Capitolo 5

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Non c'è nulla di più opaco della trasparenza totale.
Margaret Atwood

L'odore familiare del fumo delle sigarette misto a quello dell'alcol la investì totalmente,era dentro al celebre locale milanese con indosso il vestito paiettato blu che come uno specchio rifletteva mille luci psichedeliche,tutto le ricordava lui, le luci,la musica,le grida divertite,

si guardava intorno come per poter studiare meglio ciò che si trovava e accadeva attorno a lei mentre Margherita salutandola si diresse subito dietro il piccolo palchetto con la sua inseparabile chitarra elettrica,in macchina la bionda le aveva fatto centomila volte la ramanzina dicendole poi di divertirsi e trovare "qualcuno" soprattutto con cui divertirsi, ma Amelie subito dopo l'aveva fulminata sul posto senza proferire alcuna parola e ricevendo di risposta una risatina dall'amica

guardò la testa bionda allontanarsi e sussurrò un "ciao" e subito dopo andò a sedersi in uno degli sgabelli dai colori sgargianti posti vicino al bancone dove c'era un uomo che con un impressionante velocità serviva quei fluidi alcolici dai mille colori
<<cosa le preparo bella signorina?>> le chiese all'istante con un sorriso smagliante mentre lei si sedeva, Amelie con assoluta freddezza lo guardò e aprì leggermente la bocca,un semplice Martini le sarebbe sicuramente bastato per sopravvivere a quella serata ma prima di porter di dire qualcosa qualcuno la precedette

<<prende un Martini,ovviamente offro io>>quella voce, come uno spillo andò a pizzicarle la mente,riuscì a riconoscerla anche se a momenti la musica ad alto volume rischiava di farle saltare via i timpani,si pietrificò sul posto e non osò neanche minimamente girarsi,improvvisamente le venne un brivido che le invase tutto il corpo facendole venire di conseguenza la pelle d'oca
<<io prendo un negroni>> aggiunse poi il riccio lasciando delle banconote sul bancone,

Ermal si domandava perché quella ragazzina se la ritrovava sempre davanti,appena l'aveva vista con quel vestito scintillante prendere posto al bancone non si fece perdere l'occasione di avere la sua rivalsa cercando di infastidirla, sapeva che la sua giacca contenente il messaggio di Giacomo si trovava nelle sue mani ma purtroppo il suo orgoglio gli aveva impedito di rientrare in quella libreria perchè appena ripensava a quella ragazzina subito si facevano spazio nella sua mente i suoi magnetici occhi e il suo tono di voce sarcastico e tagliente come una lama,e tutto ciò lo faceva quasi impazzire,

studiò guardando a fondo il profilo della mora scorgendone tutti i tratti delicati e il colore candido della sua pelle che sembrava quasi esser fatta di porcellana e i setosi capelli mossi mori che si sposavano perfettamente con i suoi occhi color cielo,sicuramente era più giovane di lui di qualche anno

nei tuoi occhi c'è il cielo pensò fra sè, Charlotte era niente in confronto a quella ragazzina e non solo per la bellezza,c'era qualcosa in lei che lo rapiva anche se non sapeva neanche come si chiamasse

<<la mamma non ti ha mai detto che è da maleducati interrompere gli altri? e poi che ne sai se a me piace il Martini?>> pronunciò poi Amelie con freddezza e astio senza mai guardarlo negli occhi fissando solamente il barman che preparava i cocktail,lui si riprese subito rimanendo spiazzato dall'uscita della mora, rimaneva sempre più sorpreso da quella ragazza che riusciva sempre a mantenere quella freddezza quasi cinica e impassibile forse era quello che più lo attirava di lei.

Si mise a ridere di gusto
<<si capisce solo dal tuo modo di guardare che sei una che beve solamente Martini>>a quelle parole lei alzò sarcasticamente il sopracciglio ma continuò a non degnarlo di uno sguardo,lui si sedette sullo sgabello affianco a quello di lei
<<e no in realtà no,nessuno me lo ha mai detto>>pronunciò poi lui con tono insolente facendo innervosire ancora di più la mora,

Nei tuoi occhi c'è il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora