Brooklyn p.o.v.
Siamo appena atterrati all'aeroporto di Honolulu, o almeno credo.
Beh, si chiama "Honolulu International", quindi credo di aver ipotizzato giustamente, anche se basandomi su una scritta enorme.. cioè, capitemi, non sembro tanto convincente.
Ma sti gran cazzi del nome di dove siamo, è tutto a dir poco incredibile e fantastico.
Le mie sorelle e i miei fratelli devono pensarla al mio stesso modo, e lo si capisce dai loro volti stupiti. Passati una decina di minuti, inizio ad averne abbastanza, non ne posso più di restare qui come una cretina.
Così, strattono Harry per un braccio un paio di volte, smettendo solamente quando, alla fine, si decide a puntare il suo sguardo su di me.
Harry: "Che cosa c'è?"
Dio, certe volte diventa così coglione, ed è talmente scocciante, ma va bene.. dettagli.
Io: "Come che cosa c'è?! Siamo qui da dieci minuti, praticamente imbambolati nel bel mezzo dell'aeroporto, che poi.. diciamocela tutta, che cos'ha di fantastico? Forse la vista che si vede, ma per il resto è un comune e semplice aeroporto come tutti gli altri. Quindi, adesso, muovi quel culo e portaci nella casa che hai affittato, perché sto morendo di fame e sonno, e ho una grande voglia di andare a fare un giro turistico. Sono stata abbastanza esaustiva?"
Dico ironica, e portando le braccia incrociate sotto il seno, in attesa di una risposta.
Harry: "Oh, ehm.. sì, giusto. Credo che siamo tutti affamati e stanchi. Ragazzi! Dai, andiamo, la casa è abbastanza lontana e dobbiamo anche cercare un taxi. Okay, forse anche due taxi.."
Afferma pensieroso, mentre afferra un paio di valigie e inizia a recarsi verso l'uscita, e finalmente aggiungerei. Lo seguo in fretta senza dire nulla, girandomi di tanto in tanto per vedere se anche il resto della combriccola ci sta seguendo, e che non si sia smarrito nessun membro della famiglia. Veramente questo sarebbe un compito che spetterebbe a Harry, o magari agli altri quattro, ma a quanto pare no.. troppo impegnati a non dimenticarsi nulla.
Dopo essere usciti tutti, e nell' esatto momento in cui vedo Zayn fermare un taxi e Harry un altro contemporaneamente, Niall parte all' attacco.
Niall: "Fermi! I miei biscotti, li devo aver lasciati da qualche parte lì dentro, erano molto buoni e potrebbe prenderseli qualcun altro. Quindi ora vado a recuperarli!"
Esclama come se fosse una tragedia catastrofica, il che mi fa alzare gli occhi al cielo esasperata. Detto ciò, fa retromarcia per tornare dentro, ma lo fermo per un braccio.
Io: "Niall, carissimo Niall, quei biscotti ormai sono andati, sicuramente se li sarà già presi qualcuno. Sicuramente ci sarà cibo anche dove alloggeremo per il resto dell' estate, quindi fammi il favore di non essere tanto drammatico ed entrare in quella fottuta macchina."
Scandisco abbastanza irritata. Lui inizia a lamentarsi come un bambino di cinque anni, nessuno di noi riesce a farlo stare zitto. Questo potrei anche sopportarlo, ma il fatto è che non vuole nemmeno entrare in macchina perché ha bisogno di mangiare. Si è mangiato quasi tutto il cibo che c'era in aereo, in un modo abbastanza disgustoso, lo si vedeva anche dall' espressione assunta dalle hostess di passaggio in quel momento. Solitamente me ne fregherei, indosserei le mie cuffie per estraniarmi dal resto del mondo, ma questa è una faccenda seria.
Ho fame.
Ho sonno.
E questo coglione non può seriamente farci ritardare più del previsto per degli stupidi capricci.
Però in tutto ciò, mentre io sto riflettendo, Niall continua a lagnarsi, e giuro che mi sta salendo il crimine. Mi trattengo dall' urlargli contro, limitandomi solamente ad afferrare il lecca lecca di una bambina appena passata al mio fianco, per poi darlo velocemente al biondo tinto, che ha iniziato a saltellare euforico.
Sorrido soddisfatta, e un altro problema risolto! Brook, sei grande.
Continuo ad elogiarmi da sola per la mia quasi buona azione, ma la bambina al mio fianco inizia a piangere come una fontana e ad urlare, attirando così l'attenzione di suo padre, credo.
Osservo l'uomo che teneva la mano della bimba fino a un momento fa, girarsi lentamente verso Niall e avvicinarsi a lui con sguardo minaccioso.
Ma dai, non fai in tempo a risolvere un problema, che ne emerge un altro ancora peggio!
X: "Ehi brutto stronzo, che cazzo c'hai in testa? Sei bello grande e robusto, credo tu abbia anche abbastanza soldi, quindi perché non te lo vai a comprare da solo? Hai fatto piangere mia figlia!"
Niall continua ad ignorarlo, troppo concentrato nel mangiare il suo lecca-lecca. Beh, certe volte mi chiedo come faccia a mangiare qualsiasi cosa gli capiti davanti senza prima riflettere due secondi. Insomma, quel dolce avrei anche potuto avvelenarlo con qualcosa di potente, a tal punto da arrivare quasi alla morte.. non fraintendetemi, amo Niall, ma ammetto che qualche volta ho riflettuto a una cosa del genere, e forse potrei anche metterla in atto, ma shh..
Il padre della bambina, lo afferra per il colletto della maglia pronto a pestarlo. Va bene, credo che questo tizio debba veramente darsi una calmata, bastavano due parole di avvertimento e stop, poteva tranquillamente ricomprare quel dolce. Ma no dai, troppo banale, sempre meglio ricorrere alla violenza (da notare l'ironia).
In tutta risposta, Niall nota solo il fatto di essersi alzato di un paio di centimetri, visto che l'uomo ha una forza sovrumana. Oppure è solo mio fratello che è magro come uno stecchino, nonostante mangi come una vacca in depressione. Persone come queste sono comunemente chiamaste stronze, ma ovviamente in modo affettivo, eh!
Niall: "Ehi, guardate, sono cresciuto! E lo sapevo che il cibo fa miracoli, anche in poco tempo!"
Mi sbatto una mano sulla fronte, ma cosa ho appena sentito? Sta quasi per essere pestato a sangue, e invece di esserne terrorizzato, è contento? Okay, devo intervenire io, certe volte lo capisco in un attimo.
Mi metto in mezzo ai due, spingendo leggermente l'uomo forzuto distante da mio fratello. Abbiamo risolto abbastanza in fretta la situazione, è bastato un cazzotto in pieno naso per farlo stare zitto.
Non commentate, ve ne prego, quello non se ne stava muto e continuava a sclerare per una cosa a dir poco inutile, e si sa che Brooklyn Parkinson non ha affatto molta pazienza.
Un dottore di passaggio ha iniziato a parlare con lui dopo avergli medicato il naso, così ho afferrato Niall per un polso e l'ho letteralmente scaraventato in macchina, per poi sedermi al suo fianco.
Mi rendo conto di una cosa proprio adesso. Mentre Niall stava per essere picchiato e durante il mio salvataggio, cosa stavano facendo Harry, Zayn, Liam, Louis, Quinn e Nichole?
Evito di fare domande, credo sia la cosa migliore. Osservo dal finestrino della macchina ogni singolo dettaglio, innamorandomi sempre di più del luogo in cui trascorreremo le nostre vacanze. Insomma gente, le Hawaii sono le Hawaii!
Dopo circa una mezz' ora, il taxi si ferma. Siamo arrivati. Apro immediatamente lo sportello ed esco in fretta e furia dalla macchina, non riuscendo più a sopportare Harry. Tutto il tempo in macchina non l'ho trascorso in santa pace, ma no, nemmeno per idea. Harry si stava annoiando (eh già, purtroppo sono capitata con lui, insieme a Niall, Quinn e Nichole), e ha iniziato a raccontare battute squallide, una dopo l'altra, ridendo da solo e non rendendosene nemmeno conto. Ho visto la faccia dell'autista, aveva un' espressione del tipo 'ti butto fuori dalla finestra se non la smetti', e in quel momento sono scoppiata a ridere.
Nessuno sopporta le battute di Harry, sono una cosa fuori dal comune, che sinceramente io detesto.
Dopo essere usciti tutti quanti, stavo per esprimere quello che pensavo riguardo alla villa che mi ritrovo davanti, ma non ne ho il tempo visto che la maglia di Zayn è rimasta chiusa nello sportello del taxi. L'autista non se ne è nemmeno accorto, sordo com'era, e stava per portarsi via il nostro Zayn.
Beh, oggi devono succederne di tutti i colori su, è destino. Meglio abituarsi.
Salvato Zayn, riprendiamo le nostre valigie e avanziamo verso la villa, che però sembra abbastanza piccola. Louis estrae le chiavi dalla tasca, però quando le infila nella serratura.. beh, non vanno, e deduco che quella non sia la chiave giusta. Sicuramente avrà preso quelle della macchina, non c'è altra spiegazione.
E dopo l'ennesimo tentativo, vedo Louis iniziare ad alterarsi e chiamare in soccorso il suo gemello complice, ovvero Liam.
Iniziano a dare sonori calci e pugni alla porta, e nel frattempo, Harry continua a guardare un foglio, con scritto il numero 9.
La targhetta situata accanto alla porta, e anche incisa sul cancello, con tanto di citofono, segna anche il numero 9, quindi cosa c'è di sbagliato? Perché le sventure devono avvenire sempre nei momenti sbagliati?
Continuo a farmi domande anche io, quando improvvisamente capisco.
È tutta colpa di Harry.
Il foglio.
Quel 9, in realtà è un 6.
Quel coglione di mio fratello ha tenuto il foglio al contrario, e ancora non se n'è accorto.
Dio, aiutaci da lassù, elimina la coglionaggine che ruota attorno alla mia famiglia, escludendo ovviamente la sottoscritta.
Io: "Harry, il foglio."
Harry: "Eh? Cosa?"
Mi guarda non capendo, certo che ha veramente seri problemi.
Io: "Hai il foglio al contrario, quel 9 in realtà è un 6. Questa non è la nostra casa, è quella più avanti!"
Harry: "Oh.. giusto. Può capitare di sbagliare, no? Louis, Liam, fermatevi, questa non.."
Non fa in tempo a finire la frase che la porta si apre di colpo, rivelando la figura di un anziano innocuo all'apparenza, ma devo ricredermi quando lo vedo tirare fuori un bastone, e iniziare a dare bastonate a non finire in ogni parte del corpo di Lou e Liam.
"Ai ladri, ai ladri! Vogliono rubare a casa mia! Aiuto, polizia!"
Queste le parole dell' anziano, urlate ai quattro venti inutilmente, visto che nessuno si affaccia per dare un' occhiata nemmeno nel giro di cinque minuti.
Zayn e Niall decidono finalmente di intervenire nella "rissa", e solamente quando il vecchietto accetta le loro scuse, possiamo andare in quella che è veramente la casa presa in affitto dai miei fratelli. È molto più grande e carina di quell' altra, sicuramente degna della famiglia Parkinson. Appena attraversato il cancello, si presenta dinnanzi a noi un enorme prato, con tanto di piscina situata nel mezzo. L'unica cosa che m'importa, al momento, è scegliere per prima la stanza, evitando quindi litigate e cose del genere. Succede sempre così, quindi perché non fare la differenza per una volta?
Appena aperto il portone della villa gigantesca, io, Quinn e Nichole ci precipitiamo all'interno, e iniziamo a guardarci intorno.
È una villa a due piani, quindi suppongo che le camere da letto siano in quello superiore, esattamente come a casa nostra.
Avrò tempo di visitare il piano terra con calma, quindi corro di sopra seguita dalle altre due, e iniziamo ad aprire ogni singola porta, alla ricerca di quella perfetta per ognuna di noi.
E finalmente ci siamo, l'ultima porta, situata alla fine del corridoio, è la stanza più grande, con tanto di balcone e ovviamente bagno personale, ma quest'ultimo si trova in tutte le camere, quindi amen.
Io e le altre due femmine della famiglia iniziamo ad urlarci contro, come al solito. A fanculo i buoni propositi da pacifista, mi arrendo.
Io: "L'ho trovata per prima, deve essere assolutamente mia, è perfetta per me!"
Quinn: "Ma perfetta un corno, la voglio io, ho bisogno dei miei spazi!"
Nichole: "No, la voglio io! E se io voglio una cosa, la ottengo sempre."
Afferma convinta la più piccola delle tre, facendomi scoppiare a ridere.
Io: "Nichole, sorellina, non rompere il cazzo. E lo stesso vale per te, l'ho trovata prima io!"
Urlo riferendomi a Quinn, che cerca di ribattere, ma non fa in tempo, visto che sbatto fuori entrambe chiudendo la porta a chiave.
Oh sì, adoro essere la più forte e la più furba.
Elogiandomi mentalmente per l'ennesima volta, inizio a disfare le valigie, e in meno di venti minuti ho finito. Sono molto rapida, una delle mie numerose qualità. AHAHA, qualità, certo. Come no.
Mi affaccio fuori, è tutto silenzioso. Ognuno ha scelto sicuramente la propria camera, benissimo, posso stare tranquilla. Scendo le scale velocemente e mi dirigo in cucina, più precisamente verso il frigo.
Ho una fame terribile, sarei capace di mangiarmi di tutto. Apro l' elettrodomestico immaginando quali ben di Dio possa trovarsi al suo interno con un sorriso da ebete, che si smorza immediatamente appena lo vedo vuoto.
Cazzo, dovevo arrivare prima.
Mi schiaffeggio mentalmente, dovevo immaginare che il cibo non sarebbe stato al sicuro con lui nei paraggi.
Non ci vedo più dalla rabbia, così inizio a cercare quello stronzo in tutta la casa.
Io: "NIALL! APPENA TI TROVO TI FACCIO METTERE A DIETA DA HARRY O ZAYN, FOTTUTO LADRO DI CIBO CHE NON SEI ALTRO!"
Urlo istericamente stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche e attirando l'attenzione degli altri, ma fotte sega.
Dopo aver scoperto la stanza di quel biondo tinto, la apro con un calcio aspettando di trovarmi lui davanti. Lo osservo meglio, e noto che è praticamente per metà dentro, e l'altra metà fuori dalla finestra, che regge in mano una grande quantità di alimenti.
Io: "STRONZO, NON OSARE SCAPPARE!"
Tento di raggiungerlo, ma non riesco a fare un passo, che lo vedo buttarsi dalla finestra, urlando un "il grande Niall riesce sempre a svignarsela e ad uscirne illeso!"
Beh, tanto illeso non direi..
visto che ci troviamo al secondo piano.Amori mieiiiii,
sono tornata con un nuovo capitolo, sicuramente orribile e penoso, ma nonostante ciò spero che vi piaccia almeno un pochino.
Sorrate la mia assenza, ma ero priva di idee (beh, non che questo capitolo sia il massimo eh)...
ma intanto avete scoperto che sono ancora viva, no? Spero di raggiungervi di nuovo con un nuovo capitolo, magari decente la prossima volta. Mi raccomando, non scordatevi di votare e lasciare qualche commentino, visto che ho molto a cuore il vostro giudizio, e sono anche curiosa di sapere cosa ne pensate ovviamente.
Beeeh, baci e abbracci,
Sabrinapolselli🍀🕊
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•La famiglia Parkinson•
FanfictionSalveeeeeeee, il mio nome è Nichole, ho 7 anni appena compiuti e vivo con i miei 5 fratelli e le mie 2 sorelle. Fra tutti e 8 messi insieme, io sono la più piccola della famiglia. I nostri genitori se ne sono andati tanto tempo fa lasciandoci in un...