Capitolo 13

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Mia cara, forse non sarai nel posto dove ti aspettavi, ma sicuro si tratta del posto dove dovevi essere.
Kurt Vonnegut

Riuscì ad intravedere a distanza di qualche chilometro il ragazzo riccioluto che sedeva sul molo parallelo al suo,aveva in mano una chitarra acustica e la pizzicava velocemente producendo un numero infinito di note che arrivarono dritte alle orecchie e al cuore di Amelie.

È possible che ogni volta me lo ritrovo sempre tra i piedi?
pensò imprecando a bassa voce e alzandosi lentamente cercando di non farsi vedere da lui che sembrava occupato a fissare rabbiosamente l'acqua del lago come se fosse stata la causa dei suoi mali

deve essere sicuramente uno scherzo del destino non c'è altra spiegazione
raccoglieva rapidamente le sue cose il più piano possibile e con grande abilità si rannicchiò sulle ginocchia e andò a nascondersi dietro un cespuglio molto grande e tirò un sospiro di sollievo,ma come aveva fatto a non vederla?

Perché non è a sbaciucchiarsi con quella gattamorta? si domandò poi osservandolo e contemporaneamente rimanendo stupefatta da come con grande maestria suonava quel dolce strumento,rimase quasi ipnotizzata dal movimento esperto delle mani piene di anelli luccicanti ma nuovamente nella sua testa si ripresentò quell'immagine sgradevole come a ricordarle di stargli alla larga,

Si voltò per andarsene fino a quando una voce iniziò a cantare accompagnata da una triste melodia,si fermò e in me che non si dica si rigirò rimanendo colpita da quelle meravigliose parole

Nei tuoi occhi c'è il cielo
Più grande che io abbia visto mai
E le tue braccia uno spazio
Perfetto in cui ci tornerei per sempre
In cui ci resterei per sempre,
Siamo due gocce dello stesso mare
Ma abbiamo già trovato l'ultimo amore
Nemmeno un ombra nel tuo sorriso Beatrice non avrebbe niente da insegnarti
Ragazza Paradiso.

Cantò con rabbia e malinconia Ermal ricordando in quelle strofe la ragazzina dagli occhi color cielo,si era recato in quel luogo che riteneva straordinario e colmo di ispirazione trovare della  pace,lo aveva scoperto per caso qualche anno fa mentre vagava per le campagne milanesi in cerca appunto di ispirazione e quando lo trovò se ne innamorò subito

ma quel giorno si trovava lì non per cercare di scrivere qualcosa ma per cercare di fare un po' di ordine nella sua mente che era un caos totale di emozioni contrastanti che gli consumavano l'anima,in qualche modo doveva riuscire a sfogarsi

<<perché mi sento così in colpa>> gridò imprecando e poi si tirò istericamente i ricci indietro,neanche la musica in quel momento riuscì a calmarlo perché anche quest'ultima gli faceva ricordare Amelie,in quel pomeriggio si era chiesto più volte come si stesse sentendo la ragazza ma ogni volta scuoteva la testa rimproverandosi e dandosi dello stupido,zittendo il proprio cuore che batteva come un tamburo ogni volta che i suoi pensieri andavano a fine su degli occhi color cielo.

Teneva le gambe a penzoloni a pochi centimetri di distanza dallo specchio d'acqua luccicante per via dei caldi raggi del sole che si infrangevano su di esso,alzò leggermente la testa lasciandosi accarezzare dal tiepido e profumato venticello estivo che si scontrò poi sui suoi ricci corvini spostandoli di qualche centimetro.

Disperato tirò un altro urlo che gli uscì istintivamente dalla gola
<<se solo lo sapesse>>sussurrò con amarezza poi fra se,appoggiò la chitarra a suo fianco e tirò un sassolino nello specchio d'acqua e che prima di affondare rimbalzò più volte sulla superficie sotto gli occhi del ragazzo
"sono uno sciocco" pensò fissando il punto dove era caduto il piccolo sasso.

Amelie lo guardava perplessa non riuscendo a capire a chi il riccio si stava riferendo con così tanta disperazione,in quel momento senza alcun motivo le ricordava molto un lupo,burbero,solitario e rabbioso

Nei tuoi occhi c'è il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora