•Capitolo 19•

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Brooklyn p.o.v.
Okay, quando è troppo, è veramente troppo!
Non ne posso più di essere punita sempre allo stesso modo dai miei fratelli, ovvero con le sculacciate.
Cioè, gente, rendiamoci conto! Ho 15 anni, sono grande per essere sculacciata.
Potrebbero sequestrarmi il telefono, oppure vietarmi di uscire per il tempo che loro ritengono opportuno o necessario, ma niente. Non riesco proprio a convincerli, specialmente se combino un guaio dopo l'altro... ma sono fatta così su, una persona non può cambiare da un momento all'altro! O almeno.. non secondo me. Insomma.. io mi piaccio così come sono, e non cambierei per nessuna ragione al mondo! Secondo me, sono i miei fratelli maggiori che devono cambiare metodo, con tutte e tre!
Purtroppo, però, sono l'unica che vuole opporsi a Harry, Zayn, Liam, Louis e Niall; visto che Quinn subisce e basta, mentre Nichole.. beh, Nichole è ancora una bambina di 6 anni.
Ho provato in tutti i modi a far cambiare idea a quei cinque, ma nulla.
Gliel'ho domandanto rimanendo calma, piangendo, arrabbiandomi, insomma.. avete capito, no? E qual è stata la loro reazione? Mi hanno risposto che, secondo loro, questo è l'unico metodo che possono utilizzare per educarmi, visto che altrimenti non ascolto.
Che grandissimi stronzi, li detesto quando fanno così!
Immersa nei miei pensieri, non mi sono accorta delle continue occhiate che mi lanciava Quinn, seduta di fronte a me, con un cuscino sotto il sedere. Mi sembra logica la cosa, visto che le ha prese sì e no, qualche oretta fa.
Quinn: "Brooklyn? Brooklyn sto parlando con te, mi stai ascoltando?!"
Domanda schioccandomi davanti due dita, che mi riportano alla realtà.
Io: "Sì, ehm.. cosa?"
Sgrano gli occhi e scuoto la testa, per poi guardarla come se fosse un'aliena.
Quinn: "Hey, non guardarmi così, mi fai sentire a disagio."
Io: "Beh, visto che sei una disagiata, penso che sia normale sentirsi a disagio per i disagiati."
Quinn: "A-ha-ha, molto divertente. Mi spieghi a che cosa stavi pensando?"
Mia sorella incrocia le braccia al petto, e mi fissa.
Io: "Ehm.. sempre alle solite cose, Quinn."
Quinn: "Dovresti smetterla, tanto sai che non cambieranno mai idea, riguardo alle sculacciate. Specialmente se continui a comportarti così. Cavolate su cavolate."
Sbuffo rumorosamente, è sempre la solita. Si arrende immediatamente.
Io: "Smettila di fare così, non tutti sono come te, che lasci perdere al primo 'no' detto da loro. Bisogna insistere nei giorni d'oggi, e anche tanto."
Quinn: "Io sono fatta così, Brooklyn."
Alza le spalle, e continua a guardarmi. Sicuramente sta tentando di leggermi nella mente. Ancora non ha capito che non può diventare una veggente da un secondo all'altro, e persino io me ne sono fatta una ragione. Così, mi limito solamente a ricambiare lo sguardo.
Quinn: "Basta, ci rinuncio. Però sarebbe bello riuscire a sapere i tuoi pensieri."
Io: "Mi dispiace, ma non è possibile. E poi, l'hai detto prima, devo smetterla di pensare sempre alle stesse cose."
Imito la sua voce, e lei, come risposta, alza gli occhi al cielo e incrocia le braccia al petto.
Quinn: "È la verità, devi arrenderti, almeno una volta nella vita!"
Io: "Mai arrendersi, e poi.."
Mi fermo a metà frase, visto che la lampadina nella mia testa si è accesa di scatto, facendo fuoriuscire un'idea geniale dal nulla.
Quinn: "E poi...?"
Io: "Ah? Niente niente, lascia perdere."
Quinn: "Su, spara."
Io: "Okay, preparati!"
Quinn: "Smettila di tenermi sulle spine, e parla!"
Io: "Alloooraaa.. rullo di tamburi.. scapperò di casa!"
Quinn: "Cosa?! Ma sei impazzita, percaso?!"
Aggrotta le sopracciglia e scuote la testa, contrariata dalla mia idea.
Io: "No, non sono impazzita, mi sto solamente ribellando. Loro non vogliono cambiare metodo? Perfetto, me ne vado via da qui, così nessuno potrà più punirmi."
Quinn: "Ragioni come una bambina di 5 anni, anche Nichole è più intelligente di te."
Io: "Ti stai sbagliando, ragiono come una persona della mia età, e tu ancora non puoi capire, visto che hai 12 anni."
Quinn: "Oh sì, certo, come no."
Si passa una mano sulla faccia, facendomi ridacchiare.
Io: "E poi.. Liam una volta mi ha raccontato che anche lui è scappato di casa."
Sorrido, convinta di averla vinta, ma come al solito, Quinn ha sempre qualcosa da ribattere.
Quinn: "E.. Liam, ti ha raccontato anche com'è andata a finire?"
Io: "Ehm.. beh, ecco.."
Mi gratto la nuca, imbarazzata. Sì, eccome se me l'ha raccontata la fine di quella sua avventura.
Quinn: "Allora? Su dai, racconta, sono tutta orecchie."
Io: "Ti dico solo che Harry non ci è andato affatto leggero."
Esattamente, Liam non si è riuscito a sedere per un mese, dopo la punizione di Harry, tantissimo tempo fa.
Io, però, sarò molto più preparata di lui, visto che so già dove andare. È un posto nascosto, in cui nessuno va ormai da tempo, e non credo nemmeno che i miei fratelli ne conoscano l'esistenza. La casa in campagna, quella abbandonata e disabitata da tanto tempo.
Certo, sono un genio. Quello è il posto perfetto per nascondersi, ma non so per quanto tempo resterò fuori casa. Forse qualche settimana, giusto per far prendere un colpo alla mia amatissima famiglia.
Quinn: "Spero tu stia scherzando, Brook. Altrimenti.. ti consiglio di rinunciare."
Io: "E quando mai mi incoraggi a continuare?"
Domando ironica, guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua.
Quinn: "Va bene, ma sappi che io non ti aiuterò in nessun modo. Nemmeno sotto tortura."
Io: "Ah, sì?"
Quinn: "Esattamente!"
Io: "Okay.. tanto riuscirò a farti cambiare idea."
Quinn: "Questa volta, penso proprio di no."
Sto per ribattere, quando la voce di Zayn richiama la nostra attenzione.
Zayn: "Ragazze, è pronto, andiamo a mangiare."
Detto questo, scende le scale, ovviamente con Quinn che gli va dietro come un cagnolino.
Alzo gli occhi al cielo, e finalmente scendo, degnando gli altri della mia presenza.
Dopo pranzo, sto per alzarmi e tornare di sopra, a ritoccare il mio piano, ma Harry mi ferma.
Harry: "Restate tutti qui, ragazzi. Dobbiamo decidere la meta delle nostre vacanze."
Oh, giusto, me lo sono scordata.
Sicuramente, come ogni estate, quel "dobbiamo decidere" riguarda solamente lui e Nichole, che stanno sempre dalla stessa parte, insomma. In pratica, sono solo loro a decidere la destinazione delle nostre vacanze, ma a me non importa più di tanto.
Io: "Decidere cosa, se tanto alla fine siete sempre tu e Nichole ad avere la meglio?"
Do voce ai miei pensieri, ricevendo solamente uno sguardo da parte sua, e Nichole che alza lo sguardo, sentitasi chiamata in causa.
Harry: "Brook, ma cosa dici, non è affatto vero."
Louis: "Veramente.. sì, ha ragione."
Liam: "Proprio così."
Harry: "A voi due chi ha chiesto niente?!"
Io: "Comunque sia, non m'interessa il luogo in cui andremo in vacanza, mi va bene qualsiasi cosa. Ora, se mi volete scusare, sono giusto un po' stanca, e credo che andrò a fare una bella dormita."
Senza aggiungere altro, esco dalla sala da pranzo e vado di sopra, chiudendomi nella mia stanza. Non faccio nemmeno in tempo a prendere lo zaino che avevo preparato poco prima, che Quinn entra frettolosamente, sbattendo la porta dietro di se.
Io: "Quinn, che fai qui? Torna di sotto."
Quinn: "Oh nono, prima vorrei sapere cosa ti è venuto in mente."
Io: "Me ne andrò stanotte."
Quinn: "Stanotte? Ancora con questa storia? Dio Brooklyn, sei testarda, eh!"
Io: "Ho preso da quella testa di cazzo di Harry."
Alzo le spalle, e afferro lo zaino, aprendolo e mettendoci dentro tutto ciò di cui avrò bisogno.
Io: "E tu, mi aiuterai."
Affermo indicandola.
Quinn: "Aiutarti? Ti ho già detto che non lo farò."
Io: "Eddai, ascoltami almeno, non so nemmeno se ce ne sarà veramente bisogno!"
Quinn: "No."
Io: "Quinn."
Lei non risponde, sospira e focalizza la sua attenzione su di me, guardandomi seriamente.
Io: "Allora.. questa sera, Harry e Zayn usciranno per questioni di cui a me non frega un emerito cazzo."
Quinn: "Sempre molto delicata, eh."
Io: "Zitta tu, che quando ti partono gli attacchi di rabbia improvvisi, inizi a sparare parolacce su parolacce, senza ascoltare nessuno. Comunque, stavo dicendo: stasera ci saranno solamente Niall, Louis e Liam, quindi posso anche stare tranquilla. Perché sicuramente, Niall prenderà quasi tutto ciò che abbiamo in dispensa, e si chiuderà in camera, visto che stasera c'è una maratona dei suoi film preferiti in assoluto.
Liam proverà tutta la serata gli esercizi di pianoforte del nuovo libro che ha comprato, e ovviamente ci chiederà cortesemente di non disturbarlo.
E Louis.. beh, Louis è troppo coglione, e non se ne accorgerebbe mai."
Quinn: "Aha, e quindi?"
Io: "Quindi... mi chiuderò in camera, facendo finta di andare a dormire, quando invece uscirò dalla finestra e andrò tranquillamente in quella casa in campagna, che sembra solamente aspettare me, con impazienza."
Quinn: "Oh.. tutto qui? E io cosa dovrei fare?"
Io: "Devi fare in modo che nessuno entri nella mia stanza, o almeno non per stasera."
Quinn: "Sì, va bene. Ma sappi che stai facendo un'enorme stupidata."
Io: "Grazie per l'avvertimento, ma lo sapevo già."
Finisco di preparare lo zaino, e lo nascondo sotto al letto, sia mai che qualcuno dei miei fratelli entri all'improvviso, e s'accorga di quel borsone.
(11:00 di sera)
Il momento della mia fuga è arrivato, e il tutto sta procedendo meravigliosamente, ovvero come avevo previsto.
In casa siamo solamente in sei. In quattro, se escludiamo Niall e Liam, che si stanno facendo comodamente i cazzi loro.
Improvvisamente, Quinn entra nella mia camera, e mi fissa intensamente.
Io: "Ehm.. hai bisogno?"
Quinn: "Ripensaci, ti prego. Me lo sento, questa cosa non andrà a finire affatto bene!"
Io: "Omg, smettila Quinn! È da questo pomeriggio che mi stai dando il tormento, e sei diventata incredibilmente pessimista!"
Quinn: "Io? Pessimista? Non è vero, sono solamente realista!"
Io: "Sisi, ovvio. Com'è la situazione?"
Quinn: "Giù c'è solamente Louis, e non penso abbia intenzione di alzarsi dal divano per venire a controllarti, come se fosse attratto da una forza misteriosa."
Io: "Spiritosa. Quindi.. via libera?"
Quinn: "Già, via libera."
Sospira e si avvicina a me, mentre io continuo a ficcare di tutto e di più, in quel povero zaino.
Finalmente, riesco a chiuderlo, e me lo metto in spalla. Sì, si può fare, anche se è abbastanza pesante.
Quinn: "Seriamente Brooklyn, se è uno scherzo, vedi di.."
La interrompo, visto che ormai so a memoria quello che vuole dirmi.
Io: "Quinn, basta! Mi stai facendo diventare matta, sempre a ripetermi le stesse cose! No, non cambio idea, e mettitelo in testa. Anzi, credo sia arrivato il momento di andare."
Affermo, scrutando attentamente l'ora dal mio cellulare.
Quinn: "E va bene, io ci ho provato. Poi non dire che non ti avevo avvertita."
Detto questo, esce dalla mia stanza, senza aggiungere nient'altro.
Così, apro l'enorme finestra della mia stanza, e mi affaccio. Certe volte vorrei essere un gatto, loro sì che riescono ad atterrare bene, senza nemmeno un graffio.
Senza pensarci due volte, mi lancio fuori.
Il risultato?
Spiaccicata a terra, sicuramente con qualche osso rotto. Spero solamente che nessuno mi abbia sentita, insomma.. ho la leggerezza di un elefante in una cristalleria, capitemi.
Dopo essere riuscita a ricompormi, inizio a correre verso la mia meta, sempre se la direzione sia giusta, e che il cervello non mi abbia giocato brutti scherzi. Infondo è anche notte, e credo sia abbastanza facile confondersi.
Passato non so quanto tempo, precisamente, riesco a scorgere la casa abbandonata in lontananza. E io che credevo di aver sbagliato incrocio, a quella via... vabbè, l'importante è che sia andato tutto per il verso giusto.
Finalmente, arrivo davanti all'enorme edificio diroccato, praticamente in rovina, ed apro la grande porta in legno, titubante.
Beh.. non è così male, credo. Se ovviamente escludiamo la maggior parte dei mobili distrutti, tutto sommato, si potrebbe anche vivere in questa casa.
Sarà un'avventura fantastica questa, me lo sento.
Louis p.o.v.
Sono comodamente steso sul divano, a cambiare canale alla televisione ogni cinque secondi, visto che i programmi fanno letteralmente cagare.
Seriamente, sono uno peggio dell'altro. Com'è possibile che di pomeriggio non riesco a staccare gli occhi dalla tv, mentre di sera sì? Mah, io senza parole.
Solo ora mi accorgo che la casa è veramente troppo silenziosa, se si esclude Liam, che sta suonando il pianoforte, che rimbomba per tutta la casa. È fastidioso, e non poco, ma non posso farci nulla, altrimenti Liam mi ammazza.
Nichole sta dormendo, visto che domani deve andare a scuola, Quinn sicuramente starà leggendo un libro o cose del genere, e Brooklyn.. Brooklyn, non ne ho idea.
Solitamente, a quest'ora, se ne frega di tutto e parla con i suoi migliori amici, sclerando per ore intere al telefono. E guai a chi la disturba. Una volta ci ho provato, e non è andata a finire molto bene, anzi. Per niente bene.
Così, decido di andare a controllare cosa stia combinando quella peste. Quando è così silenziosa, non vuol dire mai niente di buono.
Salgo le scale, e mi dirigo verso la sua stanza, bussando alla porta. Non risponde nessuno. Ammetto che sto iniziando a preoccuparmi, però, mentre sto per aprire, Quinn si para davanti a me, impedendo la mia entrata.
Io: "Quinn.. dovrei passare."
Quinn: "Ma.. perché?"
Io: "Voglio controllare che cosa sta facendo Brooklyn, è troppo silenziosa per i miei gusti."
Quinn: "Lei.. lei sta dormendo."
Dice convinta, sorridendo fintamente.
Io: "Quinn, so quando menti, e odio quando lo fai. Sai che va a finire male, per te eh."
Quinn: "Io sono sincera. Sì, sincera."
Alzo gli occhi al cielo, e mi batto una mano sulla fronte. Quando mia sorella mente, non riesce a mantenere lo sguardo visivo a lungo, specialmente con me. Si morde il labbro freneticamente, e batte il piede destro a terra nervosamente, senza accorgersene.
Sì, sta mentendo, e continua a negare l'evidenza.
Io: "Quinn, non sto scherzando, e sai benissimo che odio quando non dici la verità. Che cosa state combinando tu e Brooklyn?"
Quinn: "A-assolutamente niente, te lo garantisco. Al 100%."
Io: "Se non è qui dentro, e in nessun altra parte della casa, vedi che cosa succede."
Detto questo, la scanso sgarbatamente ed entro nella camera di Brook, trovandola vuota. Come immaginavo, sicuramente è uscita con qualche suo amico, e ha dato a Quinn il compito di coprirla.
Lancio uno sguardo d'avvertimento a mia sorella, e inizio a girovagare per casa, alla ricerca di quell'incosciente di Brooklyn.
Non è da nessuna parte, e dire che sono arrabbiato, è solamente un eufemismo gigantesco! Guardo Quinn con occhi di fuoco, e lei, come risposta, abbassa lo sguardo e giocherella con i suoi capelli.
Io: "Quinn."
Incrocio le braccia al petto e indurisco il tono di voce, mettendole un po' di agitazione.
Quinn: "Sì?"
Sorride fintamente, come se non fosse successo nulla.
Io: "Dimmi dov'è andata Brooklyn."
Quinn: "Oh.. è una storia complicata e lunga.."
Io: "Arriva dritta al punto, cortesemente."
Quinn: "Non posso."
Io: "Sto perdendo la pazienza, e sai che io non ne ho molta."
Quinn: "Ma.. ma l'ho promesso a Brooklyn e.."
Io: "Se non parli, le prendi."
La vedo sgranare gli occhi, forse la mia minaccia ha avuto effetto, come al solito.
Quinn: "Io.."
Io: "Ultimo avvertimento!"
Quinn: "E.. e va bene! Brooklyn è scappata di casa."
Parla velocemente, sparando tutto d'un fiato. La utilizza spesso questa tecnica, peccato che riesca sempre a capirla al primo colpo, per sua sfortuna.
Io: "SCAPPATA DI CASA?!"
Quinn sobbalza, sorpresa dal mio tono di voce, per poi abbassare lo sguardo e annuire.
Io: "Dov'è andata?"
Quinn: "Non-non me l'ha detto."
Io: "Dimmi la verità, diavolo!"
Quinn: "Non posso, Louis.."
Mi avvicino a lei, e le mollo una sculacciata fortissima, che si ricorderà per tutta la vita, ne sono sicuro.
Quinn: "Ahiaa!"
Si allontana da me di qualche passo e si massaggia il punto colpito, guardandomi male.
Io: "Parla, adesso!"
Quinn: "E va bene! È andata alla casa abbandonata, in piena campagna! Quella disabitata da anni, ormai. Contento?!"
Io: "La casa in campagna? Cazzo, ma è lontana da qui!"
Quinn: "Ho tentato di fermarla e di farle cambiare idea, ma nulla. Non mi ha dato retta."
Io: "Beh, sicuramente darà ascolto a me! Appena l'avrò tra le mie mani, rimpiangerà di aver fatto ciò che ha fatto! La rovino, ma come le è saltato in mente di fare una cosa del genere?!"
Lei, di tutta risposta, alza le spalle.
Io: "Ora tu resti qui, mentre io vado a recuperare tua sorella."
Detto ciò, afferro le chiavi ed esco di casa, entrando velocemente in macchina e iniziando a guidare come un matto, ignorando cartelli stradali, semafori, e roba varia.
Passati una decina di minuti, arrivo a destinazione, e parcheggio la macchina proprio lì, davanti alla porta.
Esco un fretta e furia, fregandomene di tutto il resto, e faccio il mio ingresso in quella casa, a dir poco inquietante. Visito l'intero primo piano, ma non c'è anima viva. Forse Brooklyn si è piazzata al piano di sopra, almeno spero.
Salgo velocemente le scale, e vado proprio a scontrarmi con mia sorella, che cade a terra, tenendosi la testa.
Brooklyn alza piano lo sguardo su di me, e appena viene a contatto con i miei occhi, lo abbassa subito e si alza in fretta.
Brooklyn: "Heeey ciao, anche tu qui. Che.. che bello v-vederti.."
Dice ironicamente, facendo qualche passo indietro.
Io: "Oh, ma ciao."
Incrocio le braccia al petto e la fisso duramente.
Brooklyn: "Che ci fai.. qui?"
Domanda a mezza voce.
Io: "Piuttosto.. vorrei sapere cosa ci fai tu qui."
Le punto un dito contro, mantenendo sempre lo stesso tono di voce.
Brooklyn: "I-io.. ehm.. sono venuta a fare una.. passeggiata, sì. Una passeggiata."
Io: "Sai che non ci casco, quindi evita di prendermi in giro. Stai solamente peggiorando la situazione, e ti conviene tenere quella bocca sigillata. È un consiglio."
Mia sorella sgrana gli occhi e spalanca la bocca. Beh, che cos'altro si aspettava? Che l'avrei riportata a casa, e avrei fatto finta di niente, come se non fosse successo nulla?
Mi dispiace per lei, ma si sbaglia di grosso, eccome se si sbaglia di grosso.
Sicuramente Liam gli avrà raccontato di quella volta in cui ha compiuto le sue stesse mosse, escludendo però la parte in cui Harry gliele ha date con la cinta. Oppure Brooklyn non ci ha dato particolare attenzione, attratta solamente dalla prima parte della storia.
Senza aggiungere altro, la afferro per un polso e la porto fuori da quel posto, facendola entrare sgarbatamente in auto.
Il tragitto è stato silenzioso. Io non ho fiatato, mentre Brooklyn si è solamente limitata a disperarsi.
Appena entrati in casa, mi giro di scatto verso di lei.
Io: "Brooklyn, aspettami in camera mia. Non ci andrò affatto leggero, sappilo."
Brooklyn: "Nono Lou, ti prego no. Non punirmi così, sono grande per essere sculacciata!"
Finalmente parla, ma ciò che fuoriesce dalla sua bocca, mi fa solamente infuriare di più.
Io: "Sei grande? Ma ti senti? I grandi sono quelle persone adulte, responsabili e mature, e non penso che scappare di casa sia tanto ragionevole, eh!"
Brooklyn: "Ma che cazzo ne sai tu?! E poi faccio quel che voglio, ne ho anche il diritto!"
Io: "Ne hai il diritto? Bene, quindi anche io posso fare quel che voglio, no?"
Alle mie parole, spalanca la bocca e lascia cadere le mani lungo i fianchi, perdendo tutta la sicurezza che l'accompagnava fino ad un momento fa. Visto che non ottengo risposta, riattacco nuovamente a parlare.
Io: "Ora fila in camera mia, senza fare storie, altrimenti te ne prendi il doppio, chiaro?"
Brooklyn: "Ma-ma io.."
Io: "Adesso!"
Esclamo alzando di poco la voce.
Brook sospira e sale lentamente le scale, andando di sopra. Dopo una decina di minuti, la raggiungo e la trovo seduta sul letto, che giocherella con i suoi capelli. In circostanze diverse mi avrebbe fatto estrema tenerezza, ma ora no. Deve pagare le conseguenze delle sue azioni, e questa non se la scorderà facilmente, ne sono sicurissimo.
Io: "Brooklyn, abbassati pantaloni e mutandine, e piegati sulla scrivania, senza obbiettare."
Brooklyn: "No Louis, ti prego, ri-ripensaci."
Dopo aver detto ciò, si alza di scatto dal letto e mi prega con lo sguardo.
Io: "Muoviti, o sarà decisamente peggio."
Mia sorella sospira pesantemente, e obbedisce, abbassandosi gli indumenti e piegandosi sulla scrivania.
Senza aggiungere altro, mi slaccio la cinta e la faccio schioccare in aria, per poi iniziare a colpire il suo sedere con forza.
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Brooklyn: "Ahia Louis, smettila, fa male!"
Brooklyn p.o.v.
Io: "Ahia Louis, smettila, fa male!"
Louis mi ha sculacciata veramente poche volte, e la maggior parte non ci è andato affatto pesante, nonostante lo avessi fatto incazzare come una bestia. Adesso, però, siamo solo all'inizio, e già non reggo più.
Louis: "Deve fare male, altrimenti mi spieghi che punizione sarebbe?"
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Io: "Louis, dai, basta!"
Mio fratello maggiore non mi ascolta, e continua imperterrito. Okay, devo averlo fatto arrabbiare veramente molto, visto che lui è.. un pacifista, insomma. Lui è il suoro, i suori non possono comportarsi in questo modo.
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Io: "Per favore, smettila! Mi fai malissimo!"
La voce mi s'incrina a metà frase, il dolore è troppo forte, non resisto più.
Louis: "Un'altra parola, e aumento, chiaro?"
Domanda retoricamente lui, senza fermarsi nemmeno per un secondo. Che stronzo, quasi quasi è peggio di Harry!
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Louis: "Si può sapere che cosa ti è saltato in mente, eh? Scappare di casa? Sei impazzita? Sarebbe potuto succederti di tutto!"
Non rispondo, e mordo con forza il mio labbro inferiore per non scoppiare a piangere, ma con scarsi risultati, visto che le lacrime iniziano a scendere velocemente dai miei occhi.
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Louis: "Sei stata un'incosciente, un'irresponsabile! E pensare che hai anche 15 anni, sono rimasto veramente senza parole! Mi hai fatto preoccupare terribilmente, te ne rendi conto?"
Io: "Scusami, non avevo pensato a tutto questo, m-ma ora bastaa!"
Louis: "Decido io quando basta, e ancora non ho finito. Non siamo nemmeno a metà."
Sbianco all'istante, continuando a piangere. Non sta dicendo sul serio, giusto?
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Io: "Louis! Santo cielo, fermati! Non mi sento più il sedere, finiscila!"
Esclamo tra i singhiozzi e le lacrime, ma continua a non darmi retta. Che insensibile.
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Io: "Louis! Ti prego, f-fa m-malissimo!"
Louis sospira, per poi aprire bocca:
"Le ultime cinque, contale."
Annuisco. Ribellarmi non servirebbe a nulla, Louis è più testardo di un mulo.
SMACK
Io: "Ahia! U-uno."
SMACK
Io: "Duee. Ti prego, smettila, non reggo più!"
SMACK
Io: "T-tre."
SMACK
Io: "Louu, basta!"
Louis: "Brooklyn, conta."
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Io: "Qu-attro."
Sussurro sfinita, tra le lacrime.
Improvvisamente, mio fratello maggiore appoggia la cintura sul letto, e si abbassa, alzandomi mutandine e pantaloni, per poi farmi girare verso di lui. Tengo lo sguardo basso, tirando su col naso.
Non ho il coraggio di guardarlo nemmeno in volto, sicuramente è deluso da me e dal mio comportamento.. vengo interrotta dai miei pensieri, quando la persona davanti a me poggia due dita sotto al mio mento, facendo scontrare i nostri sguardi.
Io: "Louis.. mi-mi dispiace.."
Lou non parla, si limita solamente ad accogliermi fra le sue possenti braccia, facendomi sorridere come un'ebete.
Louis: "Shh, tranquilla. Basta piangere, sei stata perdonata ed è tutto finito."
Io: "Non.. non s-sei a-arrabbiato?"
Louis: "No, o almeno.. non più. Ti fa male?"
Domanda strofinandomi il sedere.
Non parlo, mi limito ad annuire e abbassare lo sguardo, un bel po' imbarazzata.
Louis: "Aspettami qua, torno subito."
Dopo aver parlato, esce velocemente dalla stanza.. sicuramente sarà andato in bagno, a prendere la pomata.
Passati cinque minuti, rientra con quel contenitore tanto familiare, e sì, avevo ragione.
Louis: "Dai, vieni qui."
Batte una mano sulle sue ginocchia, così mi avvicino titubante, e mi stendo.
Lou mi abbassa nuovamente pantaloni e mutandine, apre la pomata e inizia a spalmarla in grande quantità sul mio sedere, facendomi sorridere e sospirare di sollievo.
Dopo averla chiusa, mio fratello mi alza e mi mette seduta sulle sue ginocchia, rivolta verso di lui, e mi abbraccia nuovamente.
Poggio la testa sul suo petto, e lo stringo forte.
Io: "Lou?"
Louis: "Mh? Dimmi, piccola."
Io: "Ma.. lo dirai anche a Harry e Zayn?"
Louis: "No, non glielo dirò, puoi stare tranquilla. Le sculacciate che hai preso da me bastano e avanzano, anzi. Credo di aver esagerato anche un po'."
Sospiro di sollievo, e mi accoccolo a lui.
Louis: "Brook, però devi promettermi che non lo farai più, ci siamo intesi?"
Io: "Sì, Louis, te lo prometto. Anche perché poi sarei io quella che ne pagherebbe le conseguenze."
Borbotto tra me e me, facendolo ridacchiare.
Louis: "Beh, questo sarà il nostro piccolo segreto, mi raccomando. Acqua in bocca."
Sussurra al mio orecchio a voce bassissima, e facendomi l'occhiolino. In risposta, scoppio a ridere come una cogliona, seguita da lui.
Va bene, forse avrei dovuto dare retta a mia sorella Quinn, e tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Ma ormai è fatto quel che è fatto, e non si può tornare indietro nel tempo, purtroppo.
Io: "Lou.. ma alla fine, dove andremo in vacanza?"
Domando dubbiosa, insomma. Ho diritto anche io di sapere la destinazione, eh!
Louis: "Andremo.. alle Hawai'i. E.. indovina chi ha deciso?"
Io: "Fammi pensare.. Nichole e Harry?"
Louis: "Esattamente!"
Io: "Le Hawai'i sono meravigliose, quando partiremo?"
Louis: "Fra qualche giorno."
Risponde vago, senza aggiungere altro.
Okay, isole paradisiache, stiamo arrivando!



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Hi guys, I'm back😈.
Popolo di Wattpad, vi sono mancataaaa?
So che è da tantissimo che non aggiorno, ma non uccidetemi, vi prego. Adesso sono qui, e tornerò ad aggiornare regolarmente, se tutto va bene. Ma credo di sì, visto che ogni cosa si è risolta al meglio.
Sorry, ma in quest'ultimo periodo sono stata veramente molto impegnata, specialmente perché il 13 settembre inizia la scuola, e lo scientifico mi aspetta. Heeeelpp mee!
Ecco a voi il capitolo 19, finito e completato, spero vi piaccia. Mi raccomando, continuate a leggere numerosi e a votare e commentare, mi fareste un enorme piacere, grazie in anticipo.
Vi amo, siete fantastiche ;)
Dunquee.. volevo solamente chiedervi una cosa, dopodiché vi lascerò in pace:
Potreste lasciarmi il vostro numero di telefono ai messaggi privati? Così, per conoscerci meglio, insomma, e sempre se volete. Ah, purtroppo io non posso rispondere in privato, i messaggi mi arrivano solamente. Quindi.. li visualizzo, ma non posso scrivere nulla, perché non watt non me li fa inviare.
Quindi.. sempre se volete, potreste darmi il vostro numero di telefono?
Grazie in anticipo. Buona lettura.
Byeeeee,
Sabrinapolselli🍀🕊

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