Capitolo 3

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Quando un fatto interiore non viene reso cosciente, si produce fuori come destino.
Carl Gustav Jung

Stava per dire grazie ma si fermò immediatamente
<< potevo farlo benissimo da sola, non ho di certo bisogno di un casca morto>> bonfonchiò acida, ed eccola la vera Amelie che ritornava a galla con la sua freddezza e scortesia e che fino a qualche minuto fa premeva ad uscire quasi non si riconosceva nemmeno più,
da quando si lasciava aiutare come una damigella in pericolo e arrossiva come una liceale davanti la sua prima cotta

<<ne sarei stata capace anch'io>> aggiunse poi stizzita, Ermal di tutta risposta rimase stupefatto e pietrificato sul posto dall'affermazione dura e infondata della ragazza e si avvicinò a lei,se quella ragazzina voleva la guerra l'avrebbe avuta,ma chi si credeva di essere quella ragazzina sciocca?

<<senta io sono entrato qua dentro solo per comprare un benedetto libro non di certo per fare il tecnico del condizionatore>>rispose con voce ferma e corrucciando il volto,che problemi aveva quella ragazza? pensò subito dopo,lei a quell'affermazione gli lanciò uno sguardo sarcastico
<<bene allora lo prenda e se ne vada non le ho mica chiesto aiuto>> continuò senza battere ciglio e mettendo subito dopo le braccia conserte,

<<non ho bisogno del principe azzurro>>aggiunse poi a denti stretti fraintendendo il riccio,fraintendendo l'ennesimo sconosciuto, in quel momento si trovavano faccia a faccia,respiro contro respiro, lei osservò il suo volto, notò che i suoi occhi scuri e profondi erano contornati da due occhiaie segno che neanche lui amasse molto dormire e che al collo portava un sacco di collane con strani ciondoli,poté anche constatare che era sicuramente più grande di lei di qualche anno e poi aveva un profumo buonissimo,di menta e muschio.

<<se magari smette di fissarmi magari riesco a scegliere un libro>> disse lui con un tono provocatorio accompagnato poi da un piccolo ghigno e un'alzata di un sopracciglio e ancora una volta le si avvicinò
<<credo che lei abbia proprio frainteso,sono già impegnato e poi lei non è proprio il mio tipo>>aggiunse ancora Ermal con una leggera punta di strafottenza e la squadrò da capo a piedi per qualche minuto facendola quasi sentire in soggezione, mai come in quel momento lei si sentì mancare la terra sotto i piedi,

lei subito sentí montare la rabbia dentro di sé,
che razza di sfacciato e maleducato,pensò poi corrucciando a sua volta il volto e pronta per sferrargli un ceffone in piena guancia, ma lui fece qualcosa di inaspettato, cercando di prendersi gioco di lei iniziò a fissarla con insistenza fino ad incatenare il suo sguardo azzurrino a sé,
<<sei bellissima>> sussurrò lui con una punta di provocazione e  avvicinando ulteriormente di qualche centimetro il suo volto a quello candido di lei che furba stette al gioco abbassando fintamente lo sguardo in modo timido,lui convinto di riuscire nell'intento di infastidirla ghignò e socchiuse gli occhi avvicinando le sue labbra a quelle di lei,

Amelie per qualche frazione di secondo gli osservò le labbra quasi incantata, sentiva il suo cuore battere a mille come se dopo molto tempo si fosse risvegliato, ma si riprese subito riacquistando la lucidità e ghignando a sua volta allontanò inaspettatamente il riccio tirandogli una gomitata non troppo forte all'altezza dello stomaco che lo fece piegare su se stesso dopo di ché gli pestò con forza un piede e lui sussultò ancora una volta allontanandosi definitivamente da lei imprecando e ridendo di gusto
ma chi si credeva di essere? si domandò ancora una volta fra se Amelie.

Poi raccolse quella poca dignità che le era rimasta e contrattaccò
<< se ne vada>> sibilò non sapendo cosa dire,fu l'unica cosa che le venne in mente in quel momento era la prima volta che le capitava una cosa simile,che non riusciva a tenere testa a qualcuno.

Nei tuoi occhi c'è il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora