•Capitolo 9•

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(1 settimana dopo)
Brooklyn p.o.v.
Oggi è domenica, che bellezza.
Non si va a scuola, il mio umore è alle stelle.
Come sapete tutti, odio la scuola, è come la mia peggior nemica. E poi, a cosa cazzo serve la scuola? Io, almeno, non me ne faccio niente.
Sono le 16:30 di pomeriggio, e mi sto annoiando tremendamente, in casa siamo solamente in due: la sottoscritta e Nichole.
Louis è andato a calcio per allenamenti extra, visto che deve preparare la sua squadra per una partita che si sarebbe svolta a breve, ma a me sinceramente non frega molto.
Liam è stato chiamato per svolgere un concerto, o qualcosa del genere, in un bar-ristorante qui vicino, o almeno credo. Il punto è che ha mandato all'aria la promessa che mi aveva fatto: doveva insegnarmi un brano al pianoforte, visto che lui è un pianista professionista. Cioè, professionista non lo so, ma suppongo di sì. "Pianista professionista" lo chiamavo da piccola, all'età di 8 anni, semplicemente perché era carino e mi piaceva. Fa anche rima. E io amo le rime.
Niall è andato a casa di un suo collega, un certo George, per insegnargli a cucinare una ricetta complicata, essendo mio fratello maggiore il capo di una pasticceria.
Zayn è uscito con la sua ragazza, ovvero una troia. Non prendetemi per cattiva, ma è la verità. È veramente una puttana. È come se non si vestisse, visto che la vedo sempre in giro con top cortissimi che le coprono a malapena il seno e pantaloncini che assomigliano a culotte. Non sto esagerando, vi racconto semplicemente la verità. Si chiama Perrie, ed è un cesso che cammina. Purtroppo la vedo molto spesso, visto che è la sorella maggiore del mio migliore amico Eldon. Le tragedie della vita. Povero Eldon, il destino non l'ha risparmiato.
Harry, invece, è andato a fare la spesa e si è portato dietro Quinn. Il cibo scarseggia in una casa con 8 persone, specialmente se si ha un fratello che al posto dello stomaco contiene un pozzo senza fondo.
Sono comodamente stesa sul divano, e Nichole non ho la più pallida idea di che cosa stia combinando. Spero niente di problematico, altrimenti nei guai ci finisco anche io. Sto per alzarmi e andare a controllare cosa sta combinando quella peste di mia sorella minore, quando il mio cellulare inizia a squillare. È Riley, che puntualità la ragazza.
Chiamata con Riley.
Io: "Hey Riley!"
Riley: "Broooooookly!"
Io: "Ma la "n" dov'è andata a finire?"
Riley: "Brookly è più simpatico di Brooklyn. Una lettera può fare la differenza."
Io: "A quanto vedo ogni giorno sei sempre più normale."
Riley: "Già, non devi neanche dirmelo, lo so meglio di chiunque altro. Ma comunque, passiamo alle questioni serie. Ti ho chiamata per domandarti se vuoi uscire.
Io: "Certo, solo noi due o viene anche lo stupido e timido principe azzurro?"
Riley: "Solo noi due. Il principe azzurro è impegnato. Deve badare a sua sorella minore."
Io: "Chissà perché non ne sono stupita? Ah, giusto. Perché quella zoccola di Perrie, la maggiore fra i tre, non si assume mai le proprie responsabilità. Infatti è uscito con Zay. Che puttana, per colpa sua Eldon non può uscire."
Riley: "Giusto. Hey, perché non andiamo a trovarlo noi? Non è molto lontano da casa tua. Sono lì fra dieci minuti, tu intanto preparati!"
Io: "No aspetta, Riley!"
Fine chiamata.
Come al solito, Riley non mi ha lasciato il tempo di obbiettare, che mi ha subito attaccato il telefono in faccia. Tipico di Riley Morgan, oramai sono abituata, non cambierà mai quella cretina.
Corro nella mia stanza per sistemarmi, quando mi rendo conto di un dettaglio. Nichole. Non può restare a casa da sola, altrimenti chi li sente i miei fratelli?
Scendo al piano di sotto appena il campanello suona, e corro ad aprire. In un attimo sono a terra, travolta da quella balena di Riley.
Io: "Spostati balena, ogni volta la stessa storia!"
Riley: "Hey! Non sono una balena, sono molto magra."
Io: "Continua a crederci."
La stuzzico ridendo. Riley è veramente magra, e io la chiamo "balena" per farla arrabbiare. Lo so, sono una persona veramente dolce. Riley si alza e mi tende la mano, che afferro immediatamente, riuscendo ad alzarmi da terra.
Riley: "Bene, sei pronta?"
Io: "Ehm.. no."
Riley: "Come sarebbe a dire no?!"
Io: "Fammi parlare!"
Riley: "Okay, ti ascolto.."
Io: "In casa ci siamo solamente io e Nichole. E i miei fratelli mi hanno esplicitamente ordinato di tenerla d'occhio. Non posso uscire, devo sorvegliarla! Se Harry lo scopre, sono morta."
Riley: "Daiii Brook! Sarà solo per un quarto d'ora, d'accordo?"
Io: "Non lo so. Aspetta. Nichole!"
Urlo il suo nome per farmi sentire dalla mia sorellina, che scende al piano di sotto un attimo dopo, parandosi davanti a me.
Nichole: "Dimmi Brook. Ciao Riley."
Riley: "Hey piccoletta."
Io: "Okay, mettiamo da parte i saluti per un altro momento. Nichole, io devo uscire con Riley."
Nichole: "Posso venire anche io?"
Io: "No."
Nichole: "Perché?"
Io: "Perché no!"
Nichole: "Va bene, calmati. Era solo una domanda."
Io: "Staremo via per un'oretta, posso fidarmi?"
Nichole: "Certo che puoi fidarti! Sono la persona più affidabile del mondo!"
Io: "Okay, questa è forse la balla più grande che tu abbia mai detto in tutta la tua vita."
Nichole: "Fidati di me."
Dice facendo gli occhioni dolci e il labbruccio, facendomi sospirare pesantemente.
Io: "E va bene. Guai a te se combini qualcosa."
Nichole: "Sarò buona come un agnellino, te lo prometto. Ciao ciao."
Detto ciò sale al piano di sopra, mentre io e Riley usciamo dalla porta di casa, dirigendoci verso l'abitazione di Eldon.
Arrivati davanti alla porta d'ingresso, Riley bussa insistentemente. Ad aprirci, però, non è Eldon, bensì sua sorella minore, Katherine, di appena 4 anni.
Io: "Hey principessa! Dov'è andato a finire Eldon?"
Katherine non risponde, mi prende per una mano e mi porta in cucina, dove si trova un esemplare di Eldon pienamente incazzato davanti alla televisione. Gliele sta dicendo di tutti i colori, povera televisione!
Eldon: "Inutile pezzo di ferraglia, funziona! Avanti, fra esattamente cinque minuti e quindici secondi inizia la seconda parte del film! Funziona, maledetta televisione!"
Io: "Ehm.. Eldon caro, sai che la televisione non ti risponderà, giusto?"
Eldon si gira di scatto, per poi far apparire un sorriso fra le sue labbra.
Eldon: "Hey ragazze, scusate se avete assistito a questa scena, ma questa tv mi fa solo arrabbiare! Ha iniziato a fare versi strani, e poi questo! Aiuto, adesso inizia il film!"
Riley: "Su, che t'importa del film? Adesso ci siamo noooooii, cerchiamo qualcosa da fare."
Io: "Giusto. Potremmo andare nella stanza di quella zoccola di Perrie, e ideare qualche atrocità! Sei un genio, Riley!"
Riley: "Ma io non ho detto nulla... comunque, ottima trovata Brook, mi stupisci! Andiamo."
E mentre stiamo per salire le scale, destinazione: stanza della puttana, Eldon c'interrompe, facendomi alzare gli occhi al cielo e sbuffare.
Eldon: "Hey, fermatevi! Sicuramente subito dopo aver realizzato ciò che avete in mente, ve ne andrete e Perrie, che non è una zoccola, ma una normale ragazza di 22 anni, se la prenderà con me e Katherine."
Io: "Daii, Eldon! Ti prego, fammelo fare. Una sola volta."
Eldon: "Te lo puoi anche scordare, non voglio sorbirmi le sue prediche non avendo fatto niente!"
Riley: "Uffi Eldon, come sei palloso! Katherine è molto più simpatica di te."
Io: "Approvo pienamente."
Eldon: "Sentite, perché invece non andiamo in salotto a mangiare patatine, e a conversare amabilmente, come tre amici normali?"
Io e Riley scoppiamo a ridere alla sua affermazione.
Io: "Amici normali?! Da quando in qua noi tre siamo normali? Forse tu, ma io e la pazza affianco a me, non abbiamo assolutamente nulla di normale."
Riley: "Comunque ho fame, quindi le patatine le accetto volentieri, grazie."
Detto ciò, prende tre pacchetti di patatine dalla credenza e inizia a camminare verso il salotto, buttandosi sul divano con la grazia di un elefante.
Io, Eldon e sua sorella la seguiamo in un batter d'occhio.
Il tempo passa in fretta, tra chiacchiere e risate, quando ad un tratto suonano al campanello. Sicuramente sarà quella troia di Perrie.
Un momento, ciò vuol dire che Zayn è tornato a casa?!
Eldon apre la porta, e di fronte a noi si presentano le figure di Perrie e... Zayn.
Sono fottutamente fottuta.
Zayn: "Cosa cazzo ci fai tu qui? Non dovresti essere a casa, a badare a Nichole?"
Io: "Ehm.. beh.. ecco.."
Tento d'inventarmi una scusa plausibile, ma con scarso successo, infatti rimango senza parole.
Zayn: "Merda, spero per te che Nichole sia ancora in casa. Perrie, ragazzi, scusate ma noi adesso dobbiamo andare. Brooklyn, muoviti."
Io, di tutta risposta, mi alzo tremolante e seguo mio fratello maggiore, iniziando a pregare tutti i santi esistenti per farmela scampare. Nichole, guai a te se non sei a casa. In macchina nessuno osa fiatare, fino a quando Zayn non inizia a farmi la predica.
Zayn: "Piccola mocciosa, sai benissimo che quando ti viene dato un ordine, tu lo devi eseguire senza fare storie, senza 'se' e senza 'ma'. Cosa diavolo ti è saltato in mente?!"
Io: "Scusa, ma credo che anche io abbia bisogno delle mie libertà."
Zayn: "Cos'hai detto?! Vedi a casa cosa succede."
Io: "No Zay, questa volta no. Ti prego, non punirmi."
Zayn: "Sempre la stessa storia. Non pensi a ciò che fai, vieni colta nel fatto, e quando devi prendere inizi a pregare di non farti nulla. A volte sei tremendamente cretina, Brook. E questo è uno di quei momenti."
Io: "Oh, ma vaffanculo."
Zayn: "Come ti permetti? Devi portarmi rispetto, sono tuo fratello maggiore!"
Alzo gli occhi al cielo, ogni volta sempre la solita frase. "Sono più grande, portami rispetto." È una tale cazzata.
Io dico rispetto chi mi rispetta. È questa la giusta regola, non quella che i miei fratelli s'ostinano a ripetermi.
Mio fratello parcheggia la macchina, e cinque minuti dopo siamo dentro casa.
Nichole non c'è da nessuna parte, merda. Giuro che questa volta l'ammazzo, sempre se non ci pensa prima Zayn a me.
Nichole p.o.v.
Brooklyn è uscita da un bel po' di tempo, e io mi annoiavo a restare a casa da sola. Lo so che le ho fatto una promessa, ma è più forte di me. Mi sono affacciata alla finestra e ho visto un cagnolino talmente carino, che sono uscita di casa e sono corsa al suo inseguimento. Il punto è che ho corso per tanto tempo, e ho paura che Brook sia tornata a casa. Il cane carino che ho visto mi è sfuggito di vista, e solo ora mi rendo conto del fatto che non riconosco la strada per tornare a casa.
Devo essermi allontana davvero molto, e ho paura che possa succedermi qualcosa. Aiuto, quanto vorrei aver ascoltato mia sorella, almeno una volta in tutta la mia vita.
Continuo a girovagare alla ricerca di qualcosa di famigliare, che mi faccia tornare nella mia grande villa, ma vedo solo insegne e volti sconosciuti.
Improvvisamente, una mano mi blocca il polso, e mi giro di scatto con il fiato sospeso e il cuore in gola.
Mi calmo istintivamente, non appena vedo il volto del mio fratellone Liam. Cogliendolo di sorpresa, lo abbraccio forte, e lui ricambia solamente dopo qualche istante. Spero che non si sia arrabbiato, altrimenti sono guai. E molti. Anche per mia sorella Brooklyn.
I miei pensieri vengono interrotti dalla forte sculacciata che mi sferra Liam, al centro del sedere, facendomi sobbalzare.
Liam: "Si può sapere cosa fai qui? Questo quartiere è molto lontano da casa nostra, tu in questo momento dovresti essere a casa!"
Io: "Scusami Liam, è che.. Brooklyn doveva uscire con Riley e.. mi ha chiesto di restare a casa. Io le ho detto di sì, che avrei fatto la brava. Ma fuori c'era un cane talmente dolce che non ho potuto fare a meno di seguirlo.. e adesso eccomi qui. Ho avuto taaaanta paura, ma per fortuna sei arrivato tu fratellone."
Liam: "Comunque sia, a casa riceverai una bella lezione."
E dopo aver parlato, mi prende in braccio e inizia a dirigersi verso la sua macchina.
Io: "No Liam, ti prego! Non mi sculacciare. Non lo faccio più."
Liam: "Non ribattere signorina, le prendi. Punto e basta."
Afferma con tono deciso, facendomi scendere qualche lacrima. Non voglio essere punita.
Arrivati a casa, mio fratello mi prende nuovamente in braccio ed apre la porta. Davanti a noi si trova l'imponente figura di Zayn, e dietro di lui c'è Brooklyn.
Oh oh!
Zayn p.o.v.
Io: "Bene, bene. Ecco qui la nostra Nichole."
Vedo mia sorella sbiancare all'istante, appena pronuncio il suo nome.
Liam la mette a terra, per poi avvicinarsi a me.
Liam: "Zay, non puoi immaginare dove l'ho trovata! Hai presente quella zona dove ho fatto il concerto qualche settimana fa? Quel quartiere malfamato?"
Io: "Sì, me lo ricordo bene."
Liam: "Ecco, Nichole si trovava lì. Da sola, renditene conto! In un quartiere pericoloso come quello, Brooklyn sei stata un'irresponsabile a lasciarla a casa da sola!"
Brooklyn: "Avanti Liam, non iniziare anche tu a farmi la predica. Ci ha già pensato Zayn."
Io: "E non ho ancora finito! Liam, tu pensa a questa piccola peste. A Brooklyn provvederò io."
Liam annuisce, dopodiché prende Nichole per un braccio e la porta al piano di sopra.
Io resto in salotto con Brooklyn, mi siedo sul divano e le faccio segno di avvicinarsi. Lei, però, resta ferma al suo posto e non si muove, è praticamente impietrita.
Così la afferro per un braccio e la sdraio sulle mie ginocchia, nonostante i suoi movimenti e i suoi piani per scappare.
Zayn: "Brooklyn, se non stai ferma, te la ricorderai a lungo questa sculacciata."
Sto per abbassarle pantaloni e mutandine, quando una sua frase mi lascia spiazzato.
Brooklyn: "Ma sì dai, tanto sai solo fare questo. Sei un fratello di merda, che nessuno vorrebbe avere. E la sfortuna a chi è capitato? Esatto, proprio a me!"
La faccio sedere sul divano, al mio fianco, e la guardò fisso negli occhi.
Io: "Come cazzo ti permetti di dire una cosa del genere, eh?!"
Brooklyn: "Scusami, non-non volevo dirlo sul serio, ero solo arrabbiata."
Io: "Tu non capisci, Brooklyn. Non sai quanti cazzo di sacrifici ci sono voluti, io ed Harry abbiamo rinunciato alla nostra adolescenza, per voi, essendo noi due i più grandi, per colpa di quegli stronzi che ci ritroviamo come genitori! Abbiamo rinunciato a tutto, ogni singola cosa. E sai per chi, Brooklyn? Esatto, l'abbiamo fatto per te, per Quinn, Nichole, Louis, Liam e Niall! Ci ritroviamo tutti sotto lo stesso tetto solo grazie a noi, e non hai idea di quanto cazzo abbiamo dovuto faticare per ottenere tutto questo! E tu cosa fai? Ti lamenti se ti punisco, se ti sequestriamo il cellulare o se non ti facciamo uscire per le feste oppure per andare in discoteca. Ma tu, Brooklyn, sai comportarti male, fumare addirittura.
Guarda, ci rinuncio. Non sprecherò nemmeno il mio tempo a punirti. Sei una delusione, è questa la verità. Mia sorella è una delusione, gente! E non arrabbiarti, perché sai anche tu che è vero."
Finito il mio discorso, la lascio da sola, in lacrime, salendo al piano di sopra.
Liam p.o.v.
Prendo mia sorella per un braccio, e la porto nella sua stanza, chiudendola a chiave. Mi siedo sul suo letto, per poi osservarla.
Io: "Nichole, sai bene ciò che devi fare."
Nichole: "No Liam, ti.."
Io: "Nichole, non iniziare con la solita storia! Te la meriti, punto e basta! Adesso vieni qui, ti stendi sulle mie ginocchia, e stai muta per il resto della punizione!"
Esclamo, guardandola dritta negli occhi. La intimidisco, infatti lei abbassa lo sguardo sul pavimento. Si avvicina lentamente, e quando è a poca distanza da me, la prendo e la metto sulle mie ginocchia, nonostante i suoi lamenti.
Nichole: "Liaaam, non mi punire."
Liam: "Su, Nichole. Tanto sai che le prendi, non sforzare la gola con parole inutili."
Detto ciò, inizio a sculacciarla sulla gonna, ignorando le sue continue lamentele.
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Nichole: "Smettila Liam, ho capito! Basta!"
Esclama Nichole, che sta piangendo. In effetti, la sto sculacciando veramente forte, sempre sullo stesso punto.
Io: "No, non abbiamo ancora finito. Siamo ancora all'inizio."
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Io: "Ahiiii, basta fratellone!"
Liam: "Nichole, vediamo di scaldarti per bene il sederino, d'accordo?"
Domando retorico, per poi alzarle la gonna, facendo intravedere l'evidente rossore sul suo sederino, ancora protetto dalle mutandine.
Nichole: "No Lili, basta, ti prego!"
Oh, che carina. "Lili" lo utilizza sempre per farmi intenerire, e la maggior parte delle volte ha la meglio.
Io: "Nichole, stai zitta!"
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Nichole: "Fratellone, smettila! Non reggo più il dolore, è immenso! Bastaaaa!"
Io: "Basta Nichole, mi stai assordando i timpani! Non farmi arrabbiare."
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Nichole continua a piangere come una fontana, sussultando e urlando ad ogni sculacciata che sferro sul suo sedere. Mi fa estrema tenerezza, quanto odio doverle fare questo. Ma è necessario, per la sua educazione.
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Nichole: "Ahiiiii!"
Il silenzio della stanza è interrotto solamente dai singhiozzi della mia sorellina, che crescono man mano che continuo.
In una rapida mossa, le abbasso anche le mutandine, facendo restare il suo sedere allo scoperto.
Nichole: "No Lili! Senza mutandine no, ti prego! Mi fa malissimo, brucia da morire!"
Io: "Su piccolina, abbiamo quasi finito."
Nichole: "Smettila, ti supplico!"
Esclama piangendo sempre più forte, e iniziando a scalciare e a dimenarsi.
Così le blocco le gambe con le mie, e continuo senza dire niente.
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Nichole: "Basta, Liam! Finiscila, mi fai un male terribile!"
Urla Nichole, e io le sferro qualche altra sculacciata fortissima, senza preoccuparmi di rispondere.
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Nichole: "Lili, fratellone, basta, non ce la faccio più! Scusami, ho imparato la lezione. Non mi allontanerò più di casa senza permesso, lo prometto!"
Non rispondo, mi limito solamente a guardare il suo sedere, di un rosso acceso. Penso che basti, dopotutto ha capito che ha sbagliato e credo che non lo farà più.
Nichole lascia scorrere le lacrime, e io la tengo ancora un po' sulle mie ginocchia, finché non mi assicuro che si sia calmata del tutto.
Nichole: "Mi fa tanto male il sedere, fratellone."
Io: "Shh, piccolina. Non ti preoccupare, adesso passa."
Detto ciò, prendo la pomata che avevo sistemato sul comodino poco tempo prima, e gliela spalmo in numerosa quantità sul suo sederino ormai rosso, e lei a quel contatto sobbalza.
Dopo aver fatto tutto, le alzo la gonna e le abbasso le mutandine, per poi metterla seduta sulle mie ginocchia e abbracciarla forte. La mia bambina, è talmente carina. Nessuno sa quanto odio punirla, e stessa cosa vale per Brook e Quinn. Odio far loro del male, ma è la giusta educazione, almeno così la pensano quasi tutti, qui.
Nichole: "S-scusami, n-non lo faccio p-più!"
Io: "Sono sicuro che non lo farai. Ti senti meglio, tesoro?"
Nichole: "S-sì."
Io: "Hey, che ne dici di andare a vedere un film?"
Nichole: "Siii, p-però lo-lo scelgo i-io."
Io: "Agli ordini, principessa."
Subito dopo mi alzo e la prendo in braccio, scendendo al piano di sotto. Nichole, dopo una sculacciata, ha bisogno di distrarsi nel migliore dei modi. È una brava bambina, anche se spesso combina molti guai. Dopotutto è una bimba di 6 anni, che io adoro con tutto me stesso.

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Zalveeee a tuttiiiii, ecco a voi la fine del capitolo nove. Come al solito, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Continuate a leggere numerosi, buona lettura.
E mi raccomando, non scordatevi di commentare e votare, grazie mille in anticipo. Mi fareste un enorme favore.
Vi adorooooh!
Byeeeeeeee,
Sabrinapolselli🍀🕊

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