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«Siete tornato!» esclamò una giovane bionda, e spalancò l'uscio di una casa coloniale dalle pareti intonacate immersa nella vegetazione caraibica. L'onere sarebbe spettato alla cameriera, ma la cameriera sapeva che la padrona attendeva quel momento e quel compito da due mesi, osservando dal balcone del secondo piano, ogni qualvolta le era permesso, l'oceano e i navigli che transitavano.

Il capitano Avery si tolse il tricorno, fece un inchino e sollevò il viso su cui era comparsa una smorfia maliziosa che strideva con l'inappuntabile serietà.

I due si abbracciarono, premendo i corpi uno contro l'altro.

La giovane si dovette puntare sulle scarpe di raso per appoggiare la testa alla guancia del capitano. «Vi aspettavo per domani mattina» disse. «Al più tardi, mercoledì.»

«È uno splendido pomeriggio che non desideravo sprecare» ribatté lui, usando un tono da mascalzone. «Sono passato all'allevamento delle mante del signor Connolly.»

«Come sta?»

«Mia cara, quell'uomo ci seppellirà tutti.»

«Venite in casa» lo esortò la giovane. Dopo che il capitano ebbe attraversato la soglia, chiuse la porta con levità. Non voleva che i parenti la disturbassero: se il padre fosse venuto a sapere della presenza del capitano glielo avrebbe sottratto per conversazioni di soli uomini. Navigazione e commercio. Il signor King era proprietario di una piantagione di canna da zucchero talmente ampia che, se fosse stata acqua, la nave di Avery avrebbe potuto navigarci in lungo e in largo. Una personalità ricca, influente, con centinaia di lavoratori alle sue dipendenze, la maggior parte creoli e indigeni provenienti dalle zone comprese fra i Tropici.

Nonostante l'attenzione della padrona di casa, la cameriera indigena entrò nel salotto prima che i due giovani potessero accomodarsi. Avery notò la sua presenza; gli occhi si socchiusero e si addolcirono.

«Lusia, potresti portarci del caffè?»

«Sì, signorina King.»

«Mi raccomando, di' a Fernando di macinarlo fresco.»

«Sì, signorina King.»

Avery si accomodò sull'ottomana guardando la graziosa padrona fasciata nel suo abito da casa del colore della sabbia.

«Quali notizie portate dalla patria?»

«L'interesse per la recente costituzione della chiesa presbiteriana sulla vostra isola, lo sgomento per la Exmouth colma di irlandesi affondati a Islay e – cos'altro? Sì, si fa un gran parlare dell'intenzione di creare una società per le persone che non mangiano carne e pesce. I vegetariani.»

«Sul serio?»

«Parola mia, il mondo ha imboccato delle vie non convenzionali.»

«Qui non accade molto. Sembra di vivere su di un altro pianeta. Un luogo pastorale. Babbo non parla che di prezzi e dell'abolizione della schiavitù; mamma passa tanto tempo in città per opere di bene. Io continuo a studiare, suono l'arpa e passeggio nel giardino e sulla spiaggia. Ah, ho veduto un delfino questa estate.»

Il Blues della Sirena (Un paio di gambe)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora