Da poco l’alba è giunta, la città ancora si stiracchia,
il sole rovente carezza i tetti con le sue dita di luce,
dopo una notte quieta le mura riprendono a chiacchierare,
questi ciottoli percossi e calpestati non troveranno mai pace.
Sul marciapiede una marcia di passi caotici si trascina,
per la via un’orchestra di marmitte, pneumatici e clacson grida,
una grande foresta di cartelloni, luci, fumo e alcol imponente regna,
chi nel letto dorme o fa l’amore, chi cammina e cerca invano il calore.
Torri di specchi e mura d’acciaio s’ergono in questo teatro,
vermi, serpenti di ferro si aggirano sotto il palco,
tanti attori, tante maschere, poca vita in uno spettacolo tanto vario.
Un’eterna tragedia con qualche straccio comico,
si nasconde la miseria dietro un sorriso sfigurato,
sono gli attori che pagano gli spettatori per guardare.
STAI LEGGENDO
INK DRUNK
PoetryI poeti dell'epoca senza nome. In un epoca come la nostra ci sono persone che arrancano come s'una parete scoscesa in cerca di un appiglio, un qualcosa alla quale aggrapparsi per non cadere, per non crollare, per non perdersi. Alcuni vagano nel bui...