro, ma sicuramente non andremo alla festa insieme a Brooklyn, che vuole cacciarsi nei guai."
Io: "Ma quali guai e guai! Harry, Zayn, Louis, Liam e Niall non ci sono nemmeno a casa."
Quinn: "Brooklyn. Harry viene sempre a conoscenza di tutto."
Io: "Per favore, Quinn!"
Quinn: "No!"
Io: "Nichole?"
Nichole: "Ehm.."
Quinn le da una piccola spinta, per poi sussurrarle:
"Fai come me, Nicky."
Nichole: "Okay. No!"
Afferma sicura la piccoletta, incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi. Suo tipico atteggiamento, non mi stupisco affatto.
Di tutta risposta, sbuffo rumorosamente e mi massaggio le tempia, pensando a come riuscire a convincerle. Ci sono!
Io: "Nichole. Se vieni con me alla festa, ti prendo due pacchetti di orsetti gommosi."
Mia sorella, a quelle parole, mi guarda con occhi sognanti. Ho fatto colpo, lo sapevo: lei farebbe qualsiasi cosa per gli orsetti gommosi.
Nichole: "Davvero? Quelli colorati?"
Io: "Sì, Nicky. Quelli "Haribo"."
Nichole: "Sì, ci sto! Quando andiamo alla festa? Ricordati Brook, mi hai promesso due pacchetti, non uno."
Io: "Sì, piccolina. Me lo ricordo."
Borbotto sorridendo, convinta che lei somigli sempre di più a Niall, il mio orsacchiotto vivente.
Ora resta il pezzo forte, ovvero Quinn. Non so affatto come provare a convincerla.
Io: "Quinn.."
Quinn: "Ti ho già detto di no. Sei riuscita a ricattare Nichole, mettendo in causa i suoi dolci preferiti, ma con me non ci riuscirai. Non mi muoverò da qui stasera, stanne certa."
Io: "Vedremo Quinn, vedremo..."
Sussurro tra me e me, creando tra le mie labbra un ghigno malefico.
(15 minuti dopo)
Quinn: "Allora Brooklyn, visto che tu te ne intendi, quale vestito potrei mettermi? E i capelli? Li lascio sciolti naturali, oppure li raggruppo in una coda di lato?"
Io: "Non ti preoccupare Quinn, ci penso io. Tu devi solamente calmarti, e non agitarti."
Quinn: "Ma veramente mi compri quel libro? Quello che Zayn mi ha vietato, perché non adatto a una ragazza di 12 anni come me? Quello che desidero da sempre, praticamente da tutta la mia vita?"
Domanda con tono trasognato.
Io: "Sì Quinn, davvero."
Ebbene sì, alla fine sono riuscita a convincerla, con il suo punto debole. Adora i libri, specialmente gli horror. E lei desidera da tempo l'ultimo libro horror appena uscito, quello per i ragazzi dai 16 anni in su. Zayn non vuole comprarglielo, perché ad ogni scena in cui avviene un assassinio, oppure si trova del sangue, Quinn inizia ad urlare come una pazza in preda agli ormoni, e ci vuole moltissimo a calmarla. Per questo Zay qualche mese fa ha detto esplicitamente "Quinn, basta con gli horror!". Ho le mie risorse, l'ho detto che sono capace di creare miracoli.
Adesso ci stiamo preparando per la festa, o meglio. Io sto preparando Quinn e Nicky, alle prime armi entrambe, mentre io sono già pronta.
Indosso un vestito grigio e viola, senza maniche e con lo scollo a cuore. Arriva fin sopra il ginocchio e in alcune parti è ricoperto di strass e brillantini. A descriverlo, non sembra un granché, ma è stupendo. Tutti e tre gli abiti sono fantastici, mi correggo.
Ai piedi, invece, porto un paio di tacchi di colore grigio, perfettamente abbinati all'abito che indosso in questo momento. I capelli li lascio sciolti, con un paio di boccoli solamente sulle punte.
Metto un po' di mascara, e un rossetto lilla, tanto per restare in tema con i colori del vestito.
A Quinn ho preparato un abito con maniche lunghe in pizzo, di colore azzurro, che mettono in risalto i suoi meravigliosi occhi chiari. Il suo vestito è più lungo del mio, infatti le arriva fin sotto la rotula del ginocchio. I suoi meravigliosi capelli biondi sono raccolti in uno chignon che, a mio parere, è meraviglioso. Porta un paio di ballerine, anch'esse azzurre, visto che ha esplicitamente detto no ai tacchi. Poi, ha deciso di mettersi solamente un po' di mascara.
Nichole, invece, indossa un semplice abito bianco, senza maniche, che le arriva fin sopra il ginocchio. I suoi capelli li ho resi ricci al 100% con la piastra, e il risultato è stato davvero ottimo.
Finalmente, dopo due ore circa, siamo tutte e tre pronte. Usciamo di casa, ma solamente fuori realizzo un piccolo particolare, nulla di che. Non abbiamo una macchina.
Così, decido di sfoggiare le mie doti da "incantatrice", e faccio segno a una macchina di fermarsi, con i continui lamenti e rimproveri di Quinn a fare da sottofondo. Giuro che se non la smette, le tappo quella bocca che si ritrova con il nastro adesivo.
Io: "Mi scusi, non dovrei parlare con gli sconosciuti, ma io e le mie sorelline dobbiamo andare ad una festa in discoteca, ma il problema è che siamo prive di macchina, visto che i nostri fratelli sono partiti per un viaggio e torneranno solo domani mattina."
X: "Ma certo, eccome se vi do un passaggio. Per favore signorina, può chiamarmi Andrew. Forza salite, credo di sapere dove si trovi la festa, visto che sono stato invitato anche io."
Io: "Perfetto Andrew. Oh, ma che sciocca, non mi sono ancora presentata. Io sono Brooklyn, ma puoi chiamarmi Brook. Lei è Quinn e la più piccola è Nichole."
Dico indicandole.
Andrew: "Ma che piacere signorine, siete veramente affascinanti."
Io: "Ti ringrazio Andrew, sei veramente molto gentile."
Andrew: "Ma per favore. Posso sapere quanti anni hai, Brook?"
Io: "Io ne ho 15, e tu?"
Andrew: "16, quasi 17. Bene, siamo arrivate, ora parcheggio la macchina e.. mi permette Brooklyn? Potrei farle da accompagnatore?"
Io: "Sì, certo."
Quinn: "Scusate il disturbo piccioncini, ma ci siamo anche io e Nichole."
Andrew scruta Quinn con attenzione, per poi sbuffare e correggersi:
"Va bene, vi farò da accompagnatore. Ora però entriamo, la festa è iniziata da un po'."
Usciamo dalla macchina, e una ventina di minuti dopo, io mi ritrovo a ballare in pista insieme ad Andrew, attirando le attenzioni di molti ragazzi, che mi lanciano occhiate maliziose.
Quinn, invece, è seduta su uno dei numerosi divani che riempiono la discoteca, con in braccio Nichole, che mangia spensierata le sue amate caramelle gommose. Scommetto che Quinn me la farà pagare, in una maniera o nell'altra, in questi giorni.
Improvvisamente, Andrew mi lascia un attimo da sola e torna subito dopo con due bicchieri, contenenti una sostanza trasparente. Convinta che sia acqua, la bevo senza preoccupazioni. Ma qualche secondo dopo devo ricredermi, perché la gola inizia a bruciarmi.
Io: "Andrew.. che cos'era quello che mi hai portato?"
Andrew: "Vodka al limone, perché?"
Io: "Oh, nulla. È.. molto buona. Me ne porti ancora, per favore?"
Andrew: "Certo principessa, torno subito. Tu vai a fare compagnia alle tue sorelle, ti raggiungo lì."
Io annuisco, per poi dirigermi da Quinn con passo traballante, e mia sorella se ne accorge subito.
Quinn: "Brooklyn, tutto bene? Non hai bevuto nulla, vero?"
Io: "Solo un bicchiere di vodka al limone. Ma tranquilla, Andrew ne sta portando altri solo per me. Ma se vuoi, te la faccio assaggiare."
Quinn: "Ma sei impazzita? Avevi detto che sarebbe stata una normale festa, non a base di alcolici di tutti i tipi."
Dice guardando disgustata il bancone, ripieno di bottiglie di diverse forme e dimensioni.
Non faccio in tempo a ribattere, che Andrew torna con un vassoio carico di bottiglie e bicchieri.
Andrew: "Tutto per te, Brook. C'è di tutto e di più: vodka, birra, amaretti, tequila.. se vuoi può favorire anche tua sorella. Quella più grande, ovviamente."
Quinn, alterata, si alza di scatto:
"Io non bevo alcolici, e soprattutto non voglio ubriacarmi. Brooklyn, torniamo a casa. Adesso. Nichole é stanca, e io non ne posso più di stare qui a far nulla, con la musica che mi rende sorda."
Io: "Quinn, con tutto il rispetto, ma vaffanculo. Hai rotto miss. Perfettina, vai a rompere il cazzo a qualcun altro."
Quinn: "Brooklyn! Ho detto di tornare a casa."
Io: "Sai che me ne importa. Io voglio restare qui a ballare con Andreeeeww, tu e Nichole potete anche andarvene a casa. Ma senza di me."
Quinn: "Molto bene. Arrivederci. Andiamo Nichole, qui non abbiamo niente da fare."
E detto ciò, prende per mano Nichole e si allontana dalla mia vista, probabilmente è uscita. Ma come tornerà a casa? Sono proprio curiosa di saperlo, e di farmi qualche risata. Senza rendermene conto, ho quasi finito tutte le bottiglie contenute nel vassoio, con lo sguardo di Andrew addosso.
Andrew: "Brooklyn, credo tu stia esagerando. Ora basta, faresti meglio ad andare a vedere dove sono finite le tue sorelle."
Io: "Andiamo Andrew, calmati. Quinn, anche essendo più piccola di me, ha un'intelligenza che non ti dico. Lei non si sogna nemmeno gli unicorni che cavalcano i panda azzurri, in mezzo agli arcobaleni."
Andrew: "Brooklyn, credo tu abbia bevuto troppo. Sei ubriaca fradicia."
Io: "Chi? Io? Portami a ballare, e non fare la mammina protettiva, che a quello già ci pensano i miei fratelli."
Andrew: "D'accordo, ma poi non dirmi che non ti avevo avvertito."
Io: "Ricevuto, unicorno sexy al comando. Terra chiama Marte, Terra chiama Marte: il mondo dei delfini è in pericolo, i dolci lo stanno per invadere. Bip bip bip, chiamata terminata."
Okay, il mio cervello è andato praticamente a farsi fottere, ma non m'inporta. O almeno non per ora. Tanto i miei fratelli sono a New York, sicuramente crederanno che sono a letto con le mie sorelline. Ma scialla, godiamoci la festa!
Ad un tratto, però, la testa inizia a girarmi fortemente, e mi rivolgo ad Andrew:
"Possiamo uscire un momento? Tutta questa musica mi sta facendo venire male alla testa."
Lui annuisce, e per mano mi conduce all'uscita della discoteca, facendomi respirare aria fresca, e non viziata, come quella che si sentiva al chiuso.
Quinn p.o.v.
Lo sapevo, sapevo che non sarei mai dovuta venire qui e accettare la richiesta di quell'incosciente di Brooklyn.
Lei ha deciso di restare, mentre io e Nicky siamo fuori, a cercare di tornare a casa.
Beh, siamo venute con la macchina di uno sconosciuto su cui io non volevo nemmeno salire, ma il tragitto è stato molto breve.
Infatti, riesco a riconoscere la strada, e nel giro di mezz'ora e forse più, riusciamo a tornare a casa. Che felicità, quando mi sono trovata davanti alla mia amata villa. Solo che, accecata dalla stanchezza e dal voler buttarmi solamente a letto e non fare altro, non mi sono resa conto di un particolare molto importante.
Le luci erano accese, e c'era una macchina.
La macchina di Harry.
Siamo in fottutissimi guai.
Faccio un respiro profondo, impugno la maniglia e apro la porta, facendomi coraggio, con la mia sorellina in braccio, che si è addormentata. Beh, in effetti.. sono le 03:00 di notte, è troppo tardi per una bambina di 6 anni.
Vengo riportata alla realtà dalla severa voce di Zayn, che mi fa sobbalzare.
Zayn: "Si può sapere dove cazzo siete state?!"
Dice Zayn, urlando.
Io: "Zayn.. Nichole sta dormendo.. ti posso spiegare dopo?"
Domando speranzosa in un suo sì, che ottengo subito dopo. Harry prende Nichole dalle mie braccia, per poi girarsi e portarla al piano di sopra, attento a non svegliarla.
Forse ha capito che Nichole non c'entra assolutamente nulla, e che è tutta colpa di Brooklyn. Non devono nemmeno pensare di punire Nichole, se è questo quello che hanno intenzione di fare.
Zayn: "Allora, domani ci spieghi esattamente cosa avete fatto. Io ed Harry siamo tornati un'ora fa, convinti di trovarvi a letto. E invece? Troviamo i letti vuoti, completamente fatti, e di voi nessuna traccia!"
Ed Harry lo interrompe, continuando la frase al suo posto, appena tornato dal piano di sopra.
Harry: "Adesso fila immediatamente a letto, e domani alle 10:00 precise ti presenti in camera mia, non riuscirai a sederti per un mese. E stessa cosa vale per le altre due. Anzi, dove cazzo è finita Brooklyn?!"
Alza la voce sull'ultima parte della frase, facendomi sobbalzare.
Io: "È.. è rimasta i-in discoteca."
Harry: "In discoteca?! Le avevamo detto di no, e stessa cosa voi! Tu intanto fila a letto e pensa a quello che ti capiterà domani, noi andiamo a prendere Brooklyn."
E detto ciò, escono di casa, alla ricerca di Brooklyn, lasciandomi da sola in lacrime.
Brooklyn p.o.v.
È successo tutto in un attimo, siamo usciti fuori, e il mal di testa e la sbronza sono passati un bel po', e abbiamo iniziato a parlare del più e del meno. Ho scoperto che abbiamo molte cose in comune e quasi gli stessi gusti.
E poi, è successo tutto in una frazione di secondo.
Lui si avvicina a me.
Io lo guardo fisso negli occhi.
E poi... le sue labbra si posano sulle mie, in un bacio lento e pieno di passione. Ci siamo appena conosciuti, lo so, ma... è stato amore a prima vista, forse.
Il nostro bacio, però, viene interrotto da un battito di mani e da un commento ironico, di cui riconosco subito la voce. Zayn.
Zayn: "Complimenti, che bella coppia!"
Harry: "Concordo con te, Zayn. Tu."
Dice indicando Andrew.
Harry: "Stai alla larga da nostra sorella, non ti azzardare più a baciarla e nemmeno a sfiorarla. Mentre te."
Dice Harry, squadrandomi e prendendomi per un polso.
Harry: "Sei nei guai fino al collo."
Andrew sta per ribattere, ma io gli faccio cenno di no con la testa e gli faccio segno di andarsene, lui esita un attimo, ma poi svolta l'angolo e rientra in discoteca.
Zayn: "Signorina, hai veramente oltrepassato il limite."
Harry: "Adesso vedi cosa succede a casa."
E detto ciò mi conduce alla macchina, e mi ci butta letteralmente dentro, sbattendo lo sportello con rabbia.
Durante il tragitto nessuno fiata, e appena arriviamo a casa cammino dietro di loro, a testa bassa. Appena aperta la porta, seduta sul divano ci aspetta Quinn.
Zayn: "Quinn, cosa ci fai ancora in piedi? Sbaglio o ti avevo detto di andare a letto?"
Domanda Zay con tono infuriato, lanciandole un'occhiataccia.
Quinn: "Ehm.. io.. volevo solamente dire che.."
io: "Quinn, parla senza fare troppe storie la prossima volta. Zay, Harry? Nichole e Quinn non c'entrano assolutamente niente, sono io che le ho obbligate a venire alla festa con me, nonostante i vostri avvertimenti numerosi."
Harry: "E quindi cosa dovrei fare io, sentiamo?"
Io: "Punisci me. Non toccare Quinn e Nichole, per favore."
Zayn: "Quinn, è la verità?"
Quinn mi guarda, e io annuisco, facendole capire che deve dire la verità.
Quinn: "S-sì.. ma non punirla, per favore."
Zayn: "Quinn, vai a dormire prima che ci ripensi. Tu l'hai scampata, e anche Nichole. Ma Brooklyn no, deve imparare ad assumersi le sue responsabilità. Io ed Harry siamo tornati tranquilli, mentre Louis, Liam e Niall sono rimasti là, torneranno domani mattina. Noi siamo tornati perché abbiamo avuto delle "divergenze" con il giudice di quel concorso, e quindi ci hanno sbattuto fuori. E poi troviamo questa sorpresa. Pensavi veramente di farla franca, Brooklyn?"
Harry: "Zayn, accompagna Quinn a letto. A lei ci penso io."
Detto ciò mi prende per un orecchio, e mi porta in camera sua, chiudendo la porta.
Harry: "Brooklyn, inizia ad alzarti il vestito e ad abbassarti le mutandine, che se lo faccio io è decisamente peggio."
Afferma, slacciandosi la cinta dei jeans e facendomi prendere un colpo.
Io: "Vuoi.. picchiarmi con quella?"
Harry p.o.v.
Brooklyn: "Vuoi.. picchiarmi con quella?"
Mi chiede in lacrime, indicando la cinta che ho preso in mano.
Io: "Sì, stavolta l'hai combinata grossa. Ho detto di abbassarti le mutandine e alzarti il vestito. Obbedisci."
Brooklyn mi guarda piangendo, supplicandomi con lo sguardo, ma la ignoro. Mi avvicino a lei, le alzo il vestito e abbasso le mutandine violentemente, per la rabbia.
Io: "Adesso poggia le mani sulla scrivania e piega la schiena in avanti."
Brooklyn: "Harry, no.."
Mi fa tenerezza, ma stavolta se l'è proprio meritata, così procedo.
SMACK
Brooklyn: "Ahiaaa, mi hai fatto malissimo."
Io: "Brooklyn, non provare più a girarti dietro, altrimenti aumento eh."
Brooklyn: "Va-va bene."
Le sferro un sacco di colpi tutti di fila, e in poco tempo arrivo a 50, fra le sue urla e i suoi singhiozzi, che mi perforano le orecchie.
Brooklyn: "Basta Harry.. per favore, mi fa malissimo."
Io non la ascolto, e continuo senza fermarmi, con la stessa velocità ma con meno intensità.
Brooklyn: "Ahia Harry. Harry! Mi fa malissimo, basta smettila. Non reggo più il dolore, bruciaa!!"
Io: "Non mi interessa, potevi benissimo pensarci prima di andare senza permesso a quella festa, coinvolgendo anche Nichole e Quinn."
Continuo ancora per 5 minuti, mentre mia sorella piange sempre di più.
Brooklyn: "Basta Harry!"
Io: "Non ho ancora finito!"
Brooklyn si gira di scatto verso di me, più arrabbiata che mai. Lo si vede dalla sua faccia, diventata rossa.
Brooklyn: "Smettila Harry! Non puoi picchiarmi ogni volta che combino qualcosa di sbagliato! Non sei mio padre, hai rotto il cazzo! Tu e le tue regole di merda! Ho 15 anni, ho il diritto di fare tutto quello che voglio!"
Mi urla contro, facendomi arrabbiare ulteriormente. Automaticamente, la mia mano si alza e si va a schiantare sulla sua guancia, facendole voltare il viso dalla parte opposta, mentre lei continuava a piangere disperatamente anche per lo schiaffo appena ricevuto.
Io: "Non ti azzardare più ad alzare la voce con me, e nemmeno con gli altri! Obbedisci, perché mi stai veramente facendo perdere la pazienza!"
Urlo a mia volta. Tanto, ormai credo che siano tutti svegli.
Il suo sedere è di un rosso acceso, le sferro un'altra decina di colpi fortissimi, ai quali lei sobbalza e urla. Le alzo le mutandine e le abbasso il vestito. Poi, la faccio girare verso di me.
Io: "Questa sera hai già combinato abbastanza, vai a dormire."
Brooklyn annuisce senza guardarmi negli occhi, si ricompone ed esce fuori dalla mia stanza. Dopo essermi preparato per andare a letto, vado verso la camera di Brooklyn.
La luce è spenta, ed è a letto, girata di lato. Tira su col naso, ciò vuol dire che è sveglia. Così mi avvicino, e mi siedo sul suo letto, e sento che sta continuando a piangere. Le accarezzo i capelli, sentendomi improvvisamente in colpa per essere stato l'artefice del suo dolore.
Io: "Ti fa male?"
Non mi risponde, ma continua a piangere.
Io: "Hey, non sono più arrabbiato. Mi dispiace di aver usato la cinta, è stata la prima volta e ci sono andato giù pesante."
Finalmente parla, girandosi verso di me.
Brooklyn: "Scusami se..se sono andata a qu-quella festa senza il-il tuo con-senso."
Io: "Dai, è tutto a posto. Non sono più arrabbiato."
Si mette seduta sul letto e la abbraccio, consolandola di tanto in tanto.
Io: "Adesso dormi che è tardi, piccolina."
Brooklyn: "Notte Harry."
Io: "Buona notte Brooklyn."_____________
Salve a tutti, questo è il quinto capitolo. Spero che la storia vi piaccia, anche perché ci sto mettendo il cuore a scriverla. Leggete numerosi, votate e commentate, se è di vostro gradimento, ovviamente. Mi fareste un enorme piacere. Grazie e buona lettura.
Byeeee,
Sabrinapolselli☘️🕊
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•La famiglia Parkinson•
FanfictionSalveeeeeeee, il mio nome è Nichole, ho 7 anni appena compiuti e vivo con i miei 5 fratelli e le mie 2 sorelle. Fra tutti e 8 messi insieme, io sono la più piccola della famiglia. I nostri genitori se ne sono andati tanto tempo fa lasciandoci in un...