Brooklyn p.o.v.
(7:00 di mattina)
Ahia, mi fa ancora malissimo il sedere da ieri, quel coglione di Harry ci è andato davvero pesante, inoltre ha anche utilizzato la cintura, per la prima volta in tutta la mia vita. Non so spiegarvi il dolore, era qualcosa di indescrivibile, anche perché mio fratello ci metteva una forza incredibile.
Ora mi sto preparando per andare a scuola, e oggi devo accompagnare anche Nichole, visto che la scuola elementare è situata proprio di fronte al liceo linguistico che frequento. Perciò, vado con calma.
Scendo al piano di sotto, in cucina, salutando tutti i presenti con un bacio sulla guancia.
Zayn: "Brooklyn, come va con...?"
Domanda Zayn, riferendosi all'eventuale stato del mio sedere, ancora in fiamme.
Io: "Zayn, non parliamone, ti prego."
E con un movimento brusco, mi siedo velocemente sulla sedia, facendo un balzo felino.
Harry: "Okay, ho capito. Vado a prenderti un cuscino."
Io: "Grazie, ti adoro."
Esulto ironica, facendolo ridere. All'apparenza sembra un fratello "normale", uno di quelli dolci e protettivi, ma l'apparenza inganna, per la maggior parte delle volte. Harry sa essere veramente spietato, e quella di ieri ne è la dimostrazione.
Dopo aver consumato con estrema calma la mia colazione, decido di andare a preparare lo zaino, sia mai che prenda una nota per la mancanza di qualche libro o quaderno, altrimenti sono fritta letteralmente. Sto per alzarmi dalla sedia, quando la voce di Nichole mi distrae.
Nichole: "Harry?"
Harry: "Dimmi, piccolina."
Nichole: "Posso non andare a scuola oggi, per favore?"
Domanda lei, facendo gli occhioni dolci e il labbruccio, ottenendo solamente un secco 'no' da Harry:
"Assolutamente no Nichole, ma cosa ti salta in mente? Non ti azzardare più a chiedermi una cosa del genere, e vai a cambiarti. Stessa cosa vale per voi due, andate a fare quelle cose strane che fanno le ragazze, perché sono già le 07:30. Io vado a lavoro, sarò di ritorno verso le 16:30 circa, comportatevi bene."
Finito il suo discorso noiosissimo, saluta Zayn con una pacca sulla spalla, abbraccia forte Nichole e da un bacio sulla fronte a me e Quinn, per poi prendere la sua valigetta e uscire di casa.
Siamo rimasti solamente Zayn, Nichole, Quinn e io, visto che Niall, Louis e Liam sono rimasti a New York, e saranno di ritorno fra qualche ora. Zayn è il vicepreside e anche professore della scuola media, quindi accompagna lui Quinn, come ogni lunedì.
Zayn: "Quinn, sei pronta?"
Quinn: "Sì, Zay. Vado a prendere lo zaino e possiamo andare a scuola."
Detto ciò, sale al piano di sopra e torna cinque secondi dopo con lo zaino. Zayn afferra le chiavi della macchina dal tavolo, ed esce di casa, non prima di avermi fatto le solite, seccanti raccomandazioni:
"Mi raccomando Brooklyn, non marinare la scuola e non scordarti di andare a prendere Nichole, al termine delle lezioni. Ci vediamo questo pomeriggio."
Io: "Ciao Zayn, a dopo Quinn."
Nichole saluta con un cenno della mano, ancora evidentemente mezza addormentata.
Passati dieci minuti, prendo Nichole in braccio e la porto nella sua stanza, decidendo il suo 'outfit'. Alla fine, opto per un jeans stretto e una maglia semplice rosa, con qualche fantasia a cui non ho fatto caso e successivamente le raggruppo i capelli in due treccine. Quando ho completato "la mia opera" (ovvero le trecce di mia sorella), però, noto la mia sorellina seduta sul letto, che mi osserva con sguardo irritato.
Io: "Nicky, che succede? Sei di cattivo umore stamattina?"
Nichole: "Brooklyn, posso restare a casa oggi? Ti prego, non voglio andare a scuola."
M'implora Nichole, ignorando la mia precedente domanda. È molto strana oggi, non mi ha mai chiesto una cosa del genere, così tento di approfondire l'argomento, sedendomi sul suo letto e mettendola seduta sulle mie ginocchia.
Io: "Hey piccolina, si può sapere perché continui ad insistere? Anche Harry prima te lo ha vietato, cosa succede? Non hai mai fatto domande del genere, sei sempre andata a scuola tranquillamente, quest'anno."
Nichole: "No, non te lo dico. Non ci voglio andare, punto e basta."
Afferma la piccoletta, facendo spazio a un broncio infantile che la rende troppo carina.
Io: "Su, Nichole. A me puoi dire tutto, lo sai?"
Nichole: "Beh..."
Io: "Raccontami dai, non dico niente a nessuno."
Nichole: "Me-me lo prometti?"
Io: "Parola d'onore, Nicky."
Nichole sospira fortemente, e finalmente parla:
"Allora.. è da qualche settimana che un bambino, nella mia classe, mi da fastidio. Si chiama Samuel. Mi prende in giro, e mi prende anche le cose senza permesso, e poi non me le restituisce. Poi si mangia tutta la mia merenda, e se mi rifiuto di dargliela mi tira i capelli, e mi minaccia."
Io: "Ti minaccia?"
Nichole: "Sì.. mi sussurra all'orecchio 'non dire niente a nessuno, altrimenti ti faccio tanto male.' È cattivo con me, Brook, e a me fa paura. Eppure fa solo la prima elementare, come me."
Io: "Mi dispiace piccolina, perché non me ne hai parlato prima? Avrei potuto aiutarti."
Nichole: "Non lo so."
Dice, iniziando a piangere. La abbraccio e tento di consolarla, e appena si è calmata, la rassicuro.
Io: "Nicky, non ti preoccupare. Adesso ti svelo un trucchetto: se lui osa farti qualcosa, tu ti alzi e lo mandi a quel paese, insultandolo pesantemente."
Lo so, sono molto brava a dare consigli, modestamente...
Nichole: "Ma le parolacce non si dicono a scuola, altrimenti la maestra si arrabbia."
Io: "È per una giusta causa. Fregatene della tua maestra in quel momento, d'accordo?"
Nichole: "Va bene.."
Io: "Quindi come reagisci quando quel bambino si avvicina e ti fa qualcosa?"
Nichole: "Lo.. mando a quel paese?"
Io: "Esatto, adesso andiamo però, si sta facendo tardi. Le lezioni iniziano fra mezz'ora, e non vogliamo arrivare in ritardo, giusto?"
Nichole: "Giusto."
Così la faccio alzare e mi dirigo in camera mia, per sistemare lo zaino. Io mi sono vestita appena sveglia, quindi sono pronta.
Dopo qualche minuto, io e Nichole siamo fuori casa, direzione: scuola elementare. Appena arrivati, metto lo zaino sulle spalle a mia sorella e le lascio un dolce bacio sulla guancia.
Io: "Allora Nichole, verrò a prenderti alla fine delle lezioni, verso le 13:30, d'accordo?"
Nichole: "Sì, ciao sorellona."
Io: "Ciao piccola. Ah, e ricorda ciò che ti ho detto prima."
Nichole annuisce, per poi voltarsi e dirigersi a passo spedito verso l'entrata, dove ad aspettarla c'è il suo migliore amico, Jamie.
Successivamente, mi giro e corro verso la mia scuola, pronta ad affrontare un'altra giornata di merda, che bellezza.
Zayn p.o.v.
(14:00)
Io e Quinn siamo a casa da una mezz'ora, e ora sto preparando il pranzo, in attesa di Brooklyn e Nichole.
Finalmente, dopo quasi un'eternità, si sente il rumore della serratura e successivamente la porta aprirsi e chiudersi all'istante, segno che le mie sorelle sono tornate.
Io: "Allora ragazze, com'è andata a scuola?"
Brooklyn: "Meravigliosamente."
Afferma Brook ironicamente, facendomi alzare gli occhi al cielo per la sua noncuranza allo studio.
Io: "E tu Nichole?"
Nichole: "È.. è andata benissimo."
Strano, mi sembra titubante... ma ad interrompere i miei pensieri è la voce di Quinn.
Quinn: "Zay! Il pranzo si sta letteralmente bruciando."
Zayn: "Oh, porca puttana!"
Esclamo, per poi correre in cucina, e riuscire a sfornare appena in tempo le mie "amate pietanze".
Ci posizioniamo tutti a tavola, e appena la prima forchettata viene a contatto con la mia bocca, la sputo in faccia a Quinn, che inizia ad urlare come una pazza isterica. Che esagerata, uno sputo in faccia non fa mai male a nessuno. Almeno credo.
Io: "Scusami Quinn, ma adesso calmati. Vai a farti una doccia, ed è tutto sistemato."
Quinn non risponde, limitandosi solamente a guardarmi con un'espressione furente, e se gli sguardi potessero uccidere, io sarei già morto stecchito, ve lo garantisco.
Quinn: "Zayn Parkinson, ritieniti in pericolo per i prossimi giorni, ti tengo d'occhio."
Dice lei prima di salire al piano di sopra, facendomi ridere a crepapelle.
Io: "Okay ragazze, credo che oggi non pranzeremo. Mangiate quello che volete, per oggi ve lo concedo."
Nichole e Brooklyn annuiscono con nonchalance, per poi salire al piano di sopra una dopo l'altra. Oggi Nichole è particolarmente silenziosa, e ciò non vuol dire niente di buono.
Nichole p.o.v.
Io: "Siamo al sicuro? Nessuno può sentirci?"
Brooklyn: "Affermativo."
Io: "Bene, allora possiamo riprendere il discorso. Come diavolo ti è saltato in mente di suggerirmi una stupidagine del genere?! Per colpa tua, la maestra mi ha messo una nota! Oggi Samuel, quel bambino cattivo, mi stava per rubare l'astuccio, allora io mi sono arrabbiata e abbiamo iniziato a litigare. Poi però ho alzato troppo la voce, e il mio vaff... insomma, quella parola, l'ha sentita tutta la classe, compresa la maestra. Così quest'ultima mi ha chiesto di andare fuori dalla classe, ma le ho fatto il dito medio, e allora mi ha messo la nota. Cosa faccio adesso? Devo dirlo a Zayn prima che lo scopra di persona, altrimenti è peggio."
Brooklyn: "Mi dispiace Nichole, comunque sì. Devi dirlo a Zayn, anche subito."
Io: "Ma-ma ho p-paura.. Zay è peggio di Harry riguardo la scuola.."
Brooklyn: "Fatti coraggio Nichole, e vedrai che andrà tutto bene, okay?"
Io: "Okay.."
Così esco dalla mia stanza, dopo aver preso il diario contenente quella maledetta nota e corro in cucina, dove si trova ancora Zayn.
Io: "Zay... devo parlarti."
Zayn p.o.v.
Nichole: "Zay... devo parlarti."
Okay, ciò non significa niente di buono.
Io: "Forza parla, Nicky."
Nichole: "Ehm.. me la po-potresti fi-firmare?"
Io: "Nichole.. dimmi che non è quello che penso."
Nichole: "Mi-mi dispiace.."
Nel frattempo leggo la nota scritta dalla sua maestra, restandone stupito.
"La signorina Nichole Parkinson ha osato mandare a quel paese la maestra, che le aveva solamente chiesto di andare fuori a causa del suo comportamento poco gradito, che disturba la maggior parte dei compagni, provocando la loro disattenzione e poco partecipamento a parte della lezione."
Non. Può. Essere. La piccola, dolce e tenera Nichole ha fatto tutto questo? Adesso le prende, eccome se le prende. E se la ricorderà a lungo stavolta.
Io: "Okay. Adesso, spiegami immediatamente cosa diavolo ti è successo stamattina."
In poche parole gli racconto tutto ciò che è avvenuto, ma lui sembra arrabbiarsi ancora di più. Mio fratello si siede su una delle tante sedie in cucina, e capisco immediatamente le sue intenzioni, così mi allontano istintivamente.
Zayn: "Non devi mai e poi mai chiedere consigli del genere a Brooklyn, sai com'è fatta. Potevi benissimo parlarne con me e io avrei provveduto andando a scuola. Comunque Nichole, da te non me lo sarei mai aspettato. Stenditi sulle mie ginocchia."
Nichole: "No ti prego Zayn, non capiterà più, ma non sculacciarmi, per favore."
Io: "Nichole, ti conviene ubbidire prima che mi arrabbi seriamente."
Nichole: "Ma Zayn, è stata tutta colpa di quel bambino!"
Io: "Nichole, immediatamente! Inizio ad alterarmi seriamente!"
Nichole, impaurita, si avvicina titubante e io la stendo sulle mie ginocchia.
Nichole: "Zayn ti prego, non farmi male."
Io: "Nichole, inizia a stare zitta, altrimenti te ne prendi molte di più!"
Nichole: "No, no! Ti prego, non sculacciarmi!"
Mi supplica la mia sorellina, iniziando a piangere forte.
Io non rispondo, e inizio a sculacciarla sui pantaloni.
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Nichole: "Ahiii Zay, basta! Non capiterà più, lo prometto, ma smettila!"
Io: "Nichole, abbiamo appena iniziato e non riuscirai a impietosirmi."
Nichole: "Ma Z-"
Io: "Ho. Detto. Zitta. Non farmi arrabbiare ancora di più, altrimenti è peggio per te."
Detto ciò continuo, senza ascoltare i suoi lamenti e i suoi singhiozzi, per quanto mi faccia tenerezza e la voglia di abbracciarla sia veramente molta.
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Nichole: "Ahiaaa Zaynnnn!!"
Io: "Avanti Nichole, abbiamo appena iniziato!"
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Nichole: "Ahii, mi fai male!"
Io: "Nichole è una punizione, deve fare male. E smettila di lamentarti, altrimenti aumento."
Lei, di tutta risposta, mi morde il ginocchio, facendomi solo arrabbiare più di quanto già non lo sia.
Io: "Nichole, stai seriamente rischiando grosso!"
E detto ciò, le abbasso pantaloni e mutandine, e lei inizia a piangere fortissimo.
Nichole: "No Zayn, per favore, basta! Mi dispiace, ero solo arrabbiata!"
Io: "Non m'inporta, adesso le prendi molto forti, non vorrei essere al tuo posto."
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Nichole: "Basta fratellone, mi fai male, ho capito. Non lo faccio più, m-ma ora smettila."
Dice con voce spezzata dal pianto, interrotta dai suoi numerosi singhiozzi.
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Nichole: "Basta Zayn!"
Mi urla Nichole, facendomi fermare per un momento.
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Le assesto le ultime cinque di fila, tutte al centro del sedere, facendola urlare ad ogni colpo. La tengo sulle mie ginocchia ancora per un po' di tempo, e lei continua a piangere. Il silenzio è interrotto solamente dai suoi singhiozzi.
Improvvisamente le alzo pantaloni e mutandine, la tiro su e la metto seduta sulle mie ginocchia. Credo che ne abbia prese abbastanza, e il colore del suo sederino ne è la dimostrazione.
Nichole: "S-scusa f-fratellone, ti-ti voglio be-ne."
Pronuncia la mia sorellina, scossa dai singhiozzi, apparendo estremamente dolce.
Così, la stringo forte al mio petto.
Io: "Hey Nichole, è finito tutto, basta."
Nichole: "Mi-mi vuoi a-ancora bene?"
Io: "Certo, principessa."
Nichole: "A-anche dopo q-quel morso a-alla g-gamba?"
Io: "Non fa nulla, non sono più arrabbiato. Ed è ovvio che ti voglio bene, non ho mai smesso di volertene. Più di quanto tu creda."
Nichole: "D-dav-vero?"
Io: "Sì, Nicky."
A quelle parole, anche lei si rilassa e ricambia il mio abbraccio, stringendomi ancora piu forte e provocando una mia risata.
Io: "Ma quanto puoi essere dolce Nichole? Soprattutto con queste fantastiche treccine!"
Tento di risollevarle su il morale.
Nichole: "Ti piacciono? Me le ha fatte Brooklyn stamattina."
Sussurra lei con un tono innocente, tirando su col naso e facendomi sorridere dolcemente.
Quanto posso adorarla la mia sorellina?!
Un momento.. io devo fare un bel discorsetto a Brooklyn. In parte è anche colpa sua, se Nichole è stata sculacciata. Decido di chiamarla.
Io: "Brooklyn, scendi un attimo!"
Brooklyn: "Arrivoo!"
Io: "Nichole, perché non vai a giocare? Più tardi ti raggiungo, okay piccolina?"
Nichole: "Okay.. Zay? Stanotte posso dormire con te?"
Io: "Certo tesoro, questa sera vengo a chiamarti personalmente."
Lei sorride, poi la metto giù dalle mie ginocchia e inizia a correre verso il salone.
Sto aspettando Brooklyn, quando davanti a me si presenta Quinn.
Quinn: "Zayn, Zayn! Sono riuscita a recuperare quel votaccio in matematica! Mi hai messo 10 oggi!"
Si butta praticamente addosso a me, travolgendomi nel suo abbraccio, che ricambio immediatamente.
Io: "Hey Quinn, sappi che quel 10 è anche poco. E non lo dico perché sono tuo fratello, ma sei stata veramente un mito! Te lo dice ufficialmente il tuo professore di matematica."
Quinn: "Grazie, sono contentissima!"
Brooklyn: "Zayn, cosa c'è?"
Domanda Brook, comparsa dal nulla.
Io: "Voglio parlarti del consiglio che hai dato a nostra sorella."
Dico incrociando le braccia al petto, e aspettando una sua spiegazione.
Quinn: "Oh, non avrai esagerato Zay? Vado a giocare con lei."
E lascia la cucina, andando alla ricerca di Nicky.
Brooklyn: "Zayn, giuro che se le hai fatto tanto male io..."
Io: "Non sei nelle giuste condizioni di minacciare, e comunque l'ho punita come si meritava. Spiegami: come cavolo ti è venuto in mente di dirle una cosa del genere? Mandare a quel paese quel bambino e poi la sua maestra?"
Brooklyn: "Beh.. mi aveva chiesto un consiglio, e io gliel'ho dato. Ma ha sbagliato persona."
Io: "D'accordo, per questa volta passi."
Brooklyn: "Mitico, ti voglio bene Zayn!"
Esclama abbracciandomi, che ruffiana.
Io: "Leccaculo, levati."
Brooklyn: "Uff, va bene. Pizza e film?"
Io: "Aggiudicato."
Così Brooklyn corre in camera mia a scegliere il film, mentre io ordino la pizza. Sarà completo relax.O almeno lo spero...
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Salve gente, finalmente sono riuscita ad aggiornare. Ci ho messo più del previsto, ma oggi sono stata impegnata tutta la giornata. Ecco a voi il capitolo sei, spero vi piaccia come il resto della storia. Buona lettura, e ricordatevi di votare e commentare, mi fareste un grandisssssimo favore. Al prossimo capitolo.
Byeeeeeeee,
Sabrinapolselli☘️🕊
STAI LEGGENDO
•La famiglia Parkinson•
FanficSalveeeeeeee, il mio nome è Nichole, ho 7 anni appena compiuti e vivo con i miei 5 fratelli e le mie 2 sorelle. Fra tutti e 8 messi insieme, io sono la più piccola della famiglia. I nostri genitori se ne sono andati tanto tempo fa lasciandoci in un...