Capitolo 8

425 39 9
                                    

Ho letto chiaro nella natura umana come in uno specchio: la maggior parte dei nostri dolori ce li fabbrichiamo da noi.
Giovanni Verga

Era accasciata al suolo di quella stramaledetta strada e l'asfalto sotto il suo tatto era freddo e ruvido,aprì lentamente gli occhi cercando di tirarsi su ma le venne impedito dal lancinante dolore alla schiena che le bruciava come l'inferno impedendone di compiere quel gesto,

<<ragazzina!>>
riconobbe subito quella voce calda e dolce che in quel momento pronunciò quelle parole con un tono preoccupato,da dove era sdraiata riuscì a scorgere la figura non molto lontana di Ermal che correva verso di lei a perdi fiato

lei tentò di rialzarsi più volte cercando di andargli in contro ma non ci riuscì, sentiva un dolore atroce fin troppo pervadere tutto il suo esile corpo, non poté che tirare un urlo straziante chiamando il nome del ragazzo come quasi una richiesta d'aiuto, quando poi sentì vicino a sé il dolce profumo alla menta e muschio si sentì minimamente rasserenata,

<<ragazzina sono qui,tranquilla sono qui>> e le si avvicinò, per interminabili minuti si soffermò a guardare le sue spalle martoriate e quasi non sbiancò a quella vista,
in un impeto quasi rabbioso la prese in braccio a modi sposa stringendola fortemente a sé quasi avesse paura che le potesse scivolare via come sabbia talmente era debole e fragile, nuovamente Amelie avvertì quel ormai familiare senso di protezione e amore che l'avvolse teneramente infondendole un senso di calore in tutto il corpo, improvvisamente il dolore alla schiena svanì quasi del tutto come per magia e
con le sue mani andò ad aggrapparsi saldamente alla maglia di Ermal quasi come se per lei fosse stato un gesto quasi naturale.

Il ragazzo iniziò a camminare senza una meta precisa tenendola sempre stretta al suo petto e sussurrandole parole di conforto, i battiti dei loro cuori si fondevano formandone uno unico così come i loro respiri affannati,

<<AMELIE!>>
urlò quel maniaco di Luca alle loro spalle, Ermal però non accennò ne a girarsi ne a fermarsi e all'improvviso iniziò a correre come una furia cercando di sfuggire da quel pazzo mentre la mora tremava involontariamente tra le sue braccia come una foglia e per questo si odiava e si rimproverava mentalmente per essere e senbrare così vulnerabile e fragile, inoltre non voleva che accadesse qualcosa di male al ragazzo che in quel momento le stava salvando la vita

<<è lui che ti ha fatto questo non è vero?>>le domandò poi rivolgendole un occhiata fugace e  riferendosi alle ferite che le erano state inferte oltre le spalle, lei dal canto suo non gli rispose arrossendo lievemente
<<pagherà per quello che ha fatto stanne certa>> soffiò con rabbia e le posò delicatamente un bacio sulla testa e dopo tutto ciò divenne tutto nero.

I forti e caldi raggi del sole attraversarono le colorate tende della camera di Amelie per poi andare a posarsi sulle sue palpebre  chiuse, facendola poi svegliare dopo qualche minuto
le sbatté due tre volte portandosi lentamente una mano alla bocca per poi emettere un leggero sbadiglio.

Il suo incubo era cambiato totalmente ancora una volta  lasciandola così sempre di più perplessa e piena di domande fastidiose che quasi le offuscavano la mente, cercò di stiracchiarsi e di tirarsi su a sedere ma due braccia forti la avvolgevano tenendola ben stretta e impedendogli di compiere quei gesti, ma non ci volle molto a capire a chi appartenessero quelle braccia e così una volta resasi conto tirò un urlo scansandosi velocemente e in malo modo da Ermal facendolo svegliare e facendogli anche prendere un mezzo infarto perché con riflessi quasi felini scattò immediatamente giù dal letto,

Nei tuoi occhi c'è il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora